I rincari del gas non compensano la paura per le tensioni geopolitiche: in settimana gli Usa invieranno 3.000 soldati a Est. Secondo gli analisti però i titoli di Mosca sono sottostimati. Occasioni per chi ama i rischi.
I rincari del gas non compensano la paura per le tensioni geopolitiche: in settimana gli Usa invieranno 3.000 soldati a Est. Secondo gli analisti però i titoli di Mosca sono sottostimati. Occasioni per chi ama i rischi.I venti di guerra sull’Ucraina fanno male alla Borsa di Mosca e fanno scappare molti investitori. Ieri la Casa Bianca ha confermato che questa settimana invierà 2.000 soldati in Polonia e in Germania e ne sposterà circa 1.000 dalla Germania alla Romania. Altri potrebbero seguire a breve. «Non sono trasferimenti permanenti e non combatteranno in Ucraina. Saranno lì per difendere i nostri alleati della Nato», ha detto il portavoce del Pentagono John Kirby. Il Cremlino ha risposto dicendo che si tratta di una decisione «distruttiva». Nelle scorse settimane gli indici azionari russi più seguiti, il Moex e l’Rts, sono precipitati anche del 10% in una singola seduta per poi recuperare parzialmente. Nella Borsa russa i comparti più rappresentati sono oil & gas (oltre il 50%), metallurgia e banche. «È quindi un indice fortemente concentrato sul settore petrolifero ed energetico e che con il caro petrolio e commodity dovrebbe trarne beneficio. Ma i timori geopolitici prevalgono e oggi la Borsa russa è vista da molti come un posto pericoloso nonostante quotazioni molto scontate», spiega Salvatore Gaziano, direttore investimenti di Soldiexpert scf. Per dare un’idea della sottovalutazione, l’indice Msci Russia mostra un rapporto fra capitalizzazione della Borsa di Mosca e utili 2021 delle società quotata meno di sette volte contro una media dell’indice mondiale Msci acwi di 21,6 volte. Fra i titoli il più importanti c’è Gazprom, che ha visto in questi anni le quotazioni comunque raddoppiare grazie al balzo degli utili e del fatturato (+40%). Il multiplo prezzo/utili previsto è di tre volte e si stima un dividendo del 17%; questa caratteristica si ritrova in numerose società quotate russe, frutto del mix fra l’aumento del prezzo del petrolio e la crisi al confine con l’Ucraina.Secondo alcuni analisti, la sottovalutazione di questo mercato è esagerata considerando che le valutazioni delle azioni russe sono tornate ai livelli di dieci anni fa. E considerando che un’economia trainata dal petrolio è particolarmente attraente ora.Se ci sono anche dei punti di attrazione dal punto di vista dei numeri fondamentali, le questioni geopolitiche sono da valutare ed è di questi giorni la decisione di Unicredit di mettere la parola fine alla potenziale conquista della banca russa Otkritie, da fondere poi con Unicredit Russia. Il Pil russo è ritornato già lo scorso anno ai livelli pre pandemia e ha resistito allo shock della pandemia anche perché, a differenza delle altre economie, ha una lunga esperienza di isolamento. C’è comunque poco da festeggiare perché l’inflazione morde parecchio e a dicembre la Banca di Russia ha innalzato i tassi di interesse di 100 punti base fino all’8,5%, il valore più alto dal 2017 contro un obiettivo di inflazione del 4-4,5% annuo. Anche questo potrebbe rappresentare un elemento di debolezza per i mercati e per gli investitori. In realtà, però, i valori dei titoli quotati a Mosca sono ancora molto bassi e le opportunità di crescita, per chi non teme la volatilità, potrebbero non mancare.
I tagli del governo degli ultimi anni hanno favorito soprattutto le fasce di reddito più basse. Ora viene attuato un riequilibrio.
Man mano che si chiariscono i dettagli della legge di bilancio, emerge che i provvedimenti vanno in direzione di una maggiore attenzione al ceto medio. Ma è una impostazione che si spiega guardandola in prospettiva, in quanto viene dopo due manovre che si erano concentrate sui percettori di redditi più bassi e, quindi, più sfavoriti. Anche le analisi di istituti autorevoli come la Banca d’Italia e l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) tengono conto dei provvedimenti varati negli anni passati.
Maurizio Landini (Ansa)
La Cgil proclama l’ennesima protesta di venerdì (per la manovra). Reazione ironica di Meloni e Salvini: quando cade il 12 dicembre? In realtà il sindacato ha stoppato gli incrementi alle paghe degli statali, mentre dal 2022 i rinnovi dei privati si sono velocizzati.
Sembra che al governo avessero aperto una sorta di riffa. Scavallato novembre, alcuni esponenti dell’esecutivo hanno messo in fila tutti i venerdì dell’ultimo mese dell’anno e aperto le scommesse: quando cadrà il «telefonatissimo» sciopero generale di Landini contro la manovra? Cinque, dodici e diciannove di dicembre le date segnate con un circoletto rosso. C’è chi aveva puntato sul primo fine settimana disponibile mettendo in conto che il segretario questa volta volesse fare le cose in grande: un super-ponte attaccato all’Immacolata. Pochi invece avevano messo le loro fiches sul 19, troppo vicino al Natale e all’approvazione della legge di Bilancio. La maggioranza dei partecipanti alla serratissima competizione si diceva sicura: vedrete che si organizzerà sul 12, gli manca pure la fantasia per sparigliare. Tant’è che all’annuncio di ieri, in molti anche nella maggioranza hanno stappato: evviva.
Nel riquadro in alto l'immagine dei postumi dell’aggressione subìta da Stephanie A. Nel riquadro in basso un frame del video postato su X del gambiano di 26 anni che l'ha aggredita (iStock)
L’aggressore è un gambiano con una lunga fila di precedenti, però si era visto accordare la protezione speciale per restare in Italia. I clandestini sono 50 volte più pericolosi, ma sinistra e magistrati legano le mani agli agenti.
Vittime sacrificali di criminali senza pietà o effetti collaterali della «inevitabile» migrazione di massa? In questo caso il grande abbraccio che tanto intenerisce la Cei si concretizza con un pugno, una bottigliata, un tentativo di strangolamento, qualche calcione mentre era a terra, sputi, insulti. «Mi diceva che mi avrebbe ammazzata», scrive sui social Stephanie A., modella di origini brasiliane, aggredita lunedì sera nello scompartimento di un treno regionale Trenord della linea Ponte San Pietro-Milano Garibaldi, nella zona di Arcore. La giovane ha postato gli scatti dei colpi subìti ma anche alcune foto che ritraggono l’aggressore, fondamentali per identificarlo. Il suo appello non è caduto nel vuoto.
Per la sinistra, il crimine aumenta a causa dei tagli alle forze dell’ordine. Il governo ha assunto uomini, però polizia e carabinieri hanno le mani legate. Mentre le toghe usano i guanti di velluto con facinorosi e stranieri.
Ogni giorno ha la sua rapina e la sua aggressione. La maggior parte delle quali fatte da clandestini. L’ultima è quella compiuta da uno straniero su un treno lombardo ai danni di una modella. Ma nonostante l’evidenza dei fatti c’è ancora chi si arrampica sugli specchi per negare la realtà. Non sono bastati gli ultimi dati del ministero dell’Interno, che mostrano un aumento dei reati commessi da immigrati quasi sempre senza permesso di soggiorno o addirittura con in tasca un foglio di espulsione dal Paese.




