2024-03-23
Leapmotor non andrà a Mirafiori
Il gruppo cinese produrrà nello stabilimento Stellantis in Polonia. Intanto in Italia accordo sulle uscite volontarie, ma la Fiom dice no. Voci di tagli negli Stati Uniti.«L’Italia è uno dei tre pilastri di Stellantis nel mondo, insieme con Francia e Stati Uniti. E resterà tale». Le rassicurazioni dell’ad Carlos Tavares, arrivate lo scorso 19 marzo con due interviste (a Sole 24 Ore e Quotidiano Nazionale), sono durate meno di un gatto in tangenziale. Perché a pochi giorni da quelle parole, ieri l’agenzia Reuters ha rilanciato l’indiscrezione secondo cui il gruppo avvierà la produzione di veicoli a marchio Leapmotor in Polonia, come parte della joint venture lanciata lo scorso anno dalle due aziende. Secondo quanto riferiscono due fonti a Reuters, sarà coinvolto lo storico impianto della Fiat a Tychy, che assemblerà le Leapmotor T03 già dal secondo trimestre di quest’anno attraverso l’utilizzo della cosiddetta tecnica semi-knocked down (Skd), che consiste nel trasformare kit parzialmente assemblati in veicoli finiti. Le due aziende hanno annunciato una collaborazione lo scorso anno con cui Stellantis ha acquisito una quota del 21% del costruttore cinese, oltre ai diritti esclusivi per costruire, esportare e vendere i prodotti Leapmotor nei mercati al di fuori della Cina attraverso una joint venture controllata al 51% dal marchio italo-francese. A febbraio erano circolate voci secondo cui Stellantis stava valutando di costruire fino a 150.000 veicoli elettrici a basso costo in Italia a marchio Leapmotor, nello storico stabilimento di Mirafiori. Stando ai rumor circolati ieri, non sarà così. Non solo. Sempre ieri il gruppo guidato da Tavares ha siglato con i sindacati un accordo quadro che definisce le modalità di individuazione e i trattamenti economici per i lavoratori interessati alla risoluzione del rapporto di lavoro. L’intesa riguarda dipendenti prossimi alla maturazione dei requisiti per la pensione o che intendono intraprendere nuovi percorsi professionali. L’obiettivo dell’accordo è quello di «definire il quadro di riferimento per le intese che saranno realizzate nelle prossime settimane nelle diverse realtà aziendali finalizzate ad adeguare i livelli occupazionali ai cambiamenti dei processi aziendali proponendo ai lavoratori soluzioni condivise». L’intesa sulle uscite incentivate, però, non è stata firmata dalla Fiom. Lo precisano Samuele Lodi, segretario nazionale e responsabile settore mobilità, e Maurizio Oreggia, coordinatore nazionale automotive per la Fiom-Cgil, sottolineando che si tratta di «un’altra procedura di esodi incentivati proprio nel corso del confronto con il Mimit nell’ambito del tavolo automotive, fortemente voluto dalla Fiom-Cgil per affrontare la questione di un intero settore che, nelle difficoltà determinate dalla transizione all’elettrico, sta attraversando una profonda crisi, in particolare dovuta alle scelte strategiche di Stellantis nel nostro Paese, contraddistinte da scarsi investimenti, incertezze per il futuro delle produzioni, e una continua riduzione dell’organico attraverso un ingente utilizzo di risorse economiche, ottenute sulle pelle dei lavoratori, molti dei quali, in cassa integrazione o impegnati in trasferte di centinaia di chilometri». La Fiom ricorda, inoltre, lo sciopero di otto ore «di tutte le sigle sindacali» il 12 aprile a Torino «per l’intero settore automotive». Il ministero delle Imprese e del made in Italy ha convocato, i primi incontri sugli stabilimenti produttivi di Stellantis in Italia. Il tavolo su Melfi (Basilicata) è stato fissato per il 2 aprile. Il giorno seguente, mercoledì 3, sarà il turno del tavolo per il sito di Mirafiori a Torino. Nel frattempo, la strategia di Stellantis preoccupa anche i lavoratori delle fabbriche che producono i marchi del gruppo negli Usa come Chrysler, Jeep, Dodge, Ram. Giovedì sera, infatti, è stato inviato via mail agli ingegneri del software non sindacalizzati l’invito a lavorare da casa nella giornata di ieri e l’avviso di «importanti riunioni operative» per discutere un aggiornamento. Secondo il Wall Street Journal, Chrysler potrebbe licenziare 400 dipendenti negli stabilimenti statunitensi e c’è il timore che sia solo l’inizio di un ridimensionamento alla luce del raffreddamento del mercato delle auto nuove. Nota a margine: sempre ieri è uscito l’ultimo numero del settimanale tedesco Der Spiegel. In copertina, un’auto elettrica ribaltata sotto al titolo «Elektro schock». Le auto elettriche si vendono poco, i produttori tedeschi sono ancora dipendenti dal motore a combustione, la concorrenza della Cina è schiacciante. E il settimanale si chiede: stiamo assistendo alla fine della Germania come nazione automobilistica?
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.