2023-06-09
Per non turbare gli amici Lgbtqiak+ il Pd non vuol dire che cos’è una donna
Pierfrancesco Majorino (Ansa)
La domanda è semplicissima ma il dem Pierfrancesco Majorino in radio non riesce ad articolare una risposta: prima ride imbarazzato, poi bolla il tutto come una «provocazione». Così la sinistra seppellisce anni di lotte femminili.Qualche giorno fa il giornalista e attivista statunitense Matt Walsh ha pubblicato, gratuitamente, su Twitter lo straordinario documentario che ha realizzato per il network conservatore Daily Wire. Si intitola What is a woman ed è una delle opere più istruttive che siano state diffuse negli ultimi anni. Walsh incontra attivisti per i diritti arcobaleno, professori universitari, teorici e teoriche del transfemminismo e pone a tutti costoro una domanda semplicissima: che cosa è una donna? Ed ecco l’aspetto stupefacente della faccenda: nessuno sa rispondere. O, meglio, tutti saprebbero rispondere ma non vogliono.Si incartano in definizioni astruse o s’infilano in grotteschi labirinti retorici pur di non violare i dettami della correttezza politica. Sulle prime, osservando certe scene, viene da sorridere, ma a ben vedere la pellicola di Walsh è un film dell’orrore che coglie alla perfezione una delle tendenze più nefaste dei nostri tempi: il desiderio di cancellare la biologia (cioè la realtà) per sostituirla con l’ideologia (cioè l’artificio).Il fenomeno è molto più ampio di quanto si pensi. Ketanji Brown Jackson, giudice donna nominata alla Corte suprema da Joe Biden, nel marzo del 2022 fu incalzata sul tema dalla senatrice repubblicana Marsha Blackburn. Alla richiesta di fornire una definizione di donna, la Jackson rispose: «Posso dare una definizione? No, non posso. Non in questo contesto. Non sono una biologa». L’episodio suscitò l’ironia del noto commentatore politico Piers Morgan (non certo un pericoloso reazionario): «È ridicolo», scrisse. «Non sono un neurochirurgo, ma so che cos’è un cervello. Questa è la situazione in cui ci porta il pensiero progressista: al terrore di affermare fatti fondamentali e inattaccabili per paura di offendere la brigata “woke”».Difficile dargli torto. Eppure episodi simili si sono ripetuti spesso, di recente. Nel dicembre del 2022, il prestigioso Cambridge Dictionary ha deciso di modificare la voce «donna», spiegando che tale definizione non si applica soltanto a un individuo di età adulta di sesso femminile, ma anche a «un adulto che vive e si identifica come femmina anche se si può dire che abbia un sesso diverso alla nascita». Insomma, il dizionario ha accolto le istanze transfemministe, stabilendo che anche un individuo di sesso maschile che si definisce donna debba essere considerato tale. Del resto questa è la richiesta avanzata dagli attivisti arcobaleno anche in Italia, persino nei documenti politici dei pride.La questione è talmente seria, nelle nazioni angolofone, che, all’inizio di aprile, il primo ministro britannico Rishi Sunak ha incaricato Kemi Badenoch, ministro per le Donne e le Pari opportunità, di preparare una modifica della definizione legale di sesso contenuta nell’Equality Act, così da distinguere transgender e «nate donne».A quanto risulta, dunque, da Usa e Uk arrivano sia l’onda distruttiva sia la barriera protettiva. Il problema è che, dalle nostre parti, si tende - più per provincialismo e sudditanza culturale che per convinzione - ad assorbire soltanto la pars destruens, cioè quella propagandata da attivisti e politici presunti progressisti. Lo dimostra il surreale spettacolo di cui due giorni fa è stato protagonista a Tra poco in edicola, su Radio Rai Uno, Pierfrancesco Majorino del Partito democratico. L’esponente dem si trovava a dibattere con Simone Pillon sulla nota vicenda del patrocinio levato al pride da Lazio e Lombardia e ovviamente ha inanellato le solite dichiarazioni su inclusione, tolleranza e amore universale. A un certo punto, tuttavia, Pillon gli ha fatto un «inganno della cadrega» in stile Aldo, Giovanni e Giacomo. Gli ha domandato a bruciapelo: che cosa è una donna? Majorino ha accusato il colpo, ridacchiando imbarazzato. Poi ha cercato di dire - sempre un po’ sprezzante - che non capiva il senso della domanda. Infine ha deciso di non rispondere: «Non accetto le provocazioni di Pillon», ha sentenziato chiudendo il discorso.Questo è esattamente il punto in cui ci troviamo o, meglio, in cui si trova una bella fetta della sinistra italiana. La quale non può fornire una definizione di donna per non turbare gli attivisti Lgbtqiak+ (così si definiscono). Se vi sembra una questione di poco conto o una furbizia dialettica, provate a porvi alcuni interrogativi. Questa postura ideologica che culmina nella incapacità di descrivere una donna per ciò che è fa aumentare i diritti o li toglie? Giova in qualche modo al benessere degli omosessuali? Le risposte sono abbastanza semplici. Cancellare la differenza sessuale e negare la biologia significa semplicemente distruggere tutte le lotte femminili degli ultimi secoli. E significa pure, nei fatti, eliminare la specificità omosessuale. Se donna è chi si definisce tale, non potrebbe un maschio etero definirsi donna lesbica? Capite bene che siamo nel pieno del delirio, dentro a un sistema che colpisce e annienta persino le minoranze che dichiara di proteggere.Il dramma odierno sta tutto lì: nell’incapacità dei progressisti illuminati di rispondere a una domanda semplicissima. Majorino può pensare quel che vuole su tutto, ma dovrebbe almeno saper dire che cosa sia una donna. Siamo sicuri che, pensandoci bene, sarebbe in grado di farlo. In fondo è facile: mica gli hanno chiesto di dire che cosa sia il Pd...
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