2023-01-11
Il dirigente di Pfizer pressava Twitter per far censurare i post sui vaccini
Scott Gottlieb (Getty images)
Scott Gottlieb, nel cda dell’azienda, fece bollare come «fuorviante» la spiegazione (corretta) di un esperto sull’immunità naturale.Il nome di Scott Gottlieb agli italiani non dice granché, ma l’uomo non è affatto l’ultimo arrivato. Come facilmente si evince dalla biografia pubblicata sui suoi profili social, ha collaborato (nel ruolo di commissario) con la Food and drug administration americana, è stato commentatore per Cnbc e, soprattutto, è stato un membro senior del board di Pfizer. Insomma, è un personaggio piuttosto influente. E questa influenza ha cercato in ogni modo di farla valere, anche facendo pressioni su Twitter affinché levasse di mezzo alcuni cinguetti ritenuti sgraditi e, soprattutto, dannosi per gli interessi della casa farmaceutica produttrice di vaccini. La vicenda ha dell’incredibile, ed è soltanto l’ultimo capitolo nella saga dei Twitter files, cioè della pubblicazione di documenti riservati della compagnia tecnologica iniziata quando il nuovo padrone Elon Musk ha deciso di togliere un po’ di polvere da sotto il tappeto progressista. È stato proprio Musk a consentire di accedere ai file ad Alex Berenson, che negli anni passati è stato uno dei principali critici digitali statunitensi della gestione della pandemia. Esaminando i documenti, Berenson ha scoperto qualcosa di inquietante, e ha raccontato tutto in un lungo articolo su Substack. «Il 27 agosto 2021, il dottor Scott Gottlieb - un dirigente di Pfizer con oltre 550.000 follower su Twitter - ha visto un tweet che non gli è piaciuto, un tweet che avrebbe potuto danneggiare le vendite dei vaccini a mRna di Pfizer», scrive Berenson. «Il tweet spiegava correttamente che l’immunità naturale dopo l’infezione da Covid era superiore alla protezione del vaccino. Ha invitato la Casa Bianca a “seguire la scienza” ed esentare le persone con immunità naturale dai successivi obblighi vaccinali».È interessante notare chi fosse l’autore di questo tweet ritenuto sospetto da Gottlieb. Non si trattava, come Berenson tiene a specificare, di un pericoloso no vax, ma del dottor Brett Giroir, un medico con ruoli non secondari: membro del board dell’Oms, già collaboratore del ministero della Salute americano, commissario della Fda. Un professionista più che autorevole, dunque. In più, dopo aver esposto le sue considerazioni sull’immunità naturale, nel cinguettio incriminato Giroir invitava comunque la popolazione a vaccinarsi. Nonostante tutto questo, per Scott Gottlieb quel tweet era comunque pericoloso. Che cosa ha fatto allora il membro del board di Pfizer? Semplice, si è rivolto a Todd O’Boyle, un lobbista attivo nell’ufficio di Twitter a Washington e che ha agito anche come contatto fra la compagnia digitale e la Casa Bianca. «Questa roba è corrosiva», ha scritto Gottlieb a O’Boyle, precisando che il tweet citava uno studio che non aveva ancora affrontato la peer review. Poi ha aggiunto: «Questo tweet finirà per diventare virale e orientare la copertura mediatica». Chiaro? Poiché il cinguettio sull’immunità naturale poteva diventare virale ed essere ripreso dai giornali, bisognava prendere provvedimenti. Quanto accaduto dopo ha dell’incredibile. Alex Berenson lo ricostruisce nei dettagli: «Attraverso Jira, un sistema interno utilizzato da Twitter per la gestione dei reclami, O’Boyle ha inoltrato l’email di Gottlieb al team Strategic response di Twitter. Quel gruppo era responsabile della gestione delle preoccupazioni dei dipendenti e degli utenti più importanti dell’azienda. “Si prega di vedere questa segnalazione dell’ex commissario della Fda”, ha scritto O’Boyle, omettendo di menzionare che Gottlieb era un membro del consiglio di amministrazione della Pfizer con un interesse finanziario a spingere le iniezioni di mRna».La sezione Strategic response di Twitter si è immediatamente messa a indagare sul cinguettio pubblicato dal dottor Giroir e ha scoperto che non violava alcuno standard aziendale sulla disinformazione. «Eppure Twitter», commenta Berenson, «ha finito per contrassegnare comunque il tweet di Giroir, inserendovi il tag “Fuorviante” e impedendo a quasi tutti di vederlo. Rimane etichettato così anche se diversi grandi studi hanno confermato la verità delle parole di Giroir».Ecco che cosa è accaduto: Gottlieb, membro del consiglio di Pfizer, tramite un lobbista segnala un tweet che potrebbe danneggiare gli interessi della azienda. Questo tweet non contiene alcuna informazione falsa, anzi il contenuto è del tutto vero e pure importante. Twitter non può dunque cancellarlo o bollarlo come fake news. Però decide di marchiarlo come «misleading», cioè di giudicarlo fuorviante, e così facendo di fatto lo nasconde. Risulta dai Twitter files che Gottlieb abbia chiesto la rimozione di altri commenti, anche se non sempre Twitter ha potuto accontentarlo proprio perché le osservazioni erano del tutto infondate. Inoltre, egli ha fatto esplicite pressioni affinché fosse messo a tacere lo stesso Berenson, cosa poi effettivamente accaduta prima dell’avvento di Musk. Come abbiamo raccontato nelle scorse settimane, sul social media sono arrivate pressioni da parte della Casa Bianca affinché fossero oscurati o rimossi commenti critici della gestione della pandemia. In altri casi, sembra che sia stata la stessa azienda ad agire diciamo ideologicamente. Ma il caso di Gottlieb è particolarmente grave perché si tratta di una figura legata a Pfizer. Come specifica Berenson, «Gottlieb non è solo un membro del consiglio di amministrazione di Pfizer. È uno dei sette membri del comitato esecutivo del consiglio di amministrazione e capo del comitato di regolamentazione e conformità, che sovrintende “al rispetto delle leggi, dei regolamenti e delle procedure interne applicabili alle attività di vendita e marketing farmaceutico”».
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