2022-02-24
Gli strani eccessi di cautela dell’Anac sui conflitti di interessi di Ricciardi
Un tribunale accerta i rapporti del consigliere di Speranza con Big Pharma. E il Consiglio di Stato sveglia l’Anticorruzione. La conclusione però è incredibile: «L’esperto non ha violato le norme, ma vanno cambiate».Le informazioni e gli atti sono a disposizione, ma sembra che la volontà di andare a fondo sia davvero scarsa. Abbiamo raccontato quali siano stati, negli anni, i rapporti di Walter Ricciardi, consulente del ministro Roberto Speranza, con le case farmaceutiche. Abbiamo riportato passaggi dell’inchiesta svolta da Giulia Innocenzi (nel libro Vaccina-nazione) sui potenziali conflitti di interessi del professore: è stato chiamato a esprimersi sulle vaccinazioni dopo aver lavorato per aziende come Novartis, Glaxosmithcline, Sanofi Pasteur, Menarini e altre, occupandosi proprio di vaccini. Quando il Codacons, tempo fa, ha rilevato il problema, Ricciardi ha accusato di diffamazione Carlo Rienzi, presidente dell’associazione. Non gli è andata bene. Sull’argomento, il 10 luglio 2018, si è espresso il gup di Roma, Giulia Proto: «Emerge dagli atti che, almeno alla data del 28/05/2013, il Ricciardi aveva effettivamente svolto consulenze per diverse case farmaceutiche anche produttrici di vaccini», ha scritto. Insomma, Ricciardi ha collaborato con case farmaceutiche produttrici di vaccini poco prima di diventare commissario e poi presidente dell’Istituto superiore di sanità. Il Codacons ha presentato vari esposti all’Anac, l’Autorità anticorruzione, per denunciare «pesanti conflitti di interessi in capo a Ricciardi, promotore del piano nazionale di prevenzione vaccinale per il biennio 2016-2018, che rivestiva il ruolo di presidente Iss pur avendo ricevuto finanziamenti e sponsorizzazioni da aziende farmaceutiche produttrici di vaccini (Glaxosmithkline, Pfizer, Sanofi Pasteur Msd e Abbvie Srl)». L’Anac, esaminate le pratiche, inizialmente ha deciso di archiviare, ma il Codacons si è rivolto al Consiglio di Stato. Ed ecco la sorpresa: il 3 aprile 2021 i consumatori hanno annunciato che «la V sezione del Consiglio di Stato ha accolto il ricorso […] obbligando l’Autorità anticorruzione a riaprire il dossier sulle possibili incompatibilità di Ricciardi». Per effetto di questa decisione, scriveva il Condacons nell’aprile di un anno fa, «l’Anac dovrà riaprire il dossier sui conflitti di interessi di Ricciardi». L’Anticorruzione cioè è stata chiamata a rivalutare i conflitti di interessi del principale consulente del ministro della Salute in carica. Ebbene, che cosa è accaduto da allora? A quanto pare nulla. Dall’Anac non sono arrivati comunicati, il Codacons non ha più avuto notizie, i giornali non hanno pubblicato un rigo. Abbiamo chiesto all’Anticorruzione a che punto fossero le pratiche. La risposta dell’Anac, purtroppo, fa chiarezza solo fino a un certo punto. «Dopo la sentenza del Consiglio di Stato, il 16 luglio 2021, Anac ha scritto all’Iss e a Ricciardi per avere copia delle dichiarazioni rilasciate da Ricciardi sui rapporti con aziende farmaceutiche, e sul finanziamento della Abbvie srl al dipartimento sanità pubblica dell’università Cattolica», ci hanno scritto dall’Autorità. «Il 6/08/21 Iss ha risposto che Ricciardi ha partecipato alla formulazione del Piano vaccinale 2016-2018 quale membro del Consiglio superiore della sanità. Ma non era tenuto per legge a presentare all’Iss alcuna comunicazione né richiesta di autorizzazione. Quindi nessuna dichiarazione è stata fornita da Ricciardi, sui tre specifici episodi (in quanto non vi era obbligo di farlo, o di richiederlo), e quindi nessuna è stata consegnata ad Anac». Proviamo a tradurre. L’Anac sostiene di aver riaperto la pratica e di aver chiesto all’Iss e a Ricciardi informazioni sui rapporti con Big