2022-09-16
In Danimarca niente più booster per gli under 50. Qui si insiste con tutti
Copenaghen invita al richiamo solo ultracinquantenni, sanitari e fragili: «Ai giovani non serve». Ma in Italia li vogliono all’hub.Mentre da lunedì in Italia è ripartita la grancassa della corsa alla quarta dose per tutti gli over 12, in Danimarca la nuova campagna vaccinale, che partirà il prossimo primo ottobre, sarà riservata solo agli ultracinquantenni. L’Autorità sanitaria danese, martedì scorso, ha infatti chiarito scopi e destinatari delle prossime profilassi: «L’obiettivo del programma di vaccinazione autunnale contro il Covid-19 e l’influenza è quello di proteggere coloro che rischiano di ammalarsi gravemente. Pertanto, il richiamo è raccomandato a tutti i soggetti di età pari o superiore a 50 anni». Nessuna schizofrenica e indiscriminata corsa all’hub, nessun appello confuso o allarmismo, a differenza di quanto accade in Italia. Oltre agli over 50, il ministero della Salute danese raccomanda il booster anche «alle donne in gravidanza, al personale del settore sanitario e dell’assistenza agli anziani e in aree selezionate del settore dei servizi sociali che hanno stretti contatti con i cittadini e i pazienti a più alto rischio, nonché i parenti delle persone in rischio particolarmente elevato. Le persone di età inferiore ai 50 anni che corrono un rischio maggiore di ammalarsi gravemente di Covid-19 potranno anche ricevere una vaccinazione di richiamo basata su una valutazione individuale». Uno scenario assai diverso da quello italiano, nel quale si stanno sprecando gli appelli a porgere il braccio per l’ennesima puntura a tutti gli over 12. Infatti, sebbene la priorità delle nostre autorità sanitarie siano gli ultrasessantenni e i fragili, «tutti gli altri soggetti possono comunque vaccinarsi su consiglio del medico o come scelta individuale», ha specificato l’Aifa. Poco importa se, numeri dell’Iss alla mano, sia evidente che, anziani a parte, chi ha fatto anche la dose booster si può infettare e ammalare con la stessa incidenza di un soggetto non vaccinato. Nonostante nessuno abbia saputo spiegare quanto sia utile spingere dei giovani in perfetta salute a ricevere l’ennesima puntura, magari dopo aver acquisito una potente immunità naturale, grazie alla guarigione, la litania è sempre quella: corrette all’hub e porgete il braccio. Anche se i sieri non sono aggiornati: «È sbagliato pensare di aspettare i vaccini nuovi. È importante vaccinarsi subito», ha intimato più volte il direttore del Css ed ex coordinatore del Cts, Franco Locatelli, in sintonia con il ministero della Salute e l’Aifa. Una foga in nome del dio vaccino che ci accompagna da oltre due anni, senza mai un passo indietro, una rettifica o, ancora meno, qualche scusa per le troppe bugie dette a reti unificate. Al contrario, le autorità danesi offrono un altro esempio di limpidezza quando spiegano perché non saranno vaccinati nuovamente gli under 50: «Lo scopo del programma di vaccinazione è prevenire malattie gravi, ospedalizzazione e morte. Pertanto, alle persone a più alto rischio di ammalarsi gravemente verrà offerta la vaccinazione di richiamo. Lo scopo della vaccinazione non è prevenire l’infezione da Covid». Il ministero della Salute scandinavo scrive nero su bianco ciò che è palese: l’iniezione non evita il contagio, bensì le forme gravi. Un’evidenza empirica innegabile, dato l’elevatissimo numero di vaccinati contagiatisi e anche reinfettatisi. E che dimostra l’irrazionalità dell’obbligo vaccinale, pena la sospensione dal lavoro, per i sanitari nel nostro Paese, vigente fino al 31 dicembre. L’autorità sanitaria danese continua: «Le persone di età inferiore ai 50 anni non sono particolarmente a rischio di ammalarsi gravemente. Inoltre, i giovani di età inferiore ai 50 anni sono ben protetti contro il rischio di ammalarsi gravemente di Covid, poiché un numero molto elevato di loro è già stato vaccinato ed è stato precedentemente infettato e di conseguenza esiste una buona immunità in questa fascia di popolazione». Parole che i talebani sanitari nostrani avrebbero bollato fino a ieri come eresie pronunciate da qualche complottista no vax. Peccato che la realtà abbia smentito gli ultrà della siringa e dei diktat, ben lontani tuttavia da ammettere gli errori di valutazione e comunicazione. Ma a giudicare dai dati sulla quarta dose, anche se la pantomima sulle punture non cambia, la psicosi tra gli italiani è sparita. Per liberarci degli ultimi mohicani del Covid, invece, basterà aspettare le elezioni. Manca poco.