2019-08-04
È stato consegnato pure alla Rai l'audio per intrappolare Salvini
Nei giorni in cui l'audio arriva ai cronisti dell'Espresso, una mano lo dava pure alla Rai. Il conduttore Sigfrido Ranucci: «Noi approfondiremo la cosa, a differenza loro. L'uscita su “Buzzfeed"? Non capisco i tempi...»Per capire sino in fondo la portata del Russiagate bisognerebbe avere chiara la genesi dello scoop. Sono stati davvero due cronisti d'assalto a scoprire con le loro indagini e il loro fiuto investigativo i presunti tentativi di uomini vicini alla Lega di ricevere finanziamenti dalla Russia di Vladimir Putin? Oppure qualcuno, magari legato al Pd come abbiamo scritto ieri, ha preparato un bel pacchetto già confezionato sull'incontro dell'hotel Metropol con audio annesso e l'ha consegnato ai giornalisti? Oggi ci sentiamo di propendere per la seconda ipotesi. Anche perché c'è una notizia importante che sembra confermarlo. Diversi mesi fa, probabilmente nello stesso periodo in cui la gola profonda ha contattato i giornalisti dell'Espresso, qualcuno ha consegnato la stessa registrazione anche alla redazione di Report, il programma d'inchiesta della Rai. Insomma nei mesi scorsi una specie di venditore di tappeti avrebbe proposto a destra e a manca l'audio dell'incontro. Ma se i giornalisti del settimanale hanno infilato la storia in un piccolo capitolo del Libro nero della Lega, a Report si sono presi il tempo necessario per fare le opportune verifiche. Sigfrido Ranucci, conduttore e autore del programma, spiega: «L'audio noi lo avevamo da mesi, già dall'inverno scorso. Appena lo abbiamo ricevuto, grazie al collega Giorgio Mottola, ho detto di verificarne il contenuto, utilizzando le banche dati internazionali e gli archivi a cui abbiamo accesso. La nostra preoccupazione era di non trasmettere una cosa fine a sé stessa, come ha fatto sostanzialmente l'Espresso, ma di andare in profondità come facciamo sempre. Posso anticiparle che andremo in onda con questa cosa a ottobre in una delle prime puntate della nuova edizione». Ma chi ha consegnato il file a Report? È stato uno dei partecipanti italiani all'incontro del Metropol, in particolare il consulente finanziario d'area Pd Francesco Vannucci o l'avvocato massone Gianluca Meranda? «Posso dire che a noi non l'ha dato né Vannucci, né Meranda. Ma la fonte è di Mottola e non posso svelarla io». Il reporter con La Verità, evidentemente molto geloso della sua inchiesta, arriva a smentire il suo capo e sostiene di essere entrato in possesso del file molto più di recente: «Forse a maggio». Nei giorni scorsi Mottola ha incontrato Vannucci, che secondo le nostre fonti avrebbe consegnato all'Espresso la registrazione. Nell'incontro l'ex bancario ed ex funzionario dei dem non avrebbe rilasciato dichiarazioni significative, anche se ha accettato di rincontrare il giornalista tra qualche settimana. «Questi sono personaggi che per la televisione è importante anche solo far vedere», commenta Ranucci. Dalla redazione non si stupiscono per le incongruenze che stanno emergendo nell'inchiesta dell'Espresso: «Loro purtroppo sono molto approssimativi. L'abbiamo verificato su diversi lavori che abbiamo condiviso, non ultimi quelli del consorzio (internazionale dei giornalisti investigativi, ndr), ma anche nella storia della palazzina (quella acquistata dall'ex sottosegretario leghista Armando Siri grazie al finanziamento senza garanzie di una banca di San Marino, ndr): si attribuiscono meriti che non hanno». Stefano Vergine, uno degli autori dell'inchiesta in questione, a giugno ha consegnato ufficialmente il file ai magistrati e il 10 luglio la registrazione è finita sul sito americano