2024-03-08
La Rowling contro i medici pro trans. «Se fai il tifo per loro, sei complice»
La mamma di Harry Potter sullo scandalo Wpath (mutilazioni genitali e ormoni dannosi dati ai minori): «Uno dei peggiori della storia». La psichiatra Eliza Mondegreen: «Dottori mossi da “oscurantismo virtuoso”».Ha ragione J. K. Rowling: siamo di fronte a quello che sarà ricordato (o almeno dovrebbe esserlo) come «uno dei peggiori scandali medici della storia». Secondo la scrittrice, «i Wpath files mostrano al di là di ogni dubbio che interventi chirurgici e farmaci i cui benefici non sono dimostrati vengono somministrati a persone che non possono dare il consenso informato». Conclusione: «Se continui a fare il tifo per questo, sei complice». La creatrice di Harry Potter (nel frattempo denunciata alla polizia dall’attivista trans India Willoughby per «misgendering», cioè per utilizzo di pronome sbagliato) in un post pubblicato sui social ha fornito la perfetta sintesi di una vicenda incredibile quasi ignorata dai media italiani. L’organizzazione di inchiesta indipendente Evironmental Progress di Michael Shellenberger ha messo le mani su una notevole mole di materiale riguardante la World professional association for transgender health, ovvero la associazione per la tutela della salute dei pazienti trans al mondo. Si tratta di centinaia di messaggi che i membri dell’associazione (medici e professionisti sanitari, per lo più) si sono scambiati a proposito delle cure da somministrare ai pazienti - anche giovanissimi - intenzionati a cambiare sesso.Quel che emerge dai file (ribattezzati Wpath Leaks) è raccapricciante: in buona sostanza, i medici mostrano di non avere alcuna certezza sul risultato dei processi di medicalizzazione, di non essere in grado di far comprendere ai pazienti - soprattutto i più giovani - la portata degli interventi a cui verranno sottoposti e, più in generale, di sottomettere totalmente la scienza all’ideologia. Il fatto è che i membri del Wpath si sentono parte di una sorta di «avanguardia». Si percepiscono come eletti impegnati in una missione civilizzatrice, e liquidano tutti i loro critici alla stregua di «nemici della scienza», retrogradi e terrapiattisti.Un atteggiamento che si evince con facilità dal commento che Marci Bowers, presidente del Wpath, ha rilasciato dopo l’uscita dei file interni. «Wpath è ed è sempre stata un’organizzazione fondata sulla scienza e sull’evidenza, le cui raccomandazioni sono ampiamente approvate dalle principali organizzazioni mediche di tutto il mondo», ha scritto la Bowers. «Siamo i professionisti che meglio conoscono le esigenze mediche degli individui trans e di genere diverso e ci opponiamo a coloro che travisano e delegittimano le diverse identità e i complessi bisogni di questa popolazione attraverso tattiche intimidatorie. Il mondo non è piatto. Il genere, come i genitali, è rappresentato dalla diversità. La piccola percentuale della popolazione che è trans o diversa dal punto di vista del genere merita assistenza sanitaria e non costituirà mai una minaccia per il binario di genere globale».Come vedete non ci sono risposte nel merito ma un generico richiamo alla fede scientifica, un pizzico di vittimismo e l’accusa ai critici di essere idioti con l’anello al naso. Gli eletti del Wpath si propongono come i soli in grado di comprendere le esigenze dei pazienti aspiranti trans, e non accettano valutazioni esterne sul loro lavoro. Il che la dice lunga sulla disponibilità al dialogo di costoro.Il problema è che tutto questo non è affatto una novità. Era già stato denunciato ampiamente ben prima che l’organizzazione di Shellenberger facesse esplodere il bubbone, ma nessuno è intervenuto per timore di essere accusato di transfobia. Che mancassero le evidenze e che a guidare la grande macchina del cambiamento di sesso fosse soprattutto l’ideologia era già stato dimostrato dagli approfonditi articoli di Eliza Mondegreen, laureata in psichiatria e autrice di inchieste per la testata britannica (di sinistra) Unherd.Dopo anni di ricerca su questo complicato settore della medicina, la Mondegreen arriva ad affermare che «diventare un buon clinico di genere significa superare le proprie riserve e i propri