2021-02-16
Il giudice di Salvini viola le regole anti Covid e pranza al ristorante
Nunzio Sarpietro, a Roma per interrogare Conte sul caso Gregoretti, ha fatto uno show. Subito dopo è stato pizzicato dalle «Iene» in un ristorante che avrebbe dovuto essere chiuso causa zona arancione. Crudi di mare e champagne: «È per rivedere mia figlia»«Guardi, c'è solo un goccino di vino e tre piatti freddi». Sarebbe polpo. Quando vede comparire le inconfondibili sagome delle Iene nel ristorante vuoto, il giudice per le udienze preliminari di Catania, Nunzio Sarpietro, è solo un po' seccato ma finge noncuranza. Come dire: ci vuol altro che una telecamera per fregarmi. È al tavolo con la figlia e il fidanzato, ha appena compiuto un miracolo: ha fatto aprire il celeberrimo Chinappi in Porta Pia - specialità pesce - mentre Roma è in zona arancione e la ristorazione ai tavoli è vietatissima. È il 28 gennaio e il giudice è reduce da una mattinata molto speciale e forse un po' stressante. È andato a trovare a Palazzo Chigi l'uomo che ha firmato l'ordinanza di chiusura per tutti (tranne che per lui): il premier Giuseppe Conte. In realtà non doveva essere un'udienza di cortesia ma un vero e proprio interrogatorio perché il gup Sarpietro è titolare dell'inchiesta sulla nave Gregoretti della guardia costiera, quella dei migranti in stand by per cinque giorni, con Matteo Salvini imputato di sequestro di persona e Conte persona informata sui fatti. Il dialogo agli atti (rivelato dal Fatto Quotidiano) è molto colloquiale, sembra che il giudice sia orgoglioso di trovarsi davanti al presidente del Consiglio e lo copre di elogi. «Apprezzo il suo discorso in Europa», dice. E sulla vicenda Gregoretti aggiunge: «L'ambasciatore Massari si diede da fare in una maniera incredibile, poi c'era qualche giorno festivo in mezzo, però riuscì a portare un risultato, debbo dire, encomiabile. Alla nostra diplomazia tanto di cappello. Un orgoglio nazionale». Conte gli spiega che «la decisione specifica sullo sbarco non è del premier». Il giudice prosegue con gli attestati di stima; sembra un tranquillo palleggio a tennis nel giardino dei Finzi Contini. «Ho apprezzato il discorso che lei ha fatto in quel Consiglio d'Europa dove ha cercato, con un discorso raffinato secondo me, di far capire a tutti che il problema (dei migranti alle porte, ndr) è molto grosso, non solo italiano, greco o spagnolo ma un problema di tutti». Il preambolo è fondamentale per capire il secondo tempo del curioso one man show. Alla fine Sarpietro pietrifica mezza Italia perché, davanti a Palazzo Chigi, si ferma per improvvisare una conferenza stampa. Inusuale, inopportuno per un giudice. E la sviolinata continua. «Il premier ha fornito un'ottima testimonianza, ha risposto anche a domande generiche. Mi ha fatto un'ottima impressione, credo che rappresenti molto bene il Paese». Si scopre che gli ha anche detto: «A livello personale le auguro di andare avanti con un governo Conte ter».Sono le 13.30 passate. Sarpietro si sgancia, sale su un minivan, attraversa il cuore di Roma ed entra al ristorante aperto solo per lui. Adesso si rilassa davanti a uno sciampagnino. Lo scoop di Filippo Roma e Marco Occhipinti, in onda stasera su Italia 1 alle 21.20, conferma un riflesso condizionato di ordinaria italianità: l'arroganza del potere e la subalternità di chi ne ha meno. Le Iene sono così, non mollano mai la presa. Quando il giudice esce dal sancta sanctorum del governo, lo seguono. E lo colgono in flagranza di antipastino di pesce nel ristorante molto elegante (sedie stile impero e specchi) sprangato per il resto degli italiani. Il dialogo è surreale.Iena: «In questo momento sta rispettando la legge oppure no?». Giudice divertito: «In questo momento sto violando un regolamento che è un elemento ulteriore, non la legge. Di cose gravi ce ne sono ben altre. Ritengo che il posto sia super sicuro e che sia una situazione in cui non ci sia assolutamente niente di particolarmente grave». Iena: «Un comportamento simile, secondo lei, è rispettoso verso i ristoranti che rimangono chiusi e i cittadini che non ci possono andare?». Giudice in allarme: «Ho sbagliato, confesso, ma questo non comporta nessun tipo di problema su come uno fa il magistrato. Mi faccia la multa». Iena: «Non posso, non sono un vigile». Giudice scocciato: «Chiami un vigile e mi faccia fare la multa». Iena: «Mentre gli italiani in zona rossa e arancione fuori a pranzo non ci possono andare, il giudice si fa i piattini e i brindisi con il vino». Giudice che vorrebbe essere altrove: «Va bene, sarò distrutto dall'opinione pubblica, cosa vuole che le dica. È andata così, basta». Iena: «Ci promette che da ora in poi si atterrà ai regolamenti?». Giudice con un sorriso da paresi facciale: «Le prometto di continuare ad essere quel giudice serio che sono sempre stato». La figlia coglie immediatamente il lato grottesco di tutta la vicenda, fuma una svapo, si agita sulla sedia mentre il fidanzato vorrebbe scomparire. Sarpietro ha un bicchiere in mano e minimizza: «Hanno fatto una cortesia perché c'è mia figlia ma non credo che sia niente di drammatico, dai. Un goccino di vino e tre piatti freddi». Non sarebbe esattamente così. Il titolare del ristorante, Stefano Chinappi, sul disperato per la multa che il servizio delle Iene gli farà piovere in testa, riassume il menù. «Hanno mangiato una spigola al sale, un po' di polpo e un po' di crudi, gamberi gobbetti, palamite, poi i gamberi rossi e gli scampi. Tutti e tre così. Lo spaghettino alle telline l'ha mangiato solo la figlia. Il vino? È uno champagne. Conto totale, 200 euro». Prosit.Il ristoratore adesso ne rischia 4.000 di multa e non è contento: «Mi avete massacrato». Poi spiega perché si è convinto ad aprire per il giudice Sarpietro in trasferta a Palazzo Chigi: «Lo sai come mi hanno prenotato? Come promessa di matrimonio. La figlia si sta per sposare, che ne so io. Tre persone, le ho messe dentro». Chinappi ha lo sguardo perso, se potesse riavviare il film della giornata tornerebbe a letto. «Ho sbagliato, qui non si fanno più i soldi di prima, i 200 euro servono per pagare i dipendenti. Differenze? No, guardi. Per noi sono tutti uguali, qui serviamo dallo spazzino al presidente della Repubblica, dove mandiamo il pesce. L'importante è andare avanti». Dal giudice che viola la zona arancione all'oste che piange sul latte versato, è uno spaccato d'Italia che non va mai in pensione. Un malinconico lampo da film di Alberto Sordi in un contesto di sconforto dopo un anno assurdo. Considerato il rapporto friendly, per le cruditè proibite i Sarpietro potevano invitare anche Conte.
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