2021-05-13
Il caos Pfizer disorienta i governatori. E l’Iss ha un super vaccino inutilizzato
L'Ema dà l'ok ai 42 giorni tra le dosi. Le Regioni: «Diteci cosa dobbiamo fare». Fdi denuncia: «Fermi da sei mesi i test dell'Istituto di sanità su un siero efficace per 17 anni». Francesco Figliuolo: «Da lunedì immunizzati gli over 40». Mentre le regioni chiedono al governo quando procedere con i richiami di Pfizer, spunta un vaccino rimasto nel cassetto. A darne notizia è il deputato di Fratelli d'Italia, Marcello Gemmato, che ha presentato una interrogazione al ministro della Salute. «L'Istituto superiore di sanità ha brevettato in fase preclinica un vaccino che per 17 anni immunizza dal Covid e dalle sue varianti ma la sua sperimentazione, pur non avendo sollevato nessun tipo di criticità cliniche, è ferma da sei mesi. Parliamo di un prodotto nazionale, pubblico, a basso costo che avrebbe potuto essere molto utile durante la pandemia e che invece rimane inspiegabilmente accantonato in un cassetto, attacca Gemmato, responsabile Sanità di Fdi. All'interrogazione presentata la settimana scorsa il governo ha risposto riportando la precisazione dell'Iss che conferma la pubblicazione lo scorso 10 marzo sulla rivista scientifica internazionale Vaccines di un articolo relativo allo studio firmato dal direttore del Centro Nazionale per la Salute Globale dell'Istituto, Maurizio Federico. Nell'articolo vengono descritti esperimenti condotti su animali che dimostrano la «immunogenicità di un vaccino originale» anti Covid basato su una «tecnologia innovativa creata e sviluppata presso il Centro». Considerate «le potenzialità dell'invenzione», viene aggiunto nella risposta del ministero della Salute a Gemmato, l'Iss ha «reputato opportuno proteggerla, depositando un'ulteriore domanda di brevetto» facendo anche «opportune verifiche sulle relative possibilità di utilizzo» . Quanto al mancato avvio della sperimentazione clinica, il governo segnala che l'Iss sta sviluppando il brevetto «seguendo i percorsi necessari alla sua messa a punto e definitiva all'uso sull'uomo» e questi richiedono «una serie di ulteriori fasi di sviluppo e di conferme su modelli animali che sono in via di programmazione». In attesa di novità su questo brevetto made in Italy e al cui finanziamento (il cosiddetto funding) ha partecipato anche il ministero degli Esteri, i richiami del vaccino BioNtech-Pfizer stanno complicando la campagna vaccinale italiana. Quanto deve passare al massimo tra la prima e la seconda dose, 21 o 42 giorni? Pfizer insiste con 21 perché «si limita a riportare quanto emerso dagli studi registrativi. Le raccomandazioni sui regimi di dosaggio alternativi sono di competenza delle autorità sanitarie e possono includere raccomandazioni dovute a principi di salute pubblica», ha ribadito l'azienda biofarmaceutica in una nota sottolineando che la sua posizione «è supportata dal riassunto delle caratteristiche di prodotto e dall'indicazione concordata con le autorità regolatorie sulla base dei dati del nostro studio di fase 3 effettuato con 2 dosi a 21 giorni di distanza». L'azienda ha intanto sottoposto all'Ema la possibilità di conservare il vaccino tra 2 e 8 gradi per un mese una volta uscito dal box di conservazione in cui è trasportato. Ma proprio l'Agenzia del Farmaco europeo ieri, sui tempi dei richiami, ha replicato che «nei test clinici» la somministrazione della seconda dose di Pfizer Biontech era prevista fino a 42 giorni. Queste informazioni sono nel bugiardino del vaccino. Se si superassero i 42 giorni, allora sarebbe una deviazione», ha detto il responsabile della strategia dei vaccini dell'Ema, Marco Cavaleri.Le regioni intanto si muovono in ordine sparso: in Campania i cittadini che da oggi riceveranno la prima dose saranno convocati dopo 30 giorni per il richiamo, mentre quelli già vaccinati a ieri saranno convocati entro i 21 giorni (Pfizer) o 28 giorni (Moderna) e comunque non oltre il trentesimo giorno. Il presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, aspetta «che ci venga detto cosa dobbiamo fare» ma «quelli che erano prenotati nelle settimane scorse e avevano la seconda dose a 21 giorni gliel'abbiamo fatta, anche per non spostarli, cancellarli e riprogrammare. Abbiamo deciso che ci attesteremo sui 35 giorni, perché se per caso arriva un ritardo di una fornitura oltre i 42 non vogliamo far andare nessuno». L'assessore regionale alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato, ribadisce intanto l'importanza di «aumentare la platea dei soggetti vaccinati dove sostanzialmente non cambia l'efficacia della protezione» mentre il governatore della Toscana, Eugenio Giani, ha allungato fino a 42 giorni l'intervallo tra prima e seconda dose di Pfizer e Moderna, ma solo per chi prenoterà la somministrazione da oggi. Intanto la campagna vaccinale ha fatto registrare alle 16.20 di ieri il superamento di quota 25 milioni di dosi somministrate. Quota che avrebbe però dovuto essere superata una settimana fa. «La macchina lombarda delle vaccinazioni, con il 95,5% delle dosi somministrate su quelle consegnate, al momento non può andare a pieno regime e superare il target delle 85.000 dosi quotidiane, però le 573.000 adesioni dei cinquantenni lombardi a nemmeno tre giorni dall'apertura alla loro fascia d'età testimoniano della forte volontà della regione di tornare a una vita più normale anche grazie al green pass», ha scritto su Facebook la vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti. Le vaccinazioni in azienda, su indicazione del commissario Francesco Paolo Figliuolo, non potranno essere prese in considerazione prima di giugno. Intanto, però, la struttura commissariale ieri ha dato facoltà a tutte le regioni e province autonome di avviare, da lunedì 17, le prenotazioni anche per gli over 40.
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