2018-11-25
La lobby degli Lgbt sputa sul governo, il M5s le fa sponda
Il sottosegretario grillino propone una legge contro la «omotransfobia» e vuole affossare il ddl di Simone Pillon. Intanto le associazioni arcobaleno da lui convocate attaccano: «Su gay e migranti deriva autoritaria». Qui non si tratta di «temi etici» buoni per i dibattiti fra professori. Qui ci sono in gioco questioni fondamentali, su cui arretrare non si può.le sue idee (ci mancherebbe). Il problema sorge quando insiste a battere cassa. Affrontando il tema dei «diritti Lgbt», ha dichiarato: «Se questo governo non farà passi avanti, posso garantire che non consentiremo passi indietro». Che cosa i 5 stelle intendano per «passi indietro» ormai chiaro. Giusto pochi giorni fa, a Roma, hanno affossato la mozione pro life proposta da Fratelli d'Italia. Non solo. Pierpaolo Sileri, presidente pentastellato dalla commissione Sanità del Senato, ha appena rilasciato un'intervista a La Notizia per sostenere le iniziative pro aborto portate avanti in varie città italiane: ha chiarito che la legge 194 «non si tocca» e, per non farsi mancare nulla, ha fatto capire che in Italia ci sono troppi medici obiettori.Ma se sull'aborto il muro era prevedibile e previsto, è decisamente meno digeribile l'atteggiamento dei grillini su altre faccende, ad esempio il ddl Pillon in materia di affido condiviso. Secondo Vincenzo Spadafora, «quella legge così com'è non passerà mai», poiché «il modello di famiglia che propone non è solo in contrasto con quello che penso io e che pensa il Movimento, ma collide con la realtà». In verità, l'affido condiviso non ha nulla a che fare con la «famiglia patriarcale» o altre baggianate di tal fatta. È una norma che garantisce equità ed è nel totale interesse dei bambini.La sensazione, purtroppo, è che su questo tema la Lega non sia intenzionata a puntare i piedi. Non vorremmo essere troppo pessimisti, e saremmo felici di essere smentiti, ma temiamo che il ddl Pillon sia destinato a rimanere in un angolo, o per lo meno a subire modifiche che lo snatureranno. Il motivo è quello che dicevamo poco fa: su certe questioni derubricate a «temi etici» i partiti preferiscono cedere il passo onde non mettere a rischio alleanze e altre partite politicamente più redditizie. Sarebbe molto triste, però, se - un pezzetto dopo l'altro - cadessero tutti gli argini. Già le opposizioni all'affido condiviso non si ingoiano facilmente. Ma ci sono altre idee che sono ancora più irricevibili. Spadafora, per esempio, spiega a Repubblica che «esaurite le priorità del contratto, penso che l'anno prossimo il Parlamento possa lavorare in modo trasversale a una legge contro l'omotransfobia». Certo, ci manca solo che sfornino una bella norma per imporre la mordacchia a chiunque non sia d'accordo con le associazioni arcobaleno. Perché questo sarebbe una legge sull'omofobia: un modo per tutelare non gli omosessuali o i transessuali, ma le associazioni che li rappresentano e che impongono una visione a senso unico, per esempio sul gender o sull'utero in affitto. Queste associazioni hanno già ricevuto fin troppe attenzioni dall'esecutivo. Proprio su iniziativa di Spadafora è stato aperto il «Tavolo di consultazione permanente per la promozione dei diritti e la tutela delle persone Lgbti», che riunisce 48 organizzazioni. L'allegro gruppetto si è riunito per la prima volta una decina di giorni e sapete che cosa ha fatto? Ha sputato sul governo. Dieci sigle (Certi diritti, Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, Coordinamento Torino Pride, Di' Gay Project, Edge, Famiglie arcobaleno, Iglbt, Post, Rete genitori rainbow e Stonewall Glbt Siracusa), hanno prodotto un comunicato stampa in cui denunciano: «Il clima ostile nei confronti delle persone Lgbt va di pari passo con gli attacchi alle libertà della donna, come dimostra il disegno di legge Pillon sull'affido dei bambini in caso di divorzio, e ai diritti dei migranti, come dimostra il varo del decreto sicurezza e il vergognoso sgombero del centro Baobab a Roma avvenuto proprio qualche ora prima che il governo si sedesse al tavolo con le associazioni».Capito? Questo è il modo in cui si occupano di diritti gay: attaccando l'esecutivo sui migranti e sul ddl Pillon. Le associazioni arcobaleno, con tono minaccioso, concludono: «Se questo tavolo può influire nei fatti alle posizioni di governo e maggioranza su questi temi ben venga, se deve essere un paravento a nascondere la deriva autoritaria in atto meglio sospendere il confronto». Il messaggio è chiaro: o fate come diciamo noi, oppure sarà guerra. È per accontentare costoro che si mette in dubbio una norma fondamentale come l'affido condiviso? È per non turbare queste associazioni storicamente di sinistra che si trattano tutti i pro vita come bigotti trinariciuti?Qui non si tratta di «temi etici» buoni per i dibattiti fra professori. Qui ci sono in gioco questioni fondamentali, su cui arretrare non si può (ma non nel senso in cui intende Spadafora).