2024-04-08
Gratti il laico e trovi il nemico dell’Occidente
Un crocefisso affisso nell'aula di una scuola elementare (Ansa)
I presidi che tolgono il crocifisso ed esigono il rispetto delle feste islamiche non sono mossi dal rispetto per il diverso, bensì dall’odio per il cristianesimo. Al fondo c’è una cultura isterica, che critica la violenza della nostra civiltà e chiude gli occhi su quella altrui.«Chi di schiena, chi di petto, tutti abbiam qualche difetto». Il detto esprime una verità inoppugnabile ma continuamente dimenticata, in particolare dal pensiero isterico. La base del pensiero isterico è la legge «o tutto o nulla», che vuol dire che o qualcosa è perfetto o non vale nulla. Il pensiero woke è un pensiero isterico. La civiltà occidentale (ma solo lei) deve essere assolutamente perfetta o non vale nulla, quindi meglio che sia distrutta e nel frattempo ce ne vergogniamo. La civiltà occidentale, che è la civiltà cristiana, è tragicamente imperfetta, perché noi, esseri umani, siamo imperfetti. La civiltà occidentale non è stata una civiltà perfetta, ma è stata straordinaria. Ne sto parlando al passato, perché ormai il suicidio dell’Occidente è andato talmente avanti, che non so se possa essere ancora corretto.Questa civiltà è nata fondendo quattro elementi: la spiritualità biblico evangelica (l’aria), la filosofia greca (l’acqua), il diritto romano (la terra), e la potenza e la violenza dei barbari (il fuoco). Quindi la nostra è stata una civiltà spirituale, duttile, pragmatica e violenta. Senza la violenza dei barbari, noi non avremmo resistito. Il cristianesimo è sbocciato in Siria e nel Nord Africa, deve è stato spazzato via dall’islam e noi ne abbiamo addirittura perso memoria. Nella nostra civiltà straordinaria, i barbari sono stati un elemento fondante, al punto tale che le nostre chiese romaniche e gotiche non somigliano per nulla a un tempio greco o a un tempio romano. La loro barbarie ha avuto l’importanza di darci la potenza di resistere all’attacco dell’islam. La cultura woke ci informa con la sua boccuccia imbronciata che dobbiamo vergognarci di aver fatto schiavi. La schiavitù è appartenuta alla quasi totalità delle civiltà umane. E, per inciso, gli europei schiavizzati dai saraceni sul Mediterraneo e dai tartari sul confine meridionale dell’Ucraina sono milioni e milioni. Noi, grazie alla civiltà cristiana, siamo stati quelli che hanno abolito la schiavitù. Le tracce dello schiavismo islamico le trovate nella storia e nella geografia. La Sicilia civilissima è decaduta come la Calabria, la Magna Grecia. La Corsica e la Sardegna sono state per secoli civiltà di pastori, non di pescatori o marinai, perché dal mare arrivavano le navi degli schiavisti. Stesso discorso per la costa occidentale del Mar Rosso, mare pescosissimo. La sua costa africana era fino a pochi decenni fa disabitata, perché flagellata dagli schiavisti. Abbiamo subito secoli di guerra, ma abbiamo retto. La Siria è saltata. Il Nord Africa è saltato. Noi abbiamo retto, e abbiamo retto perché avevamo la violenza dei barbari e nello scontro con l’islam, come giustamente hanno sottolineato Benedetto Croce e Claude Lévi Strauss, ci siamo ulteriormente imbarbariti. L’Europa cristiana ha ovviamente commesso crimini. Noi siamo tutti peccatori. L’Europa cristiana è nata dalla violenza dei due popoli da cui siamo nati, romani al Sud e barbari a Nord. La loro violenza è stata inenarrabile. Quando i romani si irritano perché Spartaco tenta di fare una rivolta, crocifiggono 6.000 gladiatori da Capua fino a Roma. Dopo la battaglia di Teutoburgo, gli Alemanni scuoiano vivi 15.000 romani. Se avessero utilizzato la stessa fatica ad accumulare pietre avrebbero tirato su un palazzo di nove piani. Questi popoli si uniscono, e il cristianesimo li ingentilisce. La «ferocia» dell’Europa cristiana non è nulla se paragonata alla ferocia delle altre civiltà, se paragonata alla ferocia dell’Europa precristiana e se paragonata alla ferocia dell’Europa post cristiana. La violenza si moltiplica nelle due terrificanti religioni atee del ventesimo secolo, il comunismo sovietico e il nazismo tedesco, suo figlio bastardo, che non sono stati movimenti politici, ma movimenti religiosi messianici