dubbi sugli interventi forniti al servizio della causa. A differenza della pratica medica in altri settori - come la gestione del diabete o il trattamento del cancro - il campo della medicina di genere non ha indicatori oggettivi di malattia su cui basarsi, solo la testimonianza del paziente secondo cui il suo corpo così com’è è insopportabile, e deve essere cambiato. Alla conferenza del Wpath del 2022 a Montreal ho sentito più e più volte la stessa storia: i medici si alzavano e raccontavano ai loro compagni di fede come avevano superato i loro dubbi. Un chirurgo plastico si è sentito a disagio la prima volta che un paziente gli ha chiesto di eseguire un intervento di “annullamento”, che rimuove tutti i genitali esterni. In una ricapitolazione contorta del viaggio dell’eroe, il chirurgo ha poi superato le sue riserve e ora esegue regolarmente questi interventi chirurgici estremi e incoraggia i suoi colleghi chirurghi a seguire il suo esempio».Per diventare un bravo clinico del genere, insomma, è necessario compiere una sorta di percorso di illuminazione, mettere da parte i propri dubbi e abbracciare la fede. Già alla fine del 2023, dopo aver partecipato ad alcuni incontri fra membri del Wpath, la Mondegreen scriveva: «È difficile immaginare che i medici che esercitano in altre aree della medicina non si pongano domande così basilari, soprattutto quando le basi del trattamento sono così oscure. Ma un buon clinico di genere, guardando un paziente, non vede ciò che potrebbero vedere i non credenti come voi o me. Un buon medico cade sotto l’influenza della stessa fantasia del paziente e cospira con lui per dare vita al suo sé transgender. In questo quadro, non esiste un “realmente trans”. Esiste solo ciò che dice il paziente e la disponibilità del clinico a mettersi al servizio della visione del paziente».«Per anni», insiste l’autrice, «i clinici di genere hanno rassicurato pazienti e genitori sul fatto che le prove alla fine avrebbero confermato le nobili promesse della transizione: che la transizione salva la vita; che gli approcci psicoterapeutici al disagio di genere non funzionano e costituiscono invece una “terapia di conversione” non etica. Ma mano a mano che i dati iniziano ad arrivare, sembra improbabile che la transizione sia all’altezza di queste elevate aspettative».Il medico «illuminato» che si occupa di disforia di genere e di pazienti trans, ovviamente, non è disposto ad accettare alcun tipo di critica. «Un intero campo della pratica medica si è impegnato in un oscurantismo virtuoso», ha scritto ancora Eliza Mondegreen. «I clinici che affermano il genere si sentono incompresi dai loro critici. Non si fidano degli estranei per mettere il lavoro che svolgono nella giusta luce. C’è sempre il rischio che qualcuno guardi agli interventi chirurgici ricostruttivi salvavita del torace per i minori transmascolini e veda la cosa sbagliata: medici che eseguono amputazioni del seno su ragazze adolescenti in difficoltà. Pertanto, per difendere il lavoro “salvavita” che svolgono, devono dissimulare, oscurare o praticare altre forme di “inganno celeste”». A parere dei membri del Wpath, «i critici delle cure che affermano il genere rientrano nello spettro della transfobia: con i dinosauri da un lato, i genocidi dall’altro. […] Il risultato di questa visione manichea del mondo è che non c’è dialogo possibile con i critici e non c’è spazio per un serio dissenso all’interno del movimento stesso: “Se combattiamo tra di noi, le forze di oppressione hanno vinto”, ha affermato il presidente uscente dell’Usparth Maddie Deutsch. Nessuno, in nessuna conferenza, ha discusso i rischi e le incognite legati ai bloccanti della pubertà e ai loro possibili effetti sullo sviluppo del cervello, o le prove che suggeriscono che i bloccanti possono cambiare il corso della vita di un bambino trasformando quella che potrebbe essere stata una fase di sviluppo in una condizione permanente».Questa è la verità sul Wpath: la scienza e l’attenzione al paziente vengono cancellate in nome di una pseudoreligione, a danno di giovani e giovanissimi. Ha ragione da vendere J.K. Rowling: chi non si oppone a questo schifo è complice.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.