2019-09-21
In Umbria Pd e M5s affilano i coltelli. Di Maio ha già fatto arrabbiare i dem
Ieri il voto di Rousseau sul patto regionale: vincono i sì con il 60,9%. Ma l'alleanza è agitata dal ministro degli Esteri, che prima lancia il sindaco di Assisi, Stefania Proietti, poi frena. Irritazione piddina: «Siamo sorpresi...».Via libera dagli iscritti del M5s al patto civico con il Pd per le regionali in Umbria, ma le polemiche sul nome del candidato alla presidenza della Regione non lasciano prevedere nulla di buono per la scalcagnata alleanza giallorossa. Ieri il voto sulla piattaforma Rousseau si è concluso con la vittoria dei sì al patto (21.320 voti, pari al 60,9%, mentre per il no hanno votato in 13.716, ovvero il 39,1%), ma la giornata è stata costellata da attacchi incrociati tra Pd e M5s, con Luigi Di Maio in particolare che ha approfittato anche di questa occasione per stuzzicare i dem. È evidente che Di Maio, nonostante abbia ottenuto il prestigioso incarico di ministro degli Esteri e sia ancora formalmente capo politico dei grillini, non ha ancora superato il trauma di essere stato detronizzato sia dal ruolo di vicepremier che da quello di leader effettivo del M5s, il cui timone è ora nelle mani del premier Giuseppe Conte.Così, con la votazione in programma dalle 10 alle 19, di buon mattino Di Maio ha spiazzato tutti con un post sul blog del M5s nel quale ha lanciato la candidatura del sindaco di Assisi, Stefania Proietti, mentre il Pd punta sul giovane leader della Confcooperative locale, Andrea Fora.«Siete chiamati a decidere», ha scritto Di Maio, rivolgendosi agli iscritti del M5s, «se appoggiare una giunta composta da cittadini esterni, sostenuti da forze politiche e civiche. Noi ci presenteremo con il nostro simbolo e con le nostre idee, raccolte in un programma, e in consiglio regionale controlleremo che la nuova giunta civica, che dovrà essere estranea ai partiti, realizzi ciò che ha promesso ai cittadini, altrimenti tutti a casa. Il nome che abbiamo proposto come candidata presidente», ha aggiunto Di Maio, «è l'attuale sindaco di Assisi, Stefania Proietti, una amministratrice locale molto attiva e una docente universitaria molto apprezzata. E ci aspettiamo una risposta, perché non c'è più tempo. In Umbria c'è un'emergenza. C'è stata una giunta al centro di uno scandalo di corruzione sulla sanità. Che vogliamo fare? Metterci a dire quanto sono cattivi gli altri e quanto siamo bravi noi? Secondo me», ha precisato il ministro degli Esteri, «è il caso di trovare un modo per cui, insieme ad altre forze, diamo la possibilità a qualcuno di esterno ai partiti di cambiare questa regione e certe logiche. Qualcuno mi chiede: ma nelle altre regioni? E io rispondo: una cosa alla volta. Ogni regione», ha sottolineato Di Maio, «è una storia a sé. Iniziamo dall'Umbria. Poi valuteremo, insieme, il resto. Ci saranno otto regioni che vanno al voto da qui a maggio. Attrezziamoci per liberarle dalla solita cappa di politicanti».Sul nome del candidato presidente «civico» in Umbria, quindi, Pd e M5s rischiano una clamorosa spaccatura. I dem insistono infatti su Andrea Fora, giovane leader della Confcooperative locale, mentre l'ultimatum di Di Maio sulla Proietti, tatticamente, sembra voler aprire la strada a un «candidato di superamento» che eliminerebbe dalla corsa i due nomi in campo, ma il tono perentorio delle sue parole ha provocato la prevedibile reazione del Pd: «Sorprendono», ha replicato, stizzito, il commissario Pd dell'Umbria, Walter Verini, «le parole di Luigi Di Maio di questa mattina. Da giorni, in accordo con il partito nazionale, attendiamo una risposta seria su una candidatura civico-sociale da tempo in campo, a prescindere dal Pd: quella di Andrea Fora. Il quale, davanti ad eventuali intese su profili di alto spessore», ha aggiunto Verini, «aveva dato e darebbe piena disponibilità ad aiutare queste soluzioni. Noi lavoriamo per unire e non per dividere un campo largo che può essere vincente». Verini quindi lascia aperta la porta a un nome nuovo, un «profilo di alto spessore».«Capisco», ha commentato il vicecapogruppo del Pd al Senato, Franco Mirabelli, «che Di Maio in questo anno e mezzo ha vissuto un'esperienza difficile con la Lega, ma abbiamo detto dal primo minuto che l'idea di fare continue polemiche interne alle forze di maggioranza, cercando di rappresentare maggioranza e opposizione insieme, non ci appartiene e non deve appartenere a questo governo e alle forze che lo sostengono. Lavoriamo per fare le cose invece che alimentare divisioni o sospetti».Nel pomeriggio, da Assisi, Di Maio ha innestato la retromarcia: «Tutte le questioni relative a nomi e contro nomi», ha puntualizzato Di Maio, dimenticando evidentemente di aver fatto lui stesso, poche ore prima, il nome della Proietti, «le lascio a chi in questo momento si sta confrontando. Per quanto riguarda l'esperienza in Umbria, è innovativa perché come movimento siamo riusciti a fare in modo che i partiti facessero un passo indietro e i cittadini potessero fare un passo avanti. Se riusciremo a creare questo patto civico, la nuova giunta dell'Umbria non avrà gente dei partiti né del M5s al suo interno. Ci sarà un candidato presidente, spero un presidente civico indipendente», ha argomentato Di Maio, «che si creerà una sua giunta in base alle capacità e alle competenze».
Kim Jong-un (Getty Images)
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È stato pubblicato sul portale governativo InPA il quarto Maxi Avviso ASMEL, aperto da oggi fino al 30 settembre. L’iniziativa, promossa dall’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali (ASMEL), punta a creare e aggiornare le liste di 37 profili professionali, rivolti a laureati, diplomati e operai specializzati. Potranno candidarsi tutti gli interessati accedendo al sito www.asmelab.it.
I 4.678 Comuni soci ASMEL potranno attingere a queste graduatorie per le proprie assunzioni. La procedura, introdotta nel 2021 con il Decreto Reclutamento e subito adottata dagli enti ASMEL, ha già permesso l’assunzione di 1.000 figure professionali, con altre 500 selezioni attualmente in corso. I candidati affrontano una selezione nazionale online: chi supera le prove viene inserito negli Elenchi Idonei, da cui i Comuni possono attingere in qualsiasi momento attraverso procedure snelle, i cosiddetti interpelli.
Un aspetto centrale è la territorialità. Gli iscritti possono scegliere di lavorare nei Comuni del proprio territorio, coniugando esigenze professionali e familiari. Per gli enti locali questo significa personale radicato, motivato e capace di rafforzare il rapporto tra amministrazione e comunità.
Il segretario generale di ASMEL, Francesco Pinto, sottolinea i vantaggi della procedura: «L’esperienza maturata dimostra che questa modalità assicura ai Comuni soci un processo selettivo della durata di sole quattro settimane, grazie a una digitalizzazione sempre più spinta. Inoltre, consente ai funzionari comunali di lavorare vicino alle proprie comunità, garantendo continuità, fidelizzazione e servizi migliori. I dati confermano che chi viene assunto tramite ASMEL ha un tasso di dimissioni significativamente più basso rispetto ai concorsi tradizionali, a dimostrazione di una maggiore stabilità e soddisfazione».
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Roberto Occhiuto (Imagoeconomica)