2022-12-09
«La guerra dell’Ue contro Salvini è stata pianificata di sicuro»
Lucia Annunziata (Imagoeconomica)
Lucia Annunziata nell’ultimo libro svela i retroscena della caduta dei gialloblù: «L’errore del governo fu sfidare Bruxelles».«La guerra contro Salvini è stata molto organizzata, anche perché è stato molto organizzato il fronte anti Europa». Qualche giorno fa, seduta nel salotto di Myrta Merlino su La7, Lucia Annunziata ha pronunciato con olimpica serenità queste parole, procedendo a una ricostruzione molto onesta, ma spaventosa, di ciò che accadde fra il 2018 e il 2019. Ci fu, a suo dire, una guerra dentro l’Europa, precisamente tra forze anti Ue e l’Ue stessa. «L’Europa è stata sfidata, ma si è difesa molto bene», ha chiosato l’Annunziata.La nota giornalista non ha usato queste esatte parole, ma il succo del suo ragionamento era piuttosto chiaro: chi tocca l’Europa (anzi, prova a toccarla) muore. E in fondo è giusto così. Sembra essere esattamente questa la morale de L’inquilino. Da Monti a Meloni: indagine sulla crisi del sistema politico, il corposo volume che l’Annunziata ha appena pubblicato per Feltrinelli. Si tratta di una ricostruzione minuziosa e, va riconosciuto, ricca di notizie, di quanto accaduto in Italia dall’avvento del professore in loden a oggi. Le informazioni che contiene sono interessanti. Per citarne una: individua in Giuseppe Conte la «manina» di cui si lamentò con forza Luigi Di Maio, quando qualcuno gli fece scivolare sotto il naso il condono fiscale nel 2018. Ricordi suggestivi, senza dubbio. Ma non sono i piccoli e sporchi segreti del Palazzo che qui ci interessano. Il libro dell’Annunziata merita d’essere letto per un altro motivo: perché quando si arriva all’ultima pagina si prova un senso d’angoscia che nemmeno con un romanzo di Stephen King. E il filo conduttore è sempre lo stesso: chi tocca l’Europa, chi osa sfidarla, si rompe le corna (meritatamente). Basta seguire il racconto per notare quanto tale verità emerga con prepotenza, in particolare dal capitolo riguardante Matteo Salvini e il governo gialloblù, l’unico che abbia provato a prendere di punta Bruxelles. Niente che non sapessimo già, per carità. Ma che sia una donna d’establishment come l’Annunziata ad affermarlo, e con granitica certezza, aiuta a comprendere quale sia l’ideologia dominante, e quando sia difficile anche solo scalfirla. A suo dire, tra il 2018 e il 2019 si costituì un grande «fronte anti Ue che nel 2019 pensava di vincere e non vinse, ma si trattò di un tentativo fortissimo finanziato dalla Russia, anche se solo la Le Pen ammise i finanziamenti». Sulla veridicità dell’affermazione si potrebbe dubitare, ma sul fatto che questa sia la versione dei fatti più accreditata in certi ambienti non si discute. Riga dopo riga, la Annunziata ricostruisce la colata di ostilità che l’élite europeista rovesciò allora sul governo guidato da Giuseppe Conte. Quest’ultimo, si legge nel libro, fu preferito a Giulio Sapelli caldeggiato dalla Lega, anche perché (a parole durante i colloqui esplorativi) si era mostrato molto determinato soprattutto sul tema migratorio. E da subito la compagine da lui condotta non risultò gradita. Con il passare delle settimane, lo scontro si fece aperto, esplodendo definitivamente al momento di consegnare la finanziaria. «Il de profundis arriva dal presidente della Bce, Mario Draghi, con un asciutto testo che a leggerlo oggi suona come una profezia: “Sfidare le regole europee non porta una maggiore prosperità, ma comporterà un alto prezzo per tutti”». Ecco la sintesi di ogni riflessione. «In effetti è una strada senza uscita quella imboccata dall’Italia», prosegue l’Annunziata. «Una violazione così plateale delle regole europee avrebbe significato indebolire lo stesso principio di autorità su cui si basava la fondazione dell’Ue, dunque dimostrare che l’Europa non esiste. […] C’è una sottovalutazione dei reali rapporti di forza in Europa. E una sottovalutazione di quello che è in movimento a Bruxelles. Molti dei leader europei, fra cui soprattutto tedeschi e francesi, prendono atto e da quel momento si attrezzano per fare seriamente i conti con il governo populista italiano. Un avvertimento muto. Che Matteo Salvini, forse troppo preso dal suo tour permanente, non afferra. Una distrazione che sarà alla base della sua caduta». Dal braccio di ferro sulla manovra in avanti, si svolge quello che l’autrice definisce un viaggio «a luci spente nella notte europea». Che termina contro un muro. «Dopo aver parlato tanto di quali furono gli errori che hanno portato alla fine anticipatissima del primo governo populista italiano, a chi guardi la vicenda dall’esterno un errore appare più grave di altri: aver sfidato l’Europa», sentenzia l’Annunziata. L’Unione che i sovranisti volevano contrastare «si rivela invece poi nei confronti della leadership italiana di quel periodo, tutt’altro che remissiva […], non disponibile a mettere in discussione le proprie ragioni di fondo. […] Nel momento in cui la classe dirigente europea capisce che a essere in gioco è la propria sopravvivenza, serra i ranghi». Come sia andata a finire lo ricordiamo bene. E ricordiamo pure che cosa accadde poco dopo, cioè il rilancio da parte del sito americano BuzzFeed del famigerato audio registrato all’interno dell’hotel Metropol di Mosca, finito chissà come anche nelle mani dei cronisti dell’Espresso mesi prima. Non stiamo a ricostruire la complicata vicenda, ci limitiamo a ricordare ciò che la Annunziata scrisse allora sull’Huffington Post, parole che sono riportate pari pari nel libro: «La manina che più efficacemente potrebbe aver lavorato contro i sovranisti italiani sarebbe tedesca. Nel quadro di una “riattivizzazione” a tutto campo della strategia della Germania per difendere l’Europa dal risorgente nazionalismo, e dalla Russia di Vladimir Putin […]. Passo intrapreso con il consenso/conoscenza della Francia e della Gran Bretagna, nonché degli Stati Uniti, a dispetto delle affermazioni di rutilante simpatia che il presidente americano Donald Trump ha sempre espresso nei confronti del leader russo Putin».Così torniamo al punto di partenza, alla frase pronunciata dalla giornalista in tv: «La guerra contro Salvini è stata molto organizzata». È stata una guerra dell’Ue a trazione tedesco-francese contro chi ha tentato di metterne in discussione la condotta e l’ideologia. A ben vedere, è stata anche una guerra dell’Ue contro il popolo italiano, che continuare a pagare i danni delle politiche di austerità comunitarie. Ma per qualcuno quella guerra doveva essere per forza dichiarata, e doveva essere vinta fatalmente da Bruxelles: «Whatever it takes», come si usava dire.
La sede della Corta penale internazionale dell’Aia (Ansa)