2021-07-16
I partiti che strillano «no politici in Rai» si spartiscono il cda e lasciano fuori Fdi
Mara Venier, Simona Agnes, Alberto Matano (Ansa)
Giorgia Meloni furibonda denuncia l'assenza di un consigliere d'opposizione. Si apre la strada a Simona Agnes per la presidenzaVittima del fuoco amico. Nella giungla vietnamita che è la Rai va in scena un agguato perfetto e scatena fibrillazioni nel centrodestra. Alle nomine parlamentari dei membri del nuovo cda accade ciò che nei giorni scorsi si sussurrava nei corridoi: Lega e Forza Italia scelgono legittimamente due consiglieri di area o di partito, esattamente come Pd e Movimento 5 stelle. Sono il riconfermato Igor De Blasio (Lega) e Simona Agnes (in quota Forza Italia), figlia del super direttore galattico democristiano Biagio Agnes. Il Pd fa passare Francesca Bria e i grillini mandano a viale Mazzini Alessandro Di Majo, l'underdog, vicino a Giuseppe Conte e per questo non in sintonia con la parte più governista che avrebbe preferito Antonio Palma. Quattro posti, quattro poltrone, con buona pace di chi strilla «fuori i partiti dalla Rai». Il quinto è Riccarto Laganà, designato dai dipendenti, quindi di fatto dal sindacato.la rabbia della meloniIncoronazioni finite? Niente affatto, proprio qui scoppia la polemica perché l'ingresso della Agnes significa la detronizzazione di Giampaolo Rossi di Fratelli d'Italia, profondo conoscitore degli ambienti e delle recondite armonie dell'azienda, che nella scorsa consiliatura aveva creato una proficua liaison con l'ad pentastellato Fabrizio Salini, al punto da concordare nomine e voti anche con il centrosinistra. Una strategia che aveva suscitato forti malumori nel centrodestra, pagata con l'agguato da sud-est asiatico con musica di Jim Morrison. Il missile non è piaciuto per niente a Giorgia Meloni, che ha buon gioco nel denunciare l'assenza di un consigliere d'opposizione. Anzi, dell'unica opposizione al governo di Mario Draghi.«Quando l'Italia era ancora una nazione democratica la governance dell'emittente pubblica contemplava la presenza dell'opposizione, a cui spettavano presidenza e presenza nel cda. Nell'epoca della maggioranza arcobaleno, Fratelli d'Italia viene epurato da qualsiasi rappresentanza, così che il servizio pubblico, pagato con i soldi di tutti gli italiani, sia più simile al modello cinese». Meloni conclude con una frase che suona come sfida agli alleati: «La nostra crescita fa così paura da giustificare la spudorata violazione dei più basilari principi democratici. Ma se facciamo così paura è perché siamo liberi, una ragione in più per continuare a batterci». La leader di Fdi verrà accontentata con la presidenza di garanzia della Commissione di Vigilanza: Daniela Santanchè è favorita per la poltrona del forzista Alberto Barachini. problema presidenzaMatteo Salvini si accorge del mare in tempesta e prova a calmare le acque. «La presenza di esponenti della Lega e di Forza Italia nel cda Rai saranno garanzia di pluralismo per tutti, opposizioni comprese, per bilanciare un eterno predominio della sinistra nella tv pubblica confermato anche in occasione di queste ultime nomine». I balletti di Rossi durante la gestione di Marcello Foa e Fabrizio Salini non sono stati dimenticati. Da rimarcare un altro sconfitto eccellente: Matteo Renzi, che su queste nomine non ha toccato palla.Ora la partita si sposta di nuovo su presidente e amministratore delegato. E se l'ad Carlo Fuortes, veltroniano benedetto da Dario Franceschini e Goffredo Bettini, è in una botte di ferro per le garanzie trasversali (a sinistra e pure nel cuore di Gianni Letta), nubi minacciose si addensano su Marinella Soldi. La designata presidente deve trovare 27 voti in Commissione di Vigilanza e adesso non ci sono. Il centrodestra è freddo, il Movimento 5 stelle è negativo per l'inchiesta giudiziaria aperta su Renzi. Se la Soldi non dovesse passare, lady Agnes potrebbe essere candidata presidente (questo almeno sembra il piano di Letta zio). E Rossi rientrerebbe in cda al suo posto nei tempi supplementari. Forse.I pentastellati imputano alla Soldi di avere acquisito, da ad di Discovery Channel, il documentario Firenze secondo me prodotto da Lucio Presta, pagato 20.000 euro dal network. Al senatore di Scandicci, l'agente dei divi avrebbe dato un cachet di 450.000 euro, al centro dell'inchiesta. Per dovere di cronaca, la Soldi aveva dichiarato: «La decisione di trasmettere il documentario e la relativa negoziazione dei diritti sono avvenute dopo la mia uscita dal gruppo Discovery. Non ho avuto alcun ruolo in tali decisioni aziendali». Basterà a tranquillizzare i vietcong? Non è detto. Il film tragicomico della Rai draghiana, quindi «apolitica», è appena cominciato.