2022-02-09
Il caos statuto fa tremare il M5s. «Rischiamo di non poter fare liste»
Da sinistra: Giuseppe Conte, Beppe Grillo e Luigi Di Maio (Ansa)
Beppe Grillo a gamba tesa dopo la sospensione del tribunale alle modifiche volute da Giuseppe Conte: «Le sentenze si rispettano». Fra i due è gelo e i parlamentari lanciano l’allarme: «Chi può firmare per le candidature?» Quando legge che Giuseppe Conte è annunciato tra gli ospiti della puntata di ieri sera di Porta a Porta, Beppe Grillo fa un salto sulla sedia. Prende carta e penna (ovvero mouse e computer) e dopo aver consultato i suoi legali pubblica un post su Facebook dal quale traspare tutta l’irritazione per l’annuncio della comparsata di Giuseppi nel salotto di Bruno Vespa: «A seguito dell’Ordinanza del Tribunale di Napoli VII Sezione Civile», scrive Beppe, «che ha sospeso le delibere impugnate del Movimento 5 stelle del 3 agosto 2021 di modifica dello statuto e del 5 agosto 2021 di nomina del presidente, ha acquisito reviviscenza lo Statuto approvato il 10 febbraio 2021. Le sentenze si rispettano. La situazione, non possiamo negarlo, è molto complicata. In questo momento», aggiunge Grillo, «non si possono prendere decisioni avventate. Promuoverò un momento di confronto anche con Giuseppe Conte. Nel frattempo, invito tutti a rimanere in silenzio e a non assumere iniziative azzardate prima che ci sia condivisione sulla strada da seguire». Per Giuseppi è una legnata tremenda, che l’ex premier cerca di dissimulare condividendo a sua volta il post di Grillo. Passano pochi minuti e Conte abbassa il ciuffo e disdice la partecipazione alla trasmissione. La giornata di ieri in casa M5s è quella del silenzio (pubblico) e dell’isteria (privata): la decapitazione dei vertici del partito da parte del Tribunale di Napoli, la riabilitazione della piattaforma Rousseau, l’intervento a gamba tesa di Grillo su Conte, sono scosse telluriche che dimostrano il caos totale che regna sotto le 5 stelle. Un caos che, è il timore che corre tra i parlamentari, potrebbe escludere il M5s dalle prossime amministrative, in programma tra la primavera e l’estate, quando saranno chiamati a rinnovare sindaci e consigli comunali gli elettori di 23 capoluoghi di provincia: Alessandria, Asti, Belluno, Catanzaro, Como, Cuneo, Frosinone, Genova, Gorizia, L’Aquila, La Spezia, Lodi, Lucca, Monza, Oristano, Padova, Palermo, Parma, Piacenza, Pistoia, Rieti, Taranto e Verona. «Chi si trova in difficoltà», dice alla Verità un parlamentare di lungo corso, «ora è Grillo, che aveva avvertito tutti del pericolo, non è stato ascoltato. Beppe ha giustamente chiesto di fermare tutto, sta ragionando con i legali, qualunque altro ricorso o causa civile sarebbe un problema tutto suo. Non sappiamo chi ha il potere di firmate le liste. Il rischio di non presentarci alle prossime amministrative è altissimo». «Questo è completamente estraneo alla causa», commenta a questo proposito all’Adnkronos Francesco Astone, il legale che sta seguendo per Giuseppe Conte e per i vertici del M5s il caso di Napoli: «Il M5s provvederà e farà per il meglio. È un aspetto che fuoriesce dal giudizio». La dichiarazione di Astone sembra più un auspicio che una certezza, e del resto in queste giornate di ennesima totale confusione pentastellata l’unica certezza è che le conseguenze legali di quelle due delibere dell’agosto 2021, una che ha modificato lo statuto e l’altra che ha nominato Conte presidente del M5s, Grillo le aveva temute, anzi previste. Il 29 giugno 2021, un mese prima che si svolgessero le votazioni sulla piattaforma Skyvote la cui validità è stata sospesa dal Tribunale di Napoli, ricordiamolo, Grillo aveva attaccato duramente Giuseppi e le proposte di modifica da lui proposte, anzi imposte, con la minaccia di andarsene via e fondare un proprio partito (ipotesi riemersa nelle ultima ore, ma ormai fuori tempo massimo): «Indìco la consultazione in rete degli iscritti al Movimento 5 stelle», aveva scritto, profetico, Grillo, in un post sul suo blog, «per l’elezione del Comitato direttivo, che si terrà sulla piattaforma Rousseau. Il voto su qualsiasi altra piattaforma, infatti, esporrebbe il Movimento a ricorsi in Tribunale per la sua invalidazione». Aveva ragione, Grillo: alla fine le votazioni si tennero su Skyvote, come voleva Conte, e sono state puntualmente invalidate dal Tribunale di Napoli, per la sussistenza di «gravi vizi nel processo decisionale», come si legge nell’ordinanza, per l’assenza del quorum richiesto, la metà più uno degli iscritti. Il post di ieri mattina di Grillo serve pure a stoppare l’idea di Conte di ripetere le votazioni contestate, integrando la platea degli aventi diritto al voto con gli iscritti da meno di sei mesi, la cui esclusione, lo scorso agosto, è tra le cause della sospensione decisa dal Tribunale di Napoli. Intanto - a quanto apprende La Verità - il noto avvocato Matteo Bonelli si sarebbe proposto a Grillo, in quanto esperto di statuti, per mediare con Conte. E Di Maio? Passa le giornate impegnato sulla questione Russia-Ucraina, e secondo parlamentari a lui vicini «lavora per una soluzione positiva per il M5s». In sostanza, si tiene ben alla larga dalle polemiche, aspetta gli sviluppi e soprattutto lascia in pace il fondatore, alle prese con una grana tutt’altro che di facile soluzione. Grillo, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe indire una votazione del Comitato direttivo su Rousseau, seguendo la prassi valida fino alla modifica dello statuto invalidata dal Tribunale, e mandando definitivamente in soffitta la figura del presidente, oppure iniziare a nominare un nuovo Comitato di garanzia, ma prima di decidere cosa fare dovrà analizzare attentamente ogni aspetto giudiziario della vicenda. In serata si svolge un’assemblea dei deputati a porte chiuse, dalla quale emergono anche attacchi ai magistrati di Napoli, come quello del deputato Sebastiano Cubeddu, che parla di «decisione gravissima», tanto per mettere ancora più in difficoltà Grillo. Tocca al capogruppo Davide Crippa ricondurre tutti alla calma e ribadire i concetti espressi da Beppe: aspettare e studiare le carte.