2021-05-06
Gli intransigenti virologi da talk show ammutoliscono appena Sala apre bocca
Sulla festa interista in Piazza Duomo altri sarebbero stati crocifissi. Invece anche Massimo Galli...Sotto il vestito niente. Era il claim della Milano da bere, vale per Beppe Sala in vestaglia di cachemire e calze arcobaleno che in cinque anni non è mai uscito dal municipio 1, prigioniero degli annunci e dello storytelling. Il vanity sindaco ha un vantaggio su chiunque altro: la narrazione romanzesca derivata da un'immagine mediatica di panna montata, lontana dalla realtà.Ultimo esempio, la festa dei tifosi nerazzurri in piazza del Duomo. Altri sindaci sarebbero stati crocifissi, lui invece ha avuto la dispensa dell'ineluttabilità. Non aveva previsto nulla, non si è preoccupato di nulla e ha polemizzato su Twitter con chi lo criticava. Qualcosa di meglio forse si poteva fare, visto che la prefettura ha individuato un'area per 3.000 persone nei pressi di San Siro per l'eventuale festa dopo Inter-Sampdoria. Anche in questo caso Sala ha trovato curiosi alleati in virologi chiusuristi (anzi oscurantisti) come Massimo Galli, spesso intransigente con Stato e regioni: «Non sono contento ma si tratta di cose praticamente inevitabili». Nessun anatema diretto, anzi una gentilezza sospetta, forse perché si vocifera di un coinvolgimento del professore (vicino alla pensione) nell'eventuale secondo mandato di Sala.Mentre nella metropoli la crisi è palpabile, i cantieri della M4 soffocano il centro (quattro anni di ritardo), le periferie soffrono e i progetti latitano, il sindaco non si tocca. Tutti allineati. Sembra soggetto al «non poteva sapere» riservato ai privilegiati al tempo di Mani pulite. Dopo gli involtini primavera e #Milanononsiferma, durante la prima ondata di pandemia Sala si segnalò per la battaglia dei pennarelli (alle mamme con figli a casa senza poter colorare i quaderni) e per le critiche alla Regione Lombardia in trincea.Mentre i giornali cercavano «la strage nascosta» al Pio Albergo Trivulzio, nessuno si prese l'impegno di verificare se anche nelle cinque Rsa gestite dal Comune ci fossero anomalie. E c'erano. Per poi scoprire che al Pat la percentuale dei morti era in linea con la media regionale. In estate, con il fattivo contributo dei media, il vanity sindaco riuscì a far passare per piste ciclabili strisce d'asfalto dipinte con la vernice gialla che finiscono nel nulla. Nelle partecipate ha piazzato i sodali, sullo stadio non ha mai preso una decisione, chiama «piazze tattiche» colate di cemento con tre panchine distrutte. Dopo cinque anni di nulla ha deciso di mandare le ruspe in un campo rom per scopi elettorali, ma invece degli applausi si è guadagnato gli insulti di tutto il quartiere Forlanini. La gente non è fessa.Con la copertura mediatica e di aficionados influenti come il professor Galli su piazza del Duomo, Vanity Sala è riuscito anche a completare la trasformazione da piddino per caso in icona ecologista. Un salto triplo che nessuno critica, anche se uno studio pubblicato su Lancet stima in quasi 4.000 i morti per inquinamento nel 2020 nell'area metropolitana di Milano. La cintura urbana messa peggio in Europa. Però lui è green, basta la parola.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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