2019-11-06
«Io sessista? Una falsità. Riporto solamente ciò che rivelano i numeri»
Parla Alessandro Strumia, il professore di fisica cacciato dal Cern con l'accusa di aver pronunciato frasi offensive sulle donne: «Maschi e femmine hanno interessi diversi».Alessandro Strumia - fisico di fama internazionale, professore all'Università di Pisa - è finito sui giornali di mezzo mondo con una accusa infamante. Lo dipingo come lo «studioso sessista», un misogino che disprezza le donne e le considera meno intelligenti e capaci degli uomini. Tutto nasce dalla partecipazione a un convegno a Ginevra, nel settembre del 2018. Il titolo era tutto un programma: «Fisica delle alte energie e gender». In quell'occasione, Strumia ebbe l'ardire di sostenere che, se in ambito scientifico esistono differenze tra maschi e femmine non sempre è per colpa delle discriminazioni basate sul sesso. Subito si sono scatenate polemiche furenti, e dopo qualche giorno il professore è stato sospeso dal Cern, con cui collaborava. Oggi continua a lavorare per l'Università di Pisa, e ha appena pubblicato - su una rivista scientifica chiamata Quantitative science studies - un articolo scientifico intitolato: Questioni di genere in fisica fondamentale. Con questo lavoro, Strumia torna - dati alla mano - sull'argomento che gli è costato il posto al Cern è il linciaggio mediatico. Professore ripartiamo dal principio. Le imputano di avere detto che le donne sono meno abili degli uomini nella fisica. È così?«Mi vengono attribuite frasi inventate di sana pianta. Certi giornalisti ingannano i propri lettori per costruire la narrativa del sessista».Le rinfacciano di avere detto che la fisica è stata «costruita e inventata dagli uomini, non si entra su invito». Ripeterebbe ancora queste parole?«Quella frase era in una mia slide sotto il titolo: “Discriminazioni contro le donne". Continuava dicendo: “La Curie ed altre sono state benvenute, avendo dimostrato quello che sanno fare, ottenendo premi Nobel". Quei giornalisti che hanno cercato di distorcere il senso del discorso hanno sottovalutato l'intelligenza dei lettori che hanno trovato in Internet le slide rimosse dal Cern, hanno compreso il vero senso della frase, hanno commentato indignati per essere stati presi in giro». Quindi sottoscrive quella affermazione: gli uomini hanno inventato la fisica.«Storicamente la fisica moderna è stata inventata da Galileo, Newton e altri uomini, in epoche in cui l'accesso specialmente delle donne all'istruzione era difficile: uomini iniziarono a costruire le necessarie istituzioni sviluppando una cultura basata su onestà e meritocrazia. Nessuno ha accesso privilegiato su invito, ma chiunque può farsi avanti e venire apprezzato in base ai propri meriti, non in base al proprio genere, razza, eccetera. Marie Curie è un esempio di come donne capaci furono apprezzate dalla comunità dei fisici già molti anni fa. Sebbene all'epoca fosse inusuale per le donne anche solo studiare fisica, grazie ai suoi risultati ricevette non uno ma due premi Nobel». Quanto le sono costate queste frasi?«Più o meno quanto potrei guadagnare con denunce per diffamazione. Ma preferisco lasciare perdere e occuparmi di fisica». Ha perso l'incarico al Cern, però. «Scientificamente, lasciare il Cern è stato un guadagno in quanto il periodo d'oro del Cern era ormai al tramonto. Meglio passare ad argomenti più promettenti che tacere pur di rimanere al Cern».Continua a insegnare all'Università di Pisa? È cambiato qualcosa?«Nessun problema con colleghi fisici e studenti. Alcune attiviste note per occupazioni abusive hanno fatto volantinaggi sul mio ufficio, ma senza entrare. Magari avranno notato che i dipartimenti di fisica sono aperti a tutti, che nessuno invita gli uomini con limousine né obbliga le donne a mettersi i baffi per entrare». E i suoi colleghi? Qualcuno le ha mostrato solidarietà?«Privatamente tanti, però la maggioranza è così silenziosa che, scherzando, mi dicono: “Se ti uccidono non posso venire al tuo funerale, ma ti mando fiori"».Parliamo del nuovo articolo. Può spiegare a noi profani di che si tratta?«Avevo dati su articoli e assunzioni nel mio campo, e li ho usati per capire se le differenze di genere sono primariamente dovute a discriminazioni. I dati dicono di no. Ad esempio, fra i giovani fisici ci sono circa 4 uomini per ogni donna, e la proporzione rimane la stessa fino al pensionamento. Questa e altre differenze che esistono per davvero possono avere cause diverse da discriminazioni. Alcune facoltà hanno più studentesse, altri più studenti, e tutti sono liberi di iscriversi dove vogliono. È noto in psicologia (e anche nel senso comune) che uomini e donne hanno in media interessi diversi. Purtroppo menzionare risultati scientifici su questo tipo di differenze umane è diventato tabù: ogni volta che qualcuno parla e viene licenziato, gli esperti scrivono una rassegna e trovano che aveva ragione».Ho letto che l'articolo è stato pubblicato su una rivista legata al Mit. Ma è stata pubblicata anche una revisione critica secondo cui il suo articolo contiene «affermazioni non dimostrate». Come risponde?«Per sopravvivere in alcune accademie bisogna aderire al politicamente corretto al punto di dire “1+1 = 2 non è dimostrato" senza portare argomenti. In realtà l'articolo è stato accettato seguendo il normale percorso scientifico: revisori anonimi hanno sollevato dubbi, ho fatto verifiche e risposto, i revisori hanno valutato che l'articolo era accettabile, l'editore l'ha accettato. Tra l'altro, grazie ai referee ho scoperto che i risultati da me trovati non sono nuovi: la letteratura scientifica in materia trova risultati simili. Sembrano risultati inusuali solo perché tanti media dipingono una narrativa erronea ed attaccano come sessisti gli scienziati che non si adeguano».Crede di essere una vittima del politicamente corretto?«Lo sarei diventato se mi fossi auto censurato. In Italia si può ancora parlare pagando un prezzo ragionevole, ma nel mondo anglosassone la situazione è molto peggiore, e quello che succede in Usa spesso poi arriva da noi. Io sono a favore delle pari opportunità nel senso che “la persona più qualificata deve avere il lavoro" indipendentemente dal suo sesso, razza, religione, orientamento politico, eccetera. Ma la frase virgolettata è stata considerata micro-aggressione nelle università in California».Davvero?«Parlare di differenze di genere negli Stati Uniti è tanto pericoloso quanto parlare di differenze di classe in Unione Sovietica: dietro a slogan come “diversità, inclusione, eguaglianza" può celarsi una ideologia politica che non vuole le pari opportunità ma i pari esiti, secondo cui bisognerebbe discriminare rendendo più uguali degli altri quei gruppi che questa politica elegge a vittime. Oggi questa area politica si è arroccata nella visione del mondo che la fa sentire moralmente superiore: credere che ogni differenza sia dovuta solo a discriminazioni perché tutto è costruito socialmente. Attaccare l'evidenza è lo stesso errore che fece la Chiesa quando l'Illuminismo sollevò dubbi su altre credenze sacre».Continuerà a portare avanti le sue tesi? Come?«Spero di potermi occupare di fisica, dove ci sono problemi più interessanti».
Jose Mourinho (Getty Images)