Pharma. Spiega anche che Ricciardi non era tenuto a parlare delle sue consulenze prima di partecipare alla formulazione del Piano vaccini. L’Anac aggiunge di aver ottenuto informazioni sul finanziamento fatto avere dalla casa farmaceutica Abbvie srl all’università Cattolica (l’ateneo di Ricciardi). Risulta che l’università abbia emesso due fatture: «La prima, pari a 23.300 euro, pagata da parte di Abbvie a dicembre 2014 e la seconda - a saldo delle prestazioni contrattuali - pari a 42.639 euro, emessa in data 10 marzo 2016, non è stata pagata». Conclusione: Anac andrà a breve a delibera, «prendendo atto di quanto riferito e chiarito dalle parti, considerando definita la questione».Anac in pratica ha esaminato i potenziali conflitti di interessi di Ricciardi sui vaccini, e sembra averne concluso che il professore, prima di occuparsi del Piano vaccinazioni, non avesse l’obbligo di dichiarare alcunché. E poiché gli obblighi non c’erano, lui non li ha violati. Curioso. Sappiamo infatti - perché lo ha scritto un giudice - che Ricciardi ha svolto consulenze (anche su vaccini) fino al 2012. Due anni dopo è diventato commissario e, nel 2015, presidente dell’Iss. Ma per l’Anac va tutto bene: non era tenuto a comunicare nulla. Non è tutto. Come rivelato da Giulia Innocenzi in Vacci-nazione, Ricciardi non ha soltanto fatto consulenze sui vaccini fino al 2012. Ha fatto anche parte del comitato degli esperti della rivista Italian health policy brief ed è stato editor scientifico di un’altra pubblicazione: Public health and health policy. L’editore di queste riviste è Altis Ops Srl, società di lobbying per le case farmaceutiche. Ricciardi ha mantenuto incarichi in queste riviste fino al 2014 (per la prima) e al 2015 (per la seconda). Mentre era prima commissario e poi presidente dell’Iss, collaborava con riviste di proprietà di una lobby del settore farmaceutico. Ad Anac tutto ciò va bene? Sembra di sì. Il Codacons, però, non è d’accordo. Secondo il presidente, Carlo Rienzi, Ricciardi non avrebbe potuto diventare capo dell’Iss. «La normativa prevede che non si possa assumere un incarico pubblico se si hanno avuto rapporti nei tre anni precedenti che siano in conflitto di interessi con quello pubblico», dice Rienzi. «Ciò, nel caso dell’Iss, è previsto anche nel piano anticorruzione. Dunque Ricciardi non poteva accettare l’incarico di commissario prima e di presidente poi avendo avuto rapporti con le case farmaceutiche. Sono posizioni particolarmente delicate perché si decide della salute e nessuno che debba decidere deve avere rapporti con chi della salute fa profitti con i farmaci».C’è un altro aspetto strano. Anac prima ci ha detto che Ricciardi non aveva violato alcuna norma. Poi ha aggiunto: «Dato il rischio di possibili conflitti di interessi, è stato richiesto al ministero della Salute di introdurre nel nuovo regolamento specifica previsione di gestione efficace di possibili conflitti di interessi. È stato chiesto anche al responsabile interno all’Iss per l’anticorruzione (Rpct) di recepire i suggerimenti di Anac e di sensibilizzare tutto il personale Iss sui rischi di conflitto d’interessi». Capito? L’Anticorruzione dice: Ricciardi non ha violato i regolamenti, ma quei regolamenti sembrano poco stringenti e abbiamo chiesto a ministero e Iss di cambiarli. Ci siamo rivolti all’Iss e abbiamo chiesto conto. All’istituto, in parte, hanno confermato. «Ricciardi ha sempre rilasciato le dichiarazioni relative ai suoi rapporti pregressi ove richiesto e necessario», hanno detto. E hanno ribadito che il professore «non era tenuto né a comunicare né tantomeno a richiedere alcuna autorizzazione all’Iss nella veste di membro del Consiglio superiore di sanità e nell’ambito delle attribuzioni e competenze proprie di tale organo del ministero della Salute». Fin qui tutto chiaro. La