2020-02-14
Il Pd fa censurare l’unico manifesto in cui dice la verità
Diffusa e poi tolta dai dem la foto del piccolo straniero associato al Papeete. Per una volta che avevano evitato la solita ipocrisia... Su, adesso basta con l'ipocrisia. La verità è che bisognerebbe ringraziarli, gli strabilianti creativi al servizio del Partito democratico del Lazio. Perché con una foto e un pugno di parole sono riusciti a svelare in un colpo solo tutti i rovelli che straziano lo stomaco della sinistra italiana riguardo l'immigrazione. Non solo: ci hanno anche mostrato quale sia realmente l'idea che i cari progressisti hanno degli stranieri in arrivo sulle nostre coste. Per una volta che avevano avuto un colpo di genio, poveretti, gli si è ritorto contro. E ovviamente - colmo della vigliaccheria - i democratici romani (gli stessi che mesi fa organizzarono una raccolta fondi a favore di Carola Rackete) sono immediatamente corsi ai ripari tentando di cancellare le tracce lasciate sulla Rete, operazione notoriamente impossibile, perché ormai il popolo del Web aveva già visto, condiviso, commentato, insultato e profuso indignazione. L'immagine incriminata l'hanno vista tutti. C'è il proverbiale bambino nero, con gli occhioni grandi e i riccioli lucidi, che stringe le manine attorno alla recinzione di quello che sembra a tutti gli effetti un campo profughi. A fianco la scritta: «Anche lui vuole ballare al Papeete». Quindi l'esortazione rivolta al ministro dell'Interno Luciana Lamorgese: «Bisogna cambiare i decreti sicurezza. Interverremo anche sulle multe alle navi Ong che salvano vite». Volevano essere arguti e polemici, i «mad men» del Pd che hanno inventato la campagna. Purtroppo per loro hanno ottenuto lo stesso effetto che Oliviero Toscani ha rimediato con le uscite sul ponte Morandi. In effetti, l'uso politico dell'immagine è piuttosto sgradevole: sfruttano un bambino per fare polemica contro Salvini tirando in ballo persino la nota discoteca romagnola, ormai divenuta l'emblema del Male assoluto leghista. Pensateci bene, però. Davvero è così odiosa questa storia del Papeete rispetto a ciò che i ferventi democratici ci propinano di solito? Normalmente, sentiamo illustri maestri del pensiero - da Emma Bonino a Roberto Saviano passando per il ministro Teresa Bellanova - spiegarci che abbiamo bisogno degli immigrati per raccogliere pomodori e altri ortaggi assortiti. Che ne abbiamo bisogno per pagarci le pensioni o per cambiare il pannolone agli anziani. Insomma, per fare tutti quei lavori che - secondo gli aristocratici esponenti della sinistra - valgono poco e fanno pure un po' schifo. Suggerire l'idea che qualcuno possa venire qui per andare in discoteca, alla fine, è sempre meglio che tifare porti aperti per sostenere apertamente la schiavitù. Sul serio: l'indignazione di sinistra per il post su Twitter del Pd laziale proprio non si comprende. Ci sono militanti che scrivono infuriati chiedendosi se i compagni della Capitale si siano per caso avvalsi dei servigi della Bestia salviniana (che tuttavia robe del genere non le ha mai prodotte). Altri s'intignano a ripetere che un povero bimbo di certo non vuole andare al Papeete. Ed è vero, ovviamente. I bambini trascinati sui barconi a rischiare la vita che ne sanno, piccini, della techno e dei mojito? Però, di nuovo, riflettete un secondo. Dietro questa frase sulla discoteca c'è un nocciolo duro di realtà. Se guardiamo il più recente rapporto Onu sui migranti giunti qui, ci rendiamo conto che la stragrande maggioranza non fugge da guerre e carestie, ma vuole arrivare in Europa, in Occidente, in cerca della prosperità e dell'agiatezza. Dunque sì, vengono anche per il Papeete. Quelli che s'imbarcano sulle carrette - per lo più maschi giovani ma già adulti - bramano la loro fetta di torta nella terra del consumo sfrenato. Succede perché qualcuno gli ha fatto credere che qui ci sia il bengodi, che qui tutto sia possibile (del resto lo mettono in testa anche a noi), quando all'opposto le possibilità sono estremamente limitate e i migranti si condannano a una vita durissima e a condizioni spesso degradanti. Oppure finiscono a fare i criminali: e allora meglio, molto meglio la pista da ballo. Piuttosto che bighellonare in giro per le città, almeno animino qualche festa. Gli attivisti de sinistra che s'arrabbiano per il manifesto, in ogni caso, sono doppiamente ipocriti. Anche se non fosse stato tirato in ballo il Papeete, usare l'immagine di un bambino sarebbe stato comunque rivoltante. Ed è abbastanza schifoso anche pretendere che tutti i manifesti sull'immigrazione abbiano come scopo quello di suscitare pietà e commozione. È viscido e mistificatorio presentare gli stranieri come una marea umana di vittime. È offensivo per gli africani e anche per noi che dobbiamo farli entrare. Ma è il tasto su cui da sempre battono i razzisti di sinistra, quelli secondo cui gli abitanti del Continente nero sono subumani incapaci di badare a sé stessi che debbono essere portati qui affinché imparino un po' di civiltà, o per essere trattati come bestie esotiche in un giardino zoologico. C'è poi l'ultimo punto, non secondario. Il Pd che realizza cartelloni e diffonde tweet per chiedere la cancellazione dei decreti sicurezza è ridicolo, anzi pietoso. Sono al governo da mesi: se vogliono, cambino le leggi. Le modifichi Nicola Zingaretti - che il Lazio lo governa, e che del partito nella regione è il dominus - se ne è capace. Altrimenti stiano tutti zitti e la smettano di atteggiarsi a buoni mentre ancora beneficiano di una parte delle conquiste salviniane in tema migratorio (le altre le hanno stupidamente cancellate). Si mettono a sfruttare i bambini, poi ci litigano su, battibeccano fra loro e ancora fanno i superiori. Ci andasse Zingaretti, al Papeete. Sembra averne bisogno.
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Fabrizio Pregliasco (Imagoeconomica)