Buzzfeed. A pubblicarla è stato l'italiano Alberto Nardelli, esperto più di analisi politiche e flussi elettorali che non di giornalismo investigativo. Vergine l'11 luglio non ha nascosto la soddisfazione per il rilancio dell'inchiesta e ha scritto su Facebook: «Oggi (11 luglio, ndr) il New York Times cita Il Libro Nero della Lega ricordando che nel libro, pubblicato cinque mesi fa, svelammo per la prima volta la trattativa per finanziare la Lega con soldi russi di cui oggi si parla tanto. E niente, solo per dire che per me è un po' come aver fatto un'amichevole con l'Inter. Vabbè, non proprio così importante, ma quasi...». Vergine era rimasto deluso per la mancata pubblicazione dell'audio sul sito dell'Espresso e per l'attribuzione dello scoop a Buzzfeed: «Un po' mi è spiaciuto, alla fine per lo meno se ne parla», ha commentato con La Verità. Ma chi ha spinto affinché se ne parlasse? Lo stesso Vergine? Oppure è la persona che ha consegnato la registrazione all'Espresso o quella che l'ha proposta a Report?Nel Russiagate il settimanale debenedettiano si è limitati a fare da cassetta della posta. Sul giornale diretto da Marco Damilano e sul Libro nero della Lega sono stati riportati alcuni passaggi dell'audio della trattativa del Metropol, senza indicazione della fonte (fingendo anzi di aver captato personalmente le parole) e con l'aggiunta di pochissimi altri particolari utili a orientarsi: il nome di battesimo di Vannucci, il mestiere di Meranda e l'identità di uno dei russi. Davvero poco per un'inchiesta durata mesi. I giornalisti del settimanale non hanno scattato neanche una foto del summit del Metropol a cui avrebbero assistito dal vivo. «Io se un mio inviato fosse tornato senza immagini lo avrei mandato a quel Paese», chiosa Ranucci. «Il primo dubbio che ho avuto è stato: ma 'sti audio? Noi mandiamo le telecamere nascoste perché c'è l'audio-video, l'audio non sai mai ma dove possa venire». Per questo Ranucci aveva deciso di prendersi il tempo giusto per approfondire la notizia, anche perché gli articoli dell'Espresso sembravano caduti nel dimenticatoio. Poi, all'improvviso, l'audio è uscito su Buzzfeed: «È come se ci fosse stata una accelerazione improvvisa» ragiona Ranucci. «Il fatto che sia uscito sul sito americano ci ha sorpreso, pensavamo di lavorarci noi su questa storia. Qualcuno ha avuto fretta di far uscire la registrazione e di farla uscire alle proprie condizioni. Però non comprendo la tempistica. Avrei capito se l'avessero fatto uscire alla vigilia delle elezioni, ma dopo…».Dopo la vittoria alle europee di Salvini, c'è stata un'escalation: prima la consegna alla Procura di Milano e poi la diffusione urbi et orbi su un sito evidentemente di bocca buona, l'americano Buzzfeed, già usato dal Giglio magico come cassa di risonanza per i propri dossier anti Lega e anti 5 stelle. Un circuito che ha potenziato i decibel della macchina del rumore, ma che non ha risolto i dubbi sulla reale consistenza dell'inchiesta. Ormai sono due settimane che proviamo a chiedere al direttore dell'Espresso Damilano di rispondere a poche e semplici domande (che riproponiamo in pagina) e lui svicola sempre. L'ultimo segnale di vita ce lo ha dato l'1 agosto, quando alle 23.35 ha risposto così al nostro messaggio: «Ho visto ora, ero fuori. Buon lavoro!». Sei ore prima gli avevamo mandato le nostre domande. Ma lui ha preferito glissare, anche se si tratta di quesiti decisivi per comprendere la solidità dell'inchiesta del suo settimanale. Ci auguriamo che prima o poi Damilano, tra un'ospitata in tv e un'altra in radio, troverà il tempo per risponderci.
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