2020-01-12
Il garantismo sugli assistenti sociali è una scusa per far calare il silenzio
Alcuni giornali si indignano per la «gogna mediatica» riservata ai protagonisti di «Angeli e demoni» Ma svelare il contenuto delle carte dell'inchiesta era fondamentale per evitare altre storie di ingiustizia.Negli ultimi giorni alcuni quotidiani sono tornati a occuparsi del caso Bibbiano, esprimendo grande sdegno per la «gogna mediatica» a cui sarebbero stati sottoposti due protagonisti dell'inchiesta «Angeli e demoni». Tutto nasce da un articolo del Dubbio in cui si riportavano le motivazioni con cui il gip di Reggio Emilia, Luca Ramponi, ha revocato le misure cautelari per Federica Anghinolfi e Francesco Monopoli, due figure di primo piano dei servizi sociali della Val d'Enza. Secondo Ramponi, i due indagati possono essere rimessi in libertà poiché non c'è più il rischio che inquinino le prove. «Concordemente con il pm», ha scritto il gip, «deve ritenersi che allo stato, proprio in ragione della distruzione dell'immagine pubblica degli indagati, tanto che essi devono temere per la loro incolumità», non ci si pericolo di inquinamento probatorio. Ramponi aggiunge anche un'altra riflessione: «I contatti [...] con il mondo politico e ideologico di riferimento, proprio in ragione dell'ampio risalto negativo dato dai mass media alla vicenda, non avranno verosimilmente in concreto esiti negativi per la genuinità dell'acquisizione probatoria in un futuro giudizio, posto che il timore per la propria immagine pubblica che un appoggio diretto agli indagati comporterebbe (se scoperto) costituirà un adeguato “cordone sanitario" più di qualsivoglia altra misura cautelare». Ora, magari il giudice avrebbe potuto utilizzare toni più lievi. Ma il succo del suo discorso è chiaro: i due indagati non possono inquinare le prove né sfruttare i propri contatti politici perché ormai la loro immagine pubblica è totalmente negativa, e sarebbe addirittura controproducente per un politico farsi scoprire ad aiutare Anghinolfi e Monopoli. Ragionamento brutale, è vero. Ma corrispondente alla realtà. Secondo Mattia Feltri, tuttavia, saremmo di fronte al peggior circo mediatico giudiziario possibile, a una carneficina mediatica da far rabbrividire. «Siete voi i cannibali», ha scritto Feltri sulla Stampa, «la volete voi la carne umana, lo spettacolo sanguinolento con contorno d'indignazione gratis. E siamo noi, noi giornalisti, gli chef stellati di questo osceno pasto». Sicuro: il massacro a mezzo stampa non è una bella pratica, e le eventuali responsabilità di ogni indagato vanno stabilite nelle aule di giustizia. Sarebbe bello, tuttavia, che il garantismo oggi invocato per gli assistenti sociali bibbianesi fosse stato utilizzato anche per le famiglie a cui sono stati ingiustamente tolti i figli sulla base di false accuse di molestie e maltrattamenti. Accuse che gli indagati - dicono le carte dell'inchiesta - alimentavano e talvolta gonfiavano. Soprattutto, sorge il sospetto che questo garantismo sia l'ennesima scusa per provare a far calare il silenzio su una storia che invece va raccontata per filo e per segno. Facciamo qualche esempio concreto. Una degli indagati a cui Feltri fa riferimento - Federica Anghinolfi - era al centro di un sistema che ha affidato una bambina a una coppia arcobaleno dopo averla tolta ai genitori sulla base di accuse farlocche. Di questa coppia Lgbt faceva parte un'ex fidanzata (nonché ex compagna di militanza) della Anghinolfi medesima. L'altra donna della coppia, poi, si è distinta per aver fatto scendere dalla macchina in malo modo la piccina, insultandola e abbandonandola sul ciglio della strada, tutto perché non voleva accusare di maltrattamenti il padre. Federica Anghinolfi e Francesco Monopoli (l'altro di cui Feltri omette il nome) raccontavano alle assistenti sociali bibbianesi che in provincia di Reggio Emilia operava una potentissima setta di pedofili cannibali e satanisti. Insistevano con questi racconti satanici per convincere colleghi e sottoposti a falsificare le relazioni, facilitando così l'allontanamento dei bambini dai genitori naturali. Ecco: sono queste le vicende che hanno prodotto la «distruzione» dell'immagine pubblica di Anghinolfi e Monopoli. Secondo Il Dubbio e secondo Mattia Feltri, pare di capire, tali vicende non andavano raccontate. E in effetti la gran parte dei media le ha taciute. Anzi, negli ultimi mesi non abbiamo fatto altro che leggere difese d'ufficio degli assistenti sociali e degli esponenti del Pd che con Anghinolfi e Monopoli lavoravano in stretto contatto. Il fatto è che far calare il silenzio su queste storie in nome del garantismo serve soltanto a seppellire in profondità un problema che non riguarda solo Bibbiano e gli indagati di «Angeli e demoni», ma tutto il Paese. Abbiamo raccontato ieri di come a due genitori di Varese siano stati tolti i figli per 5 anni in seguito ad accuse (poi rivelatesi false) di abusi e satanismo. Guarda un po': è lo stesso sistema usato a Bibbiano, lo stesso visto all'opera a Rignano Flaminio, lo stesso rintracciabile nella Bassa modenese (inchiesta Veleno). Da vent'anni e passa si tolgono bimbi alle famiglie sulla base di accuse del genere. Motivo? Il bubbone è sempre stato nascosto, nessuno si è premurato di farlo scoppiare. Ora, forse, grazie al pizzico di verità filtrata sui fatti della Val d'Enza, un minimo di riflessione sul sistema di gestione dei minori in Italia sarà possibile farla. E magari si riuscirà a modificarlo, questo sistema, in modo che non ci siano altri genitori e bambini rovinati da psicologi e assistenti sociali accecati dall'ideologia.La distruzione dell'immagine pubblica degli indagati è brutta, sicuro. La distruzione di famiglie innocenti e fragili è peggio.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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