e salvifici, ognuno col suo messia, Lenin o Hitler, il suo nuovo paradiso, un’epoca futura senza ingiustizie sociali e senza malattie, e una nuova possibilità di sacrificio umano, la classe borghese da una parte, gli ebrei dall’altra. La cultura woke è una cultura isterica, foraggiata e sovvenzionata da un’élite, e ci vuole morti, sostituiti dall’islam. Risalgono al 1974 i documenti ufficiali della Comunità europea, li trovate descritti sul libro Eurabia, della giornalista egiziana Bat Ye’Or, che dichiarano tra gli scopi dell’Ue l’islamizzazione dell’Europa, mediante crollo delle nascite, immigrazione massiva e modificazione delle linee culturali. Per questo il preside che non vuole il vostro presepe, i docenti di università orgogliosamente laiche dove un crocifisso durerebbe quanto un gatto sull’Aurelia, esigono che venga rispettato il ramadan. La loro cosiddetta laicità era solo odio al cristianesimo. In questa maniera affermano che non rispettare il ramadan è un affronto all’islam, e che quindi è giusto bastonare i cristiani che durante il ramadan nei Paesi islamici mangiano. Dato che l’Eucaristia è cibo, vino e pane, una messa vuol dire mancare di rispetto al ramadan. Per questo durante il ramadan in Nigeria bruciano vivi i fedeli nelle loro chiese. Ora sanno di avere l’approvazione di carinissimi e inclusivi presidi e docenti universitari occidentali. In questa maniera questi presidi e docenti hanno anche scatenato l’astio contro i presidi e docenti meno carini e inclusivi di loro, che non hanno preso questa decisione. Speriamo che l’astio si limiti a rimanere astio. La cultura woke pretende persone perfette, ma solo nella cultura occidentale, ed è quindi asservita al potere più estremo che odia il cristianesimo, e lo vuole abbattere con un buonismo isterico. Dobbiamo pesare le nostre parole perché potremmo offendere qualcuno. Nessuno si preoccupa di non offendere noi. Come non vaccinati ci hanno dato della poltiglia verde, o qualcosa di simile. Dobbiamo pesare le nostre parole perché potremmo offendere una persona che si ritiene gay o si ritiene trans, ma le minacce e gli insulti che ricevono normalmente i cosiddetti omofobi, a cominciare da me, sono impressionanti. Dovremmo vergognarci di essere bianchi, per i maschi è ancora peggio, dovremmo vergognarci della nostra storia, della nostra terra e della nostra gente e solo allora potremmo essere considerati tollerabili. Purché ci limitiamo ad essere bianchi, e non ebrei. Gli ebrei non hanno salvezza, danno loro la caccia nelle strade, sono scacciati dai cortei, che si tratti di femminismo, che si tratti di Pride. A Torino simpatiche fanciulle hanno occupato la sede universitaria di Palazzo Nuovo inneggiando agli stupratori di Hamas. Per questo è necessario recuperare la ragione. E la prima ragione è che nessuno è perfetto. Ognuno di noi ha commesso un miscuglio di azioni buone e azioni immonde, azioni magnifiche e azioni veramente molto discutibili. Lo stesso vale anche per i popoli. Noi grazie alla nostra violenza abbiamo resistito all’islam: quando sono arrivate le navi saracene abbiamo accusato il colpo, siamo crollati, ma poi ci siamo rialzati e abbiamo costruito città straordinarie, Amalfi, Genova, Pisa, Noli e poi la Serenissima Venezia, che hanno tenuto testa ai pirati saraceni Abbiamo costruito navi più grandi delle loro, più belle e più forti. Abbiamo costruito cannoni con una gittata maggiore, e questo perché noi siamo i signori della scienza, e lo siamo perché ce lo ce lo permette il cristianesimo. Lo spiegano i Dottori della Chiesa: noi dobbiamo conoscere la natura perché creatura di Dio. Siamo stati signori della scienza perché fondiamo la spiritualità biblico evangelica, la filosofia greca, il diritto romano e la potenza dei barbari, e quindi abbiamo creato questa civiltà magnifica. La cultura woke è una vuota cultura di isterici, fatta di asterischi e incapacità cognitiva. A noi il potere della ragione.
(Ansa)
Nuova tappa della Made in Italy Community all'Istituto Europeo del Design. Le interviste a Roberto Santori (founder Made in Italy community), Patrizia La Daga (ambassador Made in Italy community Spagna), Alessandro Di Salvo (country manager Italtel Spagna).