2021-06-24
Il salotto di Milano che ha eletto Sala adesso pretende un coprifuoco ad hoc
Giuseppe Sala (Getty images)
Il sindaco invoca «tolleranza» per la movida. Però in centro, dove lo votano in massa, il Pd la limita: lì dà troppo fastidioFinalmente un Partito democratico interclassista. Stare dalla parte degli elettori del centro che vogliono dormire tranquilli, oppure dei ragazzi che hanno voglia di stare in giro fino a tarda ora e degli esercenti di bar e ristoranti, che hanno bisogno di lavorare? A Milano il centrosinistra ha risolto il dilemma: sta con tutti quanti, contemporaneamente. A costo di sembrare schizofrenico e di aderire, un po' fuori tempo massimo, al canone law & order della Lega. Ma in autunno si vota e la caccia al consenso fa già premio sulla coerenza.«Movida» ormai è una parola malata e dopo le psicosi da lockdown alla Speranza, per giornali e tv indica anche un assembramento di quattro ragazzi con la birra in mano, all'aria aperta. Ovviamente, se ad assembrarsi sono i pensionati in coda davanti all'ufficio postale per pagare una bolletta, non è «movida» e non scatta l'emergenza sanitaria. Ma va detto che il problema del rumore nei centri storici c'era anche prima della pandemia cinese e dopo tante limitazioni, cadute per giunta proprio in occasione dell'estate, la gente ha ripreso a uscire come e più di prima. Così, in centro a Milano, sono tornate le proteste dei residenti nelle zone di pregio. E il Pd non poteva restare insensibile al lamento del suo elettore medio, anziano e benestante. L'altro ieri il Municipio 1, quello del centro storico, governato dal centrosinistra, è partito lancia in resta contro i dehor con un ordine del giorno che chiede di limitare l'apertura di bar e locali alle 23.30 nei giorni della settimana e a mezzanotte e mezzo nelle serate di venerdì e sabato. In più, si chiede al Comune di vietare l'asporto, per tutti i locali, di alcolici e superalcolici a partite dalle nove e mezza di sera. L'ordine del giorno è passato a larga maggioranza con i voti di Pd e Lega, mentre Forza Italia ha preferito astenersi. Un'alleanza singolare, perché non capita tutti i giorni di vedere il Partito democratico seguire la Lega sul suo terreno preferito e indossare cappello e stellone da sceriffo. Ma il partito guidato con mano incerta da Enrico Letta, a Milano come a Torino e Roma, ormai ha il nocciolo duro del proprio elettorato tra coloro che vivono in pieno centro o nei quartieri di lusso.Ieri mattina, però, Beppe Sala ha tentato immediatamente di correggere la rotta dei compagni del centro: «È chiaro che non immagino in condizioni normali una diffusione così larga degli spazi all'aperto», ha spiegato il sindaco alla festa della Guardia di finanza, «ma quest'anno va un po' così, ne dobbiamo tener conto, i locali e le discoteche sono chiusi e i ragazzi da una parte o dall'altra in giro stanno. Io capisco il fatto che in alcune vie sia difficile ma chiedo un po' a tutti tolleranza, non dev'essere questa la regola dell'estate». Bisogna dire che cavarsela, di fronte a un problema oggettivo, con un «quest'anno va un po' così» non è proprio da amministratore illuminato.Comunque, il sogno bipartisan del Municipio 1 di limitare confusione e rumore di notte è già destinato a farsi benedire perché «il lavoro è lavoro». Mentre il sonno non è sonno, evidentemente. Fabio Arrigoni, presidente pd del Municipio ribelle, in un documento ha denunciato anche gli effetti dei troppi tavolini: «Meno posti auto, ostacoli a passeggini e carrozzine, occupazione di aiuole e verde pubblico». Ma anche qui il suo appello sembra destinato a cadere nel vuoto perché gli esercenti sono già esasperati da mesi e mesi di mancati incassi. Nella vicina Pavia, il sindaco Mario Fracassi (Lega) ha deciso un giro di vite dopo aver visto gente ubriaca per strada già all'ora dell'aperitivo, balli sul sagrato del duomo e ogni anfratto del centro pedonale che la notte viene usato come vespasiano. E così, da mezzanotte stop totale ad alcol e drink da passeggio, oltre a multe fino a 3.000 euro per i locali che non rispettano le regole. Fracassi ha spiegato di «amare i giovani» e quindi non vuole che «si facciano del male», anche perché ci sono state varie risse tra bande rivali. «Dopo un anno di chiusure e a fronte dell'assenza di luoghi di ritrovo per i giovani, ero restio a imporre nuove restrizioni», ha spiegato il primo cittadino pavese, «ma la situazione non mi ha lasciato scelta: ho il dovere di difendere la città e i miei concittadini».Tornando a Milano, il problema di conciliare diverse esigenze era già emerso a maggio, con l'allentarsi delle misure anti contagio. Proprio il Comune guidato da Giuseppe Sala aveva annunciato l'installazione di una serie di sensori in giro per il centro storico per controllare il livello dei decibel notturni e intervenire a ragion veduta per ridurre il rumore. Del resto, le proteste dei residenti arrivano dall'Arco della pace, da corso Garibaldi e corso Como, dai Navigli, dalle Colonne di San Lorenzo e da via Lecco. I sensori saranno piazzati in cima ai pali della luce e il progetto sperimentale sarà affidato all'Amat. Chissà se i sensori verranno usati solo per combattere i rumori da divertimento. Al momento sembra proprio che traffico e cantieri la faranno franca, perché il progetto va sotto il nome di «Studio per la caratterizzazione del rumore prodotto dalla Movida». In questi giorni Palazzo Marino sta studiando in quali zone cominciare le rilevazioni e chissà che mal di pancia avrà il sindaco Sala nel dover constatare, cartina alla mano, che il Pd non può dare soddisfazione a tutti i possessori di scheda elettorale.
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