2022-07-06
Il green pass cambia nome: arriva il portafoglio digitale
Il ministro fa il punto sul Pnrr e annuncia la creazione di un wallet con tutti i documenti basato su Qr code e blockchain. L’Italia sarà capofila del progetto. Un passo ulteriore verso la moneta unica elettronica.Seguire il ministro Vittorio Colao durante le sue conferenze stampa è sempre una iniezione di positività sulle magnifiche sorti e progressive. Ieri alla sala stampa estera a Roma ha fatto il punto sugli investimenti del Pnrr, ricordando che l’Italia sarà il primo Paese europeo ad avere il 100% di fibra per il 5G destinato al 99% della popolazione. D’altronde, prosegue il ministro dell’Innovazione tecnologica, sono già stati stanziati 20 miliardi per lo spazio e per il digitale e ne sono stati impegnati oltre 15. Undici per la transizione digitale e 4 per lo spazio. Qui l’ottimismo è forse un po’ eccessivo. Una enorme fetta degli investimenti spaziali è finita direttamente nella gestione targata Esa, mentre si scoprirà soltanto domani come finirà la maxi gara sul cloud di Stato. Il consorzio composto da Cdp, Tim e Leonardo con diretto di prelazione (per essere precisi, right to match) potrà subentrare nel tentativo di colmare il gap dell’offerta di Fastweb e Aruba. Di circa 300 milioni di euro. Un 10% a spanne dell’intero appalto. Una situazione complessa che è stata gestita dal ministero con una trasparenza sui generis. Dalla data di apertura delle buste (notizia riportata in anteprima da La Verità) all’ufficializzazione delle graduatorie sono passati una decina di giorni. Mentre i 15 giorni per adeguare le offerte sono scattati soltanto il giorno della comunicazione ufficiale. Perché? Il ministro dovrebbe spiegarlo. Così come dovrebbe spiegare perché le tempistiche del mega progetto sono man mano slittate lungo il calendario scivolando fino al termine del 2022. Certo, sono impegni non semplici da gestire e che si misurano nei quinquenni. Però le promesse politiche restano. Così come gli obiettivi più ampi di diventare un tassello importante nella strategia digitale voluta dall’Europa. «L’Italia è avanti rispetto ad altri Paesi nella digitalizzazione di alcuni servizi. In un anno e mezzo si dovrebbe arrivare a una Schengen digitale europea e il Paese sarà pronto grazie ai servizi sviluppati sull’app Io. Patente e tessera elettorale saranno digitali come digitale sarà il wallet personale», ha puntualizzato Colao nella medesima conferenza sul Pnrr. «Noi sviluppiamo il progetto italiano, il prossimo passo è farlo diventare un progetto europeo», ha dettagliato Colao riferendosi di fatto a una tappa fondamentale del progetto di digitalizzazione Ue rilanciato dalla presidente Ursula von der Leyen. «Ogni volta che una app o un sito Web ci chiede di creare una nuova identità digitale, non abbiamo idea di cosa ne sia veramente dei nostri dati», ha dichiarato la von der Leyen in occasione del discorso programmatico del 2020. «Per questo motivo, la Commissione proporrà presto un’identità digitale europea sicura. Che ogni cittadino potrà usare ovunque per fare qualsiasi cosa, da pagare le tasse a prendere a noleggio una bicicletta. Una tecnologia sicura». Una dichiarazione di intenti già contenuta nel documento di riforma digitale dell’Unione datato febbraio 2020, poco prima dello scoppia della pandemia. La tecnologia auspicata dalla presidente della Commissione ora c’è e si chiama blockchain, la stessa che la von der Leyen ha richiamato lo scorso fine gennaio, ricordando che presto sarà attivo in tutta l’Unione il passaporto sanitario vaccinale. Esattamente ciò che il 4 maggio scorso ha sancito la commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides. Non è dunque un caso se per i viaggi all’estero e per alcune strutture sanitarie la blockchain che traccia il green pass resti necessaria. È il pilastro per le mosse future e il punto di arrivo di quelle imbastite durante i lockdown e la pandemia. Senza la quale il governo non sarebbe mai riuscito a creare la base utenti necessario per rendere il progetto Ue un test riuscito. Ieri, infatti, il ministro Colao si è soffermato sulle funzione del wallet digitale, il portafoglio che racchiuderà la nostra identità di cittadini digitali. «Per lo sviluppo di un portafoglio europeo occorrerà un anno, un anno e mezzo», intanto «andiamo avanti a grande velocità sul binario italiano», ha spiegato Colao, «dove potenzieremo enormemente nei prossimi 6-9 mesi anche l’inserimento di documenti come la patente, accessibile con Qr code. Stiamo lavorando anche sulla tessera elettorale digitale», ha concluso l’ex numero uno di Vodafone. In pratica, si procede verso il green pass perenne. La blockchain studiata per il lasciapassare Covid verrà buona per far transitare tutte le informazioni sanitarie, quelle per l’espatrio, ma anche fiscali e tutte le pendenze di natura amministrativa. A questo punto sarebbe importante che il governo spiegasse se e quando l’Ue vorrà adottare l’euro digitale e tutti i sistemi in grado di tracciare i singoli individui e inibire libertà primarie fino a oggi svincolate da alcun tipo di premialità. Non sono cose da poco. Ma il futuro della democrazia parlamentare.
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