2020-11-28
In Toscana un centro di cure al plasma con le quali fa affari la famiglia Marcucci
Eugenio Giani (Getty images)
Il progetto di Eugenio Giani prevede posti letto e una banca del sangue, proprio il settore dell'azienda del fratello del capogruppo Pd.Il neo governatore Eugenio Giani brinda al ritorno della Toscana a zona arancione dal prossimo 4 dicembre. Del resto, sulla sanità il presidente della Regione ha scommesso molto fin dalla campagna elettorale. Tanto che nel giorno del suo insediamento avvenuto lo scorso 8 ottobre Giani ha firmato la sua prima ordinanza per il rinnovo, fino al 31 gennaio 2021, delle disposizioni che riguardano le Rsa per il contrasto al virus. Non solo. Dopo un intenso lavoro diplomatico per far quadrare le poltrone in giunta sotto le pressioni dal Pd zingarettiano e riformista, dai renziani di Iv e dai territori toscani, Giani ha nominato come assessore alla Sanità Simone Bezzini, legato al polo sanitario e farmaceutico di Siena, nei cui laboratori si sta preparando il farmaco anti Covid. Nei giorni scorsi, intervenendo in Aula proprio sull'emergenza sanitaria, Giani ha proposto di realizzare negli spazi dell'ex Creaf (un incubatore di imprese mai decollato) di Prato, un centro di specializzazione dedicato al Covid che porti avanti la ricerca anche in futuro. Sono stati già allestiti «191 posti letto Covid che saranno pronti l'8 dicembre e un secondo lotto che ci porta a 340 posti. Quello può diventare il luogo nell'Italia centrale di specializzazione sul Covid, perché non illudiamoci, anche se avremo i vaccini a metà gennaio, una fascia di persone lo prenderà non solo quest'anno, ma anche l'anno prossimo», ha detto il presidente. Sottolineando che l'ex Creaf «potrebbe essere anche il luogo dove costruire la banca del plasma, e il centro dove quelle patologie del futuro possono essere affrontate». Il progetto di Giani - che all'inaugurazione vuole invitare il ministro Roberto Speranza, il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro e il commissario all'emergenza, Domenico Arcuri - è assai ambizioso. Perché punta a creare in tempi record il primo centro italiano dedicato alla cura, all'analisi e probabilmente anche alla raccolta del plasma. Ad apprezzare l'iniziativa sarà sicuramente Kedrion biopharma, colosso dei plasmaderivati controllata dalla famiglia Marcucci e partecipata da Cdp equity al 25% e da Fsi al 19,5%: l'amministratore delegato è Paolo Marcucci, fratello maggiore del senatore e capogruppo del Pd, Andrea, che è consigliere con funzione di supervisione sugli Stati Uniti. A luglio il gruppo di Barga, nel Lucchese, ha avviato una ricerca per lo sviluppo di una nuova terapia a base di immunoglobuline iperimmuni derivate dal sangue di persone che hanno superato la malattia (e quindi ricco di anticorpi anti virus), in partnership con il Columbia university Irving medical center. Secondo l'accordo, Kedrion fornirà al Columbia il plasma di pazienti convalescenti dal Covid destinato a essere utilizzato per la produzione della terapia messa a punto dalla stessa Kedrion e da Kamada ltd, azienda biofarmaceutica israeliana. Il plasma iperimmune potrebbe provenire dai centri di raccolta all'estero e anche da quello del sistema trasfusionale di proprietà delle Regioni, previa autorizzazione del Sistema sanitario nazionale. Intanto, sul fronte finanziario, la Kedrion ha deciso di stringere i tempi per ristrutturare il debito bancario che a fine 2019 ammontava a 637 milioni, compreso il bond da 350 milioni che scade a metà 2022. A fine 2019 il gruppo ha registrato un giro d'affari consolidato di 808,6 milioni e un utile di 38,17 milioni, mentre al termine del primo semestre dell'anno il fatturato ammontava a 336,7 milioni (-7,5%) . Mentre Giani punta sul plasma, e la famiglia Marcucci festeggia. il suo predecessore Enrico Rossi - che secondo il 75% dei toscani ha gestito in modo positivo l'emergenza Covid garantendo la tenuta del sistema sanitario regionale - ritorna in campo in Umbria con l'incarico di commissario del Pd regionale su nomina del Nazareno. L'obiettivo è quello di risollevare le sorti del partito umbro uscito dilaniato dall'inchiesta giudiziaria che decapitò la vecchia giunta e fin qui guidato, sempre da commissario, da Walter Verini. Rossi però guarda anche al posto lasciato libero dall'ex ministro Pier Carlo Padoan, eletto nel 2018 con il Pd, che si è dimesso tre settimane fa per entrare nel cda di Unicredit di cui dovrebbe diventare presidente. La poltrona fa però gola a molti e le correnti interne al partito si sono già scatenate tra i «lottiani» e gli «zingarettiani» toscani. Di certo, a dire la sua dovrà essere anche Giani, che proprio su Siena ha manifestato un particolare attivismo nel salvataggio del Monte dei Paschi inviando una lettera al ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, e chiedendo un impegno dello Stato a restare nel capitale della banca. Sempre a Siena, lo scorso 23 novembre, il direttore generale della Regione Toscana, Antonio Davide Barretta, è stato proposto dalla giunta Giani alla guida dell'azienda ospedaliera universitaria Le Scotte. Professore ordinario di economia aziendale ed ex direttore amministrativo dell'ateneo senese, Barretta era arrivato a Firenze dieci anni fa scelto proprio dall'allora presidente Enrico Rossi.
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