2021-04-16
«L’ambasciatore ha manomesso i messaggi»
Il braccio destro del ministro Luigi Di Maio denunciato di nuovo dall'ex compagna: avrebbe modificato le loro comunicazioni. Mistero su un terzo telefonino intestato a una donna che ha lo stesso nome della vecchia partner finita a processo per stalking.È entrato nelle fasi finali il processo che coinvolge il capo di gabinetto del ministero degli Esteri Ettore Francesco Sequi (persona offesa) e la sua presunta stalker Valentina Pizzale, che nell'udienza di ieri si è presentata in aula per fare delle dichiarazioni spontanee. Nonostante si svolga a porte chiuse, il procedimento (si tornerà in aula il 18 giugno) ha creato più di un grattacapo alla Farnesina: la vicenda diventa di dominio pubblico nell'ottobre 2019, all'epoca per Pizzale (che all'ex partner in un paio di sfoghi avrebbe scritto: «Vengo lì e butto giù l'ambasciata!», «Bastardo, ti rovino! Mi hai illuso, sei una me…») vengono disposti gli arresti domiciliari; però, nei mesi scorsi La Verità ha svelato che il braccio destro, per i ben informati anche il sinistro, del ministro Luigi Di Maio è stato controdenunciato dalla donna per falsa testimonianza e calunnia. E da qualche giorno anche per il reato di falsificazione, alterazione o soppressione del contenuto di comunicazioni informatiche o telematiche, punito dall'articolo 617 sexies del codice penale. Dunque a giudizio dell'imputata Pizzale (accusata anche di diffamazione per dei post su Facebook e Twitter), una parte dei 19.000 messaggi scambiati durante e dopo la fine della relazione con il diplomatico, non sarebbero riconducibili alle sue utenze telefoniche. Quindi alcune conversazioni sarebbero state tagliate appositamente. Una «circostanza» che «apparirebbe imputabile ad un intervento manuale sull'esportazione (dei messaggi ndr), evidentemente diretto ad alterarne la genuinità» si legge nella denuncia. E ancora: «Alcune parole risultano modificate o cancellate dalla conversazione e una simile anomalia non appare imputabile al sistema di esportazione, che non può modificare il testo puro, sostituendo parole, modificando il genere od il numero di nomi, pronomi od aggettivi, od eseguendo modifiche linguisticamente significative». Gli accertamenti sulle utenze telefoniche intestate a Pizzale avranno un fattore decisivo sulla sentenza, allo stato attuale del procedimento sembrerebbe che ne usasse solo due, e non tre come ipotizzato in precedenza. Quindi a chi appartiene il terzo dispositivo con cui sarebbero stati inviati sms a Sequi? Tutte le ipotesi sono aperte, ma al momento la più plausibile sembrerebbe che si tratti di un caso di omonimia. Per essere più precisi i messaggini arrivati a Sequi sarebbero stati scritti da un'altra Valentina. Già in passato Pizzale aveva disconosciuto quell'utenza: «Un numero che non mi appartiene e non mi è mai appartenuto». Inoltre un peso non indifferente sulla sentenza del giudice, Marisa Mosetti, l'avranno la frequenza e il contenuto delle risposte inviate dal capo di gabinetto alla ex compagna. L'unica certezza nella storia tra Sequi e Pizzale è l'inizio della relazione: la scintilla scoppia, su Twitter, nel 2017 quando l'uomo rappresenta il nostro Paese, in qualità di ambasciatore, a Pechino. Inevitabilmente le versioni dei due su modalità e tempistiche della liaison sono opposte. Anche la durata è in discussione: da una parte «i tre anni» di cui parla Pizzale, dall'altra una relazione fugace. Particolari che nel corso e sull'esito finale del procedimento faranno la differenza. Tra le questioni più dibattute pure la scelta, in un primo momento negata poi convalidata, di svolgere il dibattimento a porte chiuse. Alla base della motivazione la circostanza che è coinvolta una personalità della Repubblica, pertanto un'eventuale divulgazione di informazioni non inerenti al procedimento potrebbe generare problematiche per la gestione della sicurezza. D'altronde non è un mistero che Sequi ha prestato servizio in alcuni dei luoghi più prestigiosi del mondo: oltre alla capitale cinese tra il 2015 e il 2019, il diplomatico ha lavorato alle Nazioni Unite a New York, in Afghanistan e Pakistan. Un uomo delle istituzioni che si muove disinvolto sulla scena interna ed internazionale, essendo già stato alla Farnesina come capo di gabinetto dei ministri in quota Pd Federica Mogherini e Paolo Gentiloni. Quindi per l'attuale titolare del dicastero Di Maio la scelta di Sequi è stata quasi naturale. «Durante il mio mandato da ministro dello Sviluppo economico ho voluto fortemente che l'Italia aderisse alla “Via della Seta", una nuova, grande occasione per le nostre imprese. È stato solo uno dei progetti», scrive il 6 settembre 2019 il rappresentante del M5s nel messaggio che annuncia l'arrivo di Sequi alla Farnesina, «a cui ha lavorato l'ambasciatore Ettore Sequi, durante la sua lunga carriera».
Leonardo Apache La Russa (Ansa)
Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente». È stata archiviata l’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, entrambi 24enni, accusati di violenza sessuale da una di ventiduenne (ex compagna di scuola di La Russa jr e che si era risvegliata a casa sua).
Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)