2022-08-02
L’astensionismo porta alla palude e all’incapacità di affrontare le sfide
Mario Draghi e Guido Carli nel 1991 (Wikipedia)
Alla filosofia dell’uomo solo al comando si è sacrificata la costruzione di programmi.Presidente associazione Guido CarliAnno 2022, agosto: qual è la rotta della nave chiamata Italia? Veleggiando sull’oceano buio e tempestoso che è oggi lo scenario internazionale, ci stiamo avvicinando o allontanando dagli scogli? Purtroppo i capitani che in questi dieci anni si sono succeduti sulla tolda di comando hanno puntato la prua nella direzione delle rocce.Il tracollo del sistema socioeconomico provocato dalla pandemia rimane un’emergenza aperta, aggravata dall’inflazione che è tornata a rappresentare una minaccia per il risparmio degli italiani. Negli ultimi dieci anni a crisi è seguita crisi. La società appare disorientata, priva di punti di riferimento. L’elevato astensionismo che ha caratterizzato le recenti elezioni amministrative denota, ben oltre la disaffezione, un preoccupante segnale di sfiducia nei confronti della politica. Proviamo a domandarci: le crisi che ha attraversato l’Italia erano tutte inevitabili? La persuasione che la responsabilità dei fallimenti sia da attribuire al fato, cinico e baro, è alimentata ad arte. Per esempio, accettare l’idea secondo cui l’Italia debba gioire per i recenti dati economici pubblicati dall’Istat, come fanno i cantori della conservazione dell’attuale assetto di potere, che spacciano la blanda crescita stimata del nostro Pil per un risultato straordinario, significa aver rinunciato alla libertà di pensiero. Questa discutibile interpretazione statistica, in realtà, fornisce uno schermo autoassolutorio a chi è stato chiamato a esercitare responsabilità di governo. Arrogarsi meriti non propri - descrivendo un mare calmo quando la bufera è ancora in corso - è l’altra faccia della medaglia di scaricare altrove la colpa per i propri errori. E, d’altra parte, questo stesso atteggiamento non può che condurre i cittadini a attribuire un senso di inutilità ai propri governanti. Tuttavia, stavolta è importante non cedere alla rassegnazione. È importante esprimere il nostro voto il 25 settembre, perché cominciano a delinearsi i contorni per un cambiamento. Nonostante la difficilissima fase economica che attraversiamo, dobbiamo lasciarci alle spalle la tentazione - spesso alimentata da organi di stampa non disinteressati - di chiederci: e noi, adesso, a chi affideremo il mandato salvifico? Quando invece dovremmo chiederci: quale piattaforma ideale, quale sistema di valori, potrà illuminare il cammino per costruire un futuro migliore? Alla filosofia dell’uomo solo al comando abbiamo sacrificato la costruzione di programmi di governo articolati. Per questo la strategia dell’allarmismo economico volta a distribuire certificati di idoneità o inidoneità a guidare il Paese è assolutamente fuori luogo. Proprio perché attraversiamo una fase così difficile, l’opinione pubblica, il sistema produttivo, i mercati finanziari hanno bisogno di un assetto politico chiaro, costruito intorno a valori condivisi e sostenuto da partiti caratterizzati da una visione non contrastante sui grandi temi dell’attualità. Fino a oggi i partiti guidati da Enrico Letta, Giuseppe Conte e i numerosi leader che popolano la costellazione centrista sembrano maggiormente interessati alla distribuzione dei seggi tra parlamentari uscenti che alla formulazione di una prospettiva definita e ispirata a una cultura politica alta da offrire agli italiani. Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi rappresentano, invece, forze politiche che stanno mostrando una apprezzabile capacità di elaborazione di pensiero e che hanno trovato un punto di sintesi.Dopo le elezioni potrà nascere un governo all’altezza delle sfide che abbiamo di fronte e un governo stabile, per la legislatura. Purché si torni a trarre ispirazione da Luigi Einaudi e Alcide De Gasperi, che, guidati dal pensiero liberale e dal pensiero popolare, si rivolgevano al partito dei risparmiatori proponendo uno schema di valori definiti, e si eviti la strada melmosa di volersi affidare a una figura priva di riferimenti ideali. Se ciò accadrà, se con il nostro voto riusciremo a far emergere una chiara maggioranza parlamentare, coesa pur nella irrinunciabile varietà delle sfumature, da cui scaturisca un governo pienamente politico e legittimato dal voto popolare, la nave Italia potrà finalmente volgere la prua lontano dagli scogli.
Sergio Spadaro e Fabio De Pasquale (Imagoeconomica)
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti (Imagoeconomica)
Iil presidente di Confindustria Emanuele Orsini (Ansa)