2023-01-24
La strana coppia che fa concorrenza al governo sul rigassificatore a Taranto
A lanciare il progetto un ex assessore di Gallipoli e un vecchio manager Snam. Dietro c’è l’interesse straniero? Forse francese.Nei giorni scorsi, durante l’incontro al ministero delle Imprese sul futuro dell’ex Ilva, l’ad di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, ha fatto un elenco degli investimenti concordati con i soci e tra questi ha anche citato un rigassificatore galleggiante, «per il quale siamo già a un terzo dei lavori in collaborazione con operatori internazionali e con il porto di Taranto». Siamo andati a cercare sulla banca dati della Camera di Commercio per capire se fosse stata già creata una società ad hoc per la realizzazione di questa opera che è stata discussa con il ministro Adolfo Urso. Non abbiamo trovato niente. Dalla nostra ricerca, però, è spuntata fuori una srl che ha attirato la nostra attenzione ma che nulla ha a che vedere con il rigassificatore galleggiante di cui parla la Morselli. È stata costituita a Milano il 7 settembre 2022, il nome è «Terminale di rigassificazione Gnl Taranto». L’srl ha per oggetto sociale «la progettazione e – previo il conseguimento dei relativi permessi e autorizzazioni necessari - la costruzione e l’esercizio di un terminale di rigassificazione di gnl con una capacità stimata di 12 miliardi di metri cubi l’anno da ubicarsi nell’ambito del porto di Taranto inclusa la condotta di collegamento alla rete nazionale del gas». E ancora: la «supervisione alla costruzione e partecipazione ai lavori relativi»; «la ricerca di partner per l’esercizio del Terminale con o senza partecipazione azionaria»; «l’organizzazione e gestione dei necessari finanziamenti»; «L’acquisto e compravendita di gnl e/o di gas naturale rigassificato sia in Italia che all’estero», nonché «contratti di noleggio per le navi metaniere necessarie al trasporto del gnl per rifornire il terminale». La società ha due azionisti, ciascuno con in mano il 50% del capitale: Alberto Leopizzi, che è anche presidente, e Giuseppe Ciccarelli. Leopizzi è un ingegnere che fino al 2015 è stato assessore del Comune di Gallipoli eletto in una lista Civica («Gallipoli è tua», vicina al centrosinistra) con deleghe ai rapporti con gli enti pubblici e finanziamenti europei. Ciccarelli, nato a Fermo, ora lavora per una società svizzera chiamata Medea, ha lavorato soprattutto con l’Africa come consulente dei governi congolese, ugandese e ghanese, e in passato avrebbe anche ricoperto un ruolo nella Snam. Un articolo dell’agenzia Bloomberg del dicembre 2019 riporta la notizia di una joint venture tra due aziende di proprietà italiana e la compagnia petrolifera statale della Repubblica Democratica del Congo che prevede di spendere fino a 420 milioni di dollari per la revisione della rete di distribuzione del carburante della nazione. «Le aziende dell’imprenditore Giuseppe Ciccarelli hanno siglato nel 2018 un accordo con la Sonahydroc, di proprietà statale, per l’ammodernamento delle infrastrutture utilizzate per importare, immagazzinare e distribuire prodotti petroliferi raffinati. La joint venture punta ad aumentare la quota del governo nell’industria petrolifera a valle, che fornisce carburante a settore minerario cruciale della nazione», scriveva Bloomberg. Aggiungendo che Ciccarelli controlla Fuels Transport Logistics-Pipeline Sa e Fuels Transport Logistics-Storage Sa attraverso la lussemburghese Medea Development di cui è direttore esecutivo (sul sito della Ftl si legge che la sede è a Kinshasa ma l’ufficio di corrispondenza europeo è a Lugano con una mail intestata a MedeaEnergia). Sonahydroc e Ftl costruiranno depositi di stoccaggio e un oleodotto dal confine tra Congo e Zambia fino al polo minerario di Lubumbashi. I comproprietari del governo congolese in quella infrastruttura, scriveva l’agenzia americana, sono il rivenditore di carburante sudafricano Engel e il maggiore gruppo petrolifero francese, già leader nel Paese africano, Total.Resta da capire chi c’è dietro a questa operazione alternativa che dovrebbe essere proposta al governo la prossima settimana e che sembra prevedere una struttura da fare a terra e non in mare. È difficile immaginare che un progetto di tale rilevanza nazionale, e di tale portata (quei 12 miliardi di metri cubi di gas citati nell’oggetto sociale, quando Ilva ne consuma a spanne solo tre), sia gestito solo da un ex assessore di Gallipoli e da un consulente assai attivo sull’oil&gas africano. Che sia il braccio operativo di interessi stranieri? Forse francesi? Lo scorso 7 dicembre, La Verità aveva svelato come su Taranto siano tornati in manovra non solo i cinesi (per gestire la piattaforma logistica del porto) ma anche i francesi interessati al vento. Il 21 aprile 2022 è stato infatti inaugurato a Taranto il primo parco eolico marino del Mediterraneo chiamato Beleolico e realizzato da Renexia, società del gruppo Toto attiva nelle rinnovabili. A dicembre il progetto Beleolico è stato rifinanziato con quasi 84 milioni di euro dalla banca d’affari parigina Natixis. Ad avviarlo, sedici anni fa, e poi a completarne l’iter autorizzativo era stata Belenergia, investitore in fonti rinnovabili passata poi a fare industria. La società, guidata da un manager francese, Jacques-Edouard Lévy, a fine aprile dell’anno scorso ha trasferito in Italia (a Milano) la sede legale e finanziaria. Nel cda di Belenergia Sa Luxembourg dal giugno 2010 siede Claudio Stefanazzi, l’ex capo di gabinetto dell’attuale governatore Michele Emiliano, eletto alla Camera con il Pd in Puglia, che a ottobre è stato nominato, gratuitamente e senza rimborso spese, «consigliere del presidente con deleghe politiche». Stefanazzi è originario di Nardò, in provincia di Lecce (come altri due manager di Belenergia) e nello stesso curriculum, si legge anche che dal 2001 al 2003 è stato fondatore, vicepresidente e componente dell’advisory board della Hps srl (holding di investimento nel settore del venture capital) che tra le funzioni svolte aveva anche la «negoziazione e definizione di investimenti in spin off universitari di concerto con l’Istituto Nazionale di Nanotecnologie-Prof. Roberto Cingolani». Ovvero l’ex ministro della Transizione ecologica che oggi è consigliere del governo Meloni per l’energia a titolo gratuito e che potrebbe quindi partecipare alla presentazione del nuovo rigassificatore della srl creata dal tandem Leopizzi-Ciccarelli.
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