2020-08-12
Critichi gli eccessi sul virus? Sei malato di mente
Su Repubblica lo psicoanalista Massimo Recalcati spiega che contestare il regimetto medico è roba «da sciagurati» rimasti bloccati nell'adolescenza. Ma osservando le continue baruffe nel governo, sorge il dubbio che la follia stia altrove.Ora finalmente comprendiamo le ragioni dello smisurato successo dello psicoanalista Massimo Recalcati. Benché ripeta per lo più banalità sottovuoto, egli ha un talento formidabile: inventa sempre modi nuovi per sostenere che i suoi avversari politici siano malati di mente. Mesi fa, ad esempio, scrisse che il sovranismo è una malattia mentale (affermazione da cui appunto si deduce che i sovranisti abbiano delle turbe psichiche). Ora il nostro eroe lacaniano ha escogitato un'altra formula meravigliosa, scodellata ieri tramite editoriale su Repubblica: il «negazionismo puberale». Il ragionamento è sempre lo stesso, ma declinato in forma leggermente diversa. Diciamo che si tratta di una variazione di quello che potremmo chiamare «Teorema di Recalcati». In buona sostanza, funziona così: chi, a prescindere dal colore politico, non condivide la visione politica dello psicoanalista è un sovranista, e il sovranismo è una malattia mentale, dunque chi lo professa è un malato di mente. Semplice, no? Ecco, adesso adattiamo il teorema al Covid e otteniamo il suddetto «negazionismo puberale». Secondo Recalcati, chi osi esprimere dubbi o critiche sull'operato delle autorità nel contrasto al virus è afflitto da patologia. «L'appello alla libertà calpestata dal biopotere risuona come un mantra non solo tra le masse ma anche tra illustri intellettuali», scrive il noto intellettuale (gli errori sono suoi). «Nelle adunate no-Covid esso si contorna, più o meno delirantemente, da motivi ideologici, primo fra tutti quello dell'accusa dello Stato liberticida, dell'abuso di potere, del rischio di un ritorno totalitario reso possibile dal prolungamento politico, non necessario ma solo strategico e strumentale, dello stato di eccezione». Chiaro: se pensate che l'emergenza venga sfruttata dal governo a fini politici, state delirando (pur con sfumature differenti). La vostra non è più una opinione ma una «manifestazione sintomatica», perché ovviamente siete dei malati. Recalcati, in effetti, si stupisce che le critiche sulla gestione della emergenza siano bipartisan: «Colpisce dover notare», confessa, «che l'irritazione di fronte alle misure sanitarie di sicurezza assimilano discorsi che trovano la loro ispirazione in ideologie profondamente antagoniste». Certo: a mettere in guardia sui rischi dello stato di eccezione sono pensatori, attivisti e normali cittadini di orientamento diverso, e il fatto che i dubbi serpeggino trasversalmente potrebbe far riflettere la firma di Repubblica. Ma Recalcati è granitico, nulla lo sfiora. A suo dire, le critiche dei «negazionisti» sono espressione di «una versione ciecamente individualistica della libertà», che «ha avuto i suoi massimi e sciagurati rappresentanti internazionali in Donald Trump e Jair Bolsonaro», i quali sarebbero «teppisti politici». Ed eccoci finalmente alla diagnosi vera e propria: «L'attitudine negazionista appartiene clinicamente al tempo dell'adolescenza patologica». Qui di nuovo, secondo Recalcati, spiccano «i paradigmi di Trump e Bolsonaro. Le loro sconsiderate scelte politiche hanno generato conseguenze di morte e di distruzione che hanno falcidiato i loro popoli. Il loro teppismo politico non è allora psicologicamente diverso da quello che ispira l'inclinazione alla rissa, al distruggere tutto, alla scarica aggressiva fine a se stessa, al rifiuto della legge che hanno sempre contrassegnato la dimensione, insieme disperata e onnipotente, dell'adolescenza patologica». Ora, paragonare la politica di Trump alla furia dell'adolescente problematico che vuole «spaccare tutto» è una semplificazione piuttosto ridicola. Ed è altrettanto ridicolo gettare tutto nello stesso calderone: presidenti stranieri, filosofi italiani, contestatori di sinistra, attivisti di destra... Tutti «adolescenti patologici», solo perché non si comportano come vorrebbe lo Psicoanalista Massimo. Per altro, l'Italia - stando ai dati forniti lunedì dall'università Johns Hopkins - è la sesta nazione al mondo per decessi da Covid, dunque, a ben vedere, anche il nostro popolo è stato «falcidiato» dalle scelte dei governanti. Ma probabilmente a Recalcati sta bene così: i politici che a lui piacciono sono perfettamente sani. A tal proposito, però, ci rimane qualche perplessità che forse il gentile analista può aiutarci a fugare. Ieri Matteo Renzi (che di Recalcati è grande estimatore) ha dichiarato che il vaccino anti Covid «dovrà essere assolutamente obbligatorio». Giusto il giorno precedente, il premier Giuseppe Conte aveva detto che «il vaccino non deve essere obbligatorio» (e a lui ieri si è aggiunto il super consulente Walter Ricciardi). Ecco, non riusciamo a capire bene quale sia, fra i due che si criticano a vicenda, l'adolescente patologico: Matteo o Giuseppi? Facciamo un doppio Tso e crepi l'avarizia?