2021-10-24
La piazza risponde ai camalli triestini. Roma fischia green pass e Lamorgese
I portuali di Genova si uniscono ai colleghi giuliani: sciopero fino a martedì. A Milano sfilano 10.000 persone. Proteste anche a Bergamo: «Ma se vedete dei violenti, isolateli». La Cgia: «Pochi controlli sui lavoratori».«La cosa nata da Triste non è solo triestina, è una lotta di tutti i portuali italiani. Il popolo ha deciso che questa cosa non va bene e che è giusto iniziare a manifestare pacificamente per arrivare all'obiettivo: l'abolizione del green pass, una misura economica che non ha nulla di sanitario, e del vaccino obbligatorio per i sanitari in particolare e per tutti in generale. Il diritto di tutti a manifestare non dovrà poi mai esser messo in dubbio, e va rispettato da parte delle istituzioni», ha detto ieri Stefano Puzzer dopo l'incontro con il ministro per le Politiche agricole, Stefano Patuanelli, in piazza Unità. I portuali triestini hanno cancellato il corteo, nonostante il via libera della Questura, per il rischio di infiltrazioni e azioni violente. Ma a Trieste sono arrivati anche i portuali di Genova, dove è stato confermato il nuovo sciopero della categoria per domani e martedì. Nel capoluogo ligure, dopo lo sgombero del presidio al varco Etiopia e il sit in al Porto Antico, sempre ieri sono tornati in piazza i no green pass genovesi. E a Trieste hanno fatto eco anche le manifestazioni e i cortei no green pass organizzati ieri in molte città d'Italia. Da Milano a Roma, passando per Bergamo, Torino, Verona, Padova, Vicenza, Trento, Bologna, Firenze, Ancona, Napoli, fino a Siracusa. E nel Centro Italia si è manifestato anche in un'altra città portuale, a Civitavecchia. Nella Capitale, si sono svolte due manifestazioni entrambe al Circo Massimo. Una si è tenuta in piazzale Ugo La Malfa, organizzata da Enrico Montesano. Fischi per il premier Mario Draghi e per il ministro Luciana Lamorgese, quando i loro nomi sono stati pronunciati dall'attore comico salito sul palco. L'altra manifestazione è stata guidata dal movimento Liberi cittadini e dai no green pass. Più a Nord, per il quattordicesimo sabato di fila i no green pass hanno sfilato a Milano. Migliaia di persone si sono riunite in piazza Fontana per iniziare una marcia di protesta non autorizzata e senza un percorso predefinito. Imponente il dispositivo di sicurezza delle forze dell'ordine. La sfilata dei manifestanti, dapprima 8.000, poi aumentati a 10.000, nel tardo pomeriggio, ha provocato la deviazione di una ventina di mezzi di superficie, tra tram e autobus di linea con ingorghi nel traffico verso il centro. Lo slogan che ha accompagnato l'inizio del corteo è «Trieste chiama, Milano risponde». Blindato nel pomeriggio il centro di Bergamo dove il corteo si è mosso dal piazzale della stazione, con una prima tappa davanti alla redazione del quotidiano L'Eco di Bergamo, già presa di mira durante l'affollata marcia (in quel caso non autorizzata) del 24 luglio. Corteo anche a Torino, dove gli organizzatori hanno allestito un servizio di vigilanza per prevenire infiltrazioni di violenti ed evitare impreviste deviazioni dal percorso. «Noi siamo sempre stati pacifici», ha avvertito una speaker, «e se vedete qualcuno che si comporta in modo scorretto allontanatevi e lasciatelo da solo. Non reagite in nessun caso». Agli interventi in solidarietà con i portuali di Trieste si sono alternati gli appelli a continuare i blocchi e i racconti di avvocati e operai sospesi dal lavoro perché senza green pass. Sullo sfondo delle proteste di piazza e dei cortei no green Pass, ci sono i numeri e il mancato effetto sulle vaccinazioni dell'obbligo del certificato verde per i lavoratori: venerdì sono state fatte almeno 169.360 somministrazioni (comprese le terze dosi), sette giorni fa sono state 215.803. Non solo. La Cgia di Mestre ha stimato che venerdì i lavoratori italiani senza alcun vaccino sarebbero scesi a poco meno di 2,7 milioni (12,2% del totale occupati). Se a questi ultimi togliamo le 350.000 persone che per ragioni di salute sono esenti dal possesso del certificato verde e 1,3 milioni di addetti che regolarmente si sono sottoposti al tampone durante la settimana, rimarre senza green pass circa un milione di occupati. Secondo la Cgia, molti dipendenti senza green pass potrebbero aver «aggirato» le disposizioni del decreto, recandosi comunque in fabbrica o in ufficio. E i controlli non sarebbero particolarmente «stringenti». A livello regionale la stima del numero degli occupati non ancora vaccinati vede la Provincia autonoma di Bolzano guidare la graduatoria, con 42.150 persone (17,5% sul totale occupati). Poi la Sicilia, con 204.605 addetti senza alcun vaccino (15,7%), le Marche, con 91.105 lavoratori senza alcuna immunizzazione (15,1%) e la Valle d'Aosta, con 7.872 (15%). Intanto, anche laddove ci sono tassi di vaccinazione pressoché totali, salgono i casi di Covid-19: tra gli operatori sanitari questa settimana sono stati 371 rispetto ai 306 della settimana precedente (3,6% del totale dei casi nella popolazione), secondo il Report di sorveglianza esteso pubblicato dall'Istituto superiore di sanità, che completa il monitoraggio settimanale. In totale, sono 144.812 i casi di Covid totali registrati tra gli operatori sanitari, di cui 1.444 negli ultimi 30 giorni. A partire dalla seconda metà di agosto, il numero di casi diagnosticati nella popolazione è in forte diminuzione, mentre è in aumento il numero di casi settimanali notificati fra i sanitari, si legge nel report. Dove si sottolinea che «in generale, sebbene si osservi una diminuzione dell'efficacia nella fase epidemica Delta, l'efficacia preventiva nei confronti di ricoveri (92% nella fase Delta contro 95% nella fase Alfa), terapie intensive (95% fase Delta versus il 97% fase Alfa) e decessi (91% fase Delta vs 97%) rimane alta».