2019-02-13
Le balle degli psicologi in Senato sul ddl Pillon
Fulvio Giardina, presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine professionale va in audizione, attacca il disegno di legge sull'affido condiviso e cita come fonte il lavoro di una celebre studiosa americana. Che lo smentisce platealmente: «Usa impropriamente la mia ricerca».Fulvio Giardina, presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi, sembra essere molto interessato al dibattito politico. In particolare, pare che non gradisca molto le posizioni espresse dalla Lega. Lo scorso agosto, tanto per fare un esempio, è intervenuto - in veste ufficiale - sul caso della nave Diciotti con un accorato comunicato stampa in cui spiegava che «certamente non possiamo, non dobbiamo, accettare la gravissima condizione di degrado fisico e psicologico, cui sono esposti i migranti, prigionieri ed ostaggi a bordo della nave nel porto di Catania, al di fuori da ogni regola etica e giuridica. In un Paese civile ed evoluto», proseguiva il presidente, «la persona umana non può mai divenire merce di scambio in alcuna trattativa». Giardina era talmente indignato con Matteo Salvini da paventare disastri. Sostenne addirittura che la vicenda della Diciotti avrebbe potuto «incidere profondamente anche sullo sviluppo psicologico dei minori italiani, che assistono passivamente a scene sicuramente innaturali e di sopraffazione». Al nostro non piacciono le idee leghiste in materia di immigrazione. Ma non gli piacciono nemmeno quelle riguardanti la famiglia. Giardina, infatti, non apprezza proprio il disegno di legge che porta il nome del senatore Simone Pillon in materia di «affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bi-genitorialità». Il ddl, in questi giorni, sta passando al vaglio della Commissione giustizia del Senato, dove - il 7 febbraio - si è presentato per un'audizione proprio Giardina. La Commissione, giustamente, ha voluto sentire il parere del Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi, dopo tutto si tratta del massimo organo di rappresentanza della categoria. Ovvero un'istituzione che può esprimere un parere autorevole su una faccenda - l'affido condiviso - che tocca tanti bambini e tanti genitori. Ebbene, il parere espresso da Giardina in rappresentanza degli psicologi italiani è stato del tutto negativo. Nella sua relazione, il presidente ha rilevato numerose criticità nel decreto Pillon, ma si è soffermato particolarmente sulla questione della «bi-genitorialità perfetta», cioè quella parte della legge in cui si cerca di riequilibrare il tempo che il figlio deve trascorrere con papà e mamma. «Il giudice», si legge nel ddl, «assicura con idoneo provvedimento il diritto del minore di trascorrere tempi paritetici in ragione della metà del proprio tempo, compresi i pernottamenti, con ciascuno dei genitori».Secondo Giardina, si tratta di un'idea sbagliatissima, poiché «il rischio è che si obblighino i minori alla permanenza con un genitore non gradito per motivi che la norma non prende in considerazione, ma che, inevitabilmente, avrà una influenza sullo sviluppo del minore stesso». Non solo. Il presidente degli psicologi aggiunge con grande sicurezza: «Il luogo prevalente di vita del minore, soprattutto in età infantile, deve essere uno ed uno solo, unico e privilegiato. L'interferenza dell'ambiente sul regolare processo di sviluppo del minore è ampiamente dimostrata dalla letteratura scientifica, al punto da influenzarne la salute». Ed eccoci al punto. Giardina chiama la «letteratura scientifica» a sostegno della sua tesi. Produce anche una bibliografia, onde risultare più autorevole. Al primo punto, il nostro cita uno studio intitolato Shared residential custody: Review of the research, firmato da una studiosa di fama mondiale chiamata Linda Nielsen, docente di Psicologia alla Wake Forest University, nel North Carolina. Questa signora si occupa delle relazioni tra genitori e figli da circa trent'anni, ha pubblicato sulle riviste più autorevoli del pianeta ed è considerata un'autorità più o meno ovunque. Non per nulla, il presidente gli psicologi italiani l'ha citata nel suo intervento al Senato. Piccolo problema: l'ha citata male, anzi malissimo. Pur di affossare il decreto Pillon, il rappresentante dell'Ordine degli psicologi ha pervertito il pensiero della Nielsen, e quando la studiosa lo ha saputo non l'ha presa bene. La professoressa ha diffidato Il Consiglio nazionale degli psicologi, tramite una email il cui oggetto è «uso improprio della mia ricerca». Il testo della missiva è durissimo: «Ho notato che il mio articolo», scrive la signora, «è stato citato come prova del fatto che la custodia fisica condivisa non sia nel migliore interesse dei bambini di età inferiore ai tre anni. [...] È chiaro che chiunque abbia scritto questa affermazione riguardo al mio articolo non lo ha letto». Già questo basterebbe per fare sprofondare chiunque sottoterra. Ma il meglio deve ancora venire, perché la Nielsen spiega di aver scritto l'esatto contrario di ciò che gli psicologi italiani le attribuiscono. I risultati dei suoi studi, infatti, dimostrano che «i minori di età inferiore ai tre anni in custodia fisica condivisa hanno risultati uguali o migliori rispetto a quelli in custodia fisica esclusiva». Capito? La luminare americana, in sostanza, è vicina alle tesi di Pillon. Linda Nielsen, nella sua lettera, chiede che l'Ordine degli psicologi ritratti tutto tramite una smentita di cui lei stessa ha scritto il testo. Questa smentita inizia così: «Eravamo del tutto in errore quando abbiamo citato il lavoro di Nielsen come prova contro la custodia fisica condivisa». La vicenda è clamorosa. Il presidente di un importante Ordine professionale italiano è stato smentito con decisione da una studiosa di fama mondiale, che lo accusa di non aver letto o di aver utilizzato impropriamente le sue ricerche. Il tutto allo scopo di attaccare un disegno di legge sgradito. È evidente che, in questo caso, l'ideologia ha prevalso sulla scienza fino ad oscurarla. Lo dimostra anche un altro particolare piuttosto interessante. Nel 2011, Il Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi - allora presieduto da Giuseppe Luigi Palma - partecipò a un'audizione presso la Commissione giustizia del Senato, sempre sull'affido condiviso. Sapete che cosa disse, allora, il rappresentante degli psicologi? Spiego che fosse «fondamentale per la salute dei minori» il fatto di percepire come propria «sia la casa del padre che quella della madre». In pratica, nel 2011 i professionisti sostennero l'esatto contrario di ciò che hanno sostenuto il 7 febbraio 2019. «Attorno a questo ddl si sono sviluppate critiche strumentali», dice Simone Pillon. «Gli stessi che ora ci criticano anni fa avevano assunto posizioni ampiamente a favore della riforma. Il fatto è che se i cambiamenti li propone il Pd allora vanno bene, se li propone la Lega invece no. Qui c'è qualcuno che usa la scienza come se fosse un martello da dare sulla testa agli avversari politici, senza rendersi conto che così fa pessimo servizio sia alla scienza che alle persone che da essa dovrebbero trovare beneficio». In tutta questa storia c'è un aspetto divertente: l'Ordine degli psicologi ha fatto un enorme favore a chi difende il decreto. Il parere della Nielsen sull'affido condiviso ora dovrà essere considerato dal Senato. Inoltre, è emerso chiaramente come i rappresentanti degli illustri professionisti si siano fatti guidare dalla fede politica piuttosto che dalla fede nella scienza. Chissà, forse i tanti (bravi) psicologi del nostro Paese dovrebbero chiedere spiegazioni a chi parla per loro.
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