
Il 6 gennaio i pesciolini saranno a Riace per sostenere l'ex sindaco, che ha appena ricevuto un altro avviso di garanzia. Intanto continuano a dare lezioni d'ipocrisia: vanno in piazza contro l'odio, ma insultano il leghista Gianluca Buonanno morto nel 2016.Il 7 dicembre scorso, il sito Vercelli notizie trasudava entusiasmo: «Hanno esordito, le “sardine vercellesi", con due parole: educazione e rispetto», scriveva. «Erano circa 400 le persone che si sono date appuntamento oggi pomeriggio per contrapporre alla politica urlata, sguaiata, maleducata, arrogante, un modo garbato, educato ma altrettanto determinato per esporre le proprie idee, i propri ideali». Ricordatevi queste due parole: educazione e rispetto. Sul palco allestito dalle sardine vercellesi è salita anche Giulia Bodo, variopinta presidente di Arcigay Rainbow Vercelli Valsesia, nonché fondatrice di Africarcigay, gruppo che si occupa di «migranti Lgbti». La fanciulla in questione è, tra le altre cose, sorella di Federico Bodo, già candidato sindaco a Vercelli nelle file di +Europa, partito a cui pure lei fu iscritta (tanto per ribadire che le sardine non hanno nulla a che fare con la politica politicante...). Sulla sua bacheca compaiono parecchie foto, tra cui una che ritrae la Bodo in compagnia di Monica Cirinnà. Il commento è strappalacrime: «Oggi ho realizzato un altro sogno conoscendo la senatrice Monica Cirinnà, senza cui questo Paese sarebbe un po' più triste e un po' meno libero. Grazie per la gioia, il coraggio, il supporto e per averci commosso tutte e tutti». L'esperienza nella piazza sardinesca sembra aver parecchio colpito la cara Giulia. La quale, su Facebook, ha pubblicato lunghi post elogiativi del movimento ittico. «Sì, alle piazze piene contro l'odio e ogni forma di razzismo: ne avevamo bisogno», ha scritto tra le altre cose. Già: piazze gremite contro l'odio, piazze che emanavano «educazione e rispetto», come si diceva. Beh, a proposito di educazione e rispetto è interessante notare ciò che ha scritto la nostra sardina il primo gennaio. Sempre su Facebook ha pubblicato una serie di foto di Gianluca Buonanno, sindaco, deputato ed eurodeputato leghista morto nel 2016 in un terribile incidente d'auto. Ecco il commento della sardina a corredo delle foto: «Dal mio punto di vista chi è merda da vivo, da morto rimane tale: si chiama coerenza. Quindi vi prego: eliminatemi, ipocriti. Andate a fare la morale da un'altra parte». Un simpatico giochetto, non c'è che dire: con la scusa degli auguri per l'inizio del 2020, Giulia Bodo ha colto l'occasione per insultare un defunto, per altro morto a soli 50 anni in circostanze tragiche. «Non posso accettare la vergogna di un insulto ad un defunto», ha dichiarato ieri Roberto Calderoli. «Sono pronto a intraprendere le vie legali contro una persona su Facebook insulta e oltraggia la memoria del povero amico Gianluca Buonanno con commenti che trasudano disprezzo per la vita come per la morte di un uomo onesto, di un padre di famiglia, trattato con infamia solo perché aveva idee politiche diverse». Calderoli ha fatto sapere che andrà fino in fondo, trascinando la Bodo in tribunale. Azioni legali a parte, la vicenda testimonia ancora una volta quanta ipocrisia trasudi dalle sardine. Vanno in piazza contro l'odio e contro i toni aspri dei sovranisti, ma quanto astio riversano sugli avversari politici... La simpatica Bodo, tra l'altro, è orgogliosissima di ciò che ha scritto su Facebook. Tanto che ha pensato bene di rincarare la dose: «Condivido un meme di quattro anni fa, mi dedicano un comunicato stampa [...] e je rode er culo per tre giorni. Ricevo minacce di morte, invito i pusillanimi ad incontrarmi di persona e si cagano tutti sotto. Gli insulti dai leghisti sono medaglie di umanità. Mission accomplished!». Infine, tanto per gradire, la signorina ha definito i leghisti «merde razziste e omofobe dissociate dalla realtà». Che carine, le sardine. Vogliono mostrarsi «diversi» e migliori, ma la verità è che sono del tutto identici agli schieramenti progressisti presenti sulla scena. Si fanno alfieri del buongusto e della moralità solo quando fa loro comodo. Il 6 gennaio, tanto per fare un esempio, i pesciolini hanno in programma una manifestazione a sostegno di Mimmo Lucano, l'ex sindaco di Riace, che da tempo ha un bel po' di problemi con la giustizia, tanto che il 27 dicembre ha ricevuto un avviso di garanzia nuovo di pacca. «Il 6 gennaio noi sardine saremo a Riace, luogo simbolo dell'accoglienza, sarà una manifestazione colorata e densa di emozioni», ha detto a Micromega Jasmine Cristallo, capetta delle sardine calabresi. «La destra populista», ha spiegato la pasionaria, «sta cavalcando la paura e strumentalizza le contraddizioni sociali in chiave razzistoide. Siamo vivendo l'era della barbarie, la paura, come il sonno della Ragione, genera mostri. Dobbiamo riuscire a bonificare il dibattito pubblico per contrastare questa destra becera e pericolosa». Certo: devono «bonificare» il dibattito, a loro tocca il compito fatale di fare piazza pulita degli schifosi avversari. «Ci schieriamo senza se e senza ma con il modello di Riace», ha detto ancora la Cristallo. Molto bene: proprio come la gran parte della sinistra italiana si schierano con un sindaco che ha gestito l'accoglienza come un reuccio, in barba alle leggi e al buon senso, finendo per questo sotto indagine. E dire che, quando si tratta dei loro affari i pescetti sono attentissimi al rispetto delle norme: lo impongono e lo pretendono. Lo dimostra ciò che è accaduto a Pistoia. Oggi, nella città toscana, avrebbe dovuto tenersi l'ennesima manifestazione. «Il gruppo Facebook “6000 Sardine Pistoia", creato dal cinquantaquattrenne Daniele Mannai, aveva raccolto qualche migliaio di adesioni in pochi giorni», ha riassunto l'Huffington Post. «Elena Malinici, Francesca Cimò e Giulia Palamidessi, sono state le prime a offrire il loro aiuto, occupandosi in prima persona del materiale e dei permessi necessari, ma quando sono iniziate le divergenze, Mannai le ha estromesse dal gruppo e ne ha fondato uno nuovo a suo nome. A niente è servito l'intervento dei ragazzi di Bologna, Mattia Santori in testa, che prima hanno chiesto di rimandare l'appuntamento pistoiese, poi lo hanno rimosso dal calendario ufficiale». Santori ha agito da segretario di partito: «Il promotore del gruppo locale ha voluto andare avanti comunque e ci siamo visti costretti a non concedere il marchio ufficiale», ha spiegato.Sono contro l'odio e insultano gli avversari, sono appena nati e già litigano sul simbolo. Date il benvenuto al nuovo che avanza.
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Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.