Il comparto, storicamente considerato un rifugio, è in una fase difficile: l’indice europeo ha perso il 20% in tre anni. Moët annuncia 1.200 esuberi, Campari scende in Borsa. Brillano invece gli yogurt di Danone.
Il comparto, storicamente considerato un rifugio, è in una fase difficile: l’indice europeo ha perso il 20% in tre anni. Moët annuncia 1.200 esuberi, Campari scende in Borsa. Brillano invece gli yogurt di Danone.Il settore food & beverage, storicamente considerato un rifugio, sta attraversando una fase di turbolenza senza precedenti. Nonostante la natura di beni primari di cibo e bevande, il comparto mostra segnali di affaticamento, con performance deludenti in Borsa e una crescente pressione normativa e sociale. L’indice Stoxx Europe 600 food & beverage registra un timido +0,26% da inizio 2025, ma il quadro peggiora su orizzonti più lunghi: -8,64% a un anno, -20,08% a tre e -7,55% a cinque. Numeri nettamente inferiori alla media del mercato azionario europeo.Dagli Stati Uniti arrivano nuove preoccupazioni. La nomina di Robert F. Kennedy Jr. a segretario alla Salute ha acceso i riflettori sulla lotta contro l’obesità e gli alimenti ultra processati. Kennedy, noto per le sue posizioni contro le «calorie cattive», punta a un cambiamento culturale più che normativo, ma le sue idee già mettono in allerta colossi come Pepsi, Dr. Pepper e Monster beverage. Anche il comparto alcolico non è immune. Il «dry January» si sta trasformando da moda stagionale a tendenza stabile, soprattutto tra i giovani, sempre più orientate verso stili di vita sobri. Il risultato è che la domanda non trova ricambio generazionale. Molte aziende hanno tentato di compensare con aumenti di prezzo - in alcuni casi fino al 40% per gli champagne - ma il mercato comincia a non reggere più. Lo dimostra il caso Moët Hennessy (gruppo Lvmh), che ha annunciato 1.200 esuberi su 9.400 dipendenti a fronte di un calo dell’8% delle vendite nel primo trimestre 2025. «A complicare ulteriormente lo scenario», ricorda Salvatore Gaziano, direttore investimenti di Soldiexpert scf, «lo spettro di nuovi dazi americani sulle importazioni europee, una mossa che potrebbe costringere le aziende a ripensare le loro strategie».Le aziende birrarie, già attive su fronti alternativi come birre analcoliche e «light», sembrano meglio posizionate per adattarsi. Diverso il discorso per Campari, che a Piazza Affari ha deluso le attese con un calo organico delle vendite e dell’utile operativo nel primo trimestre. Gli analisti, pur restando fiduciosi, hanno rivisto al ribasso i target price.Tra le poche eccezioni brillanti, Danone. A fronte delle difficoltà di giganti come Nestlé, l’azienda francese ha centrato il terzo anno consecutivo di crescita. Merito di una strategia avviata nel 2020 che ha rifocalizzato il core business su alimenti salutari (yogurt proteici, acqua, prodotti vegetali), con investimenti mirati in innovazione e marketing. «Nonostante il clima geopolitico complesso, riteniamo che l’innovazione ad alto impatto nel settore non solo proseguirà, ma potrà addirittura consolidarsi», spiega Mauro Odorico, fondatore del fondo Linfa di Riello investimenti sgr. «L’Europa continua a rappresentare un mercato strategico per chi investe nel food & beverage anche rispetto ai temi della sostenibilità, grazie a un impianto normativo avanzato e a una domanda in costante crescita di soluzioni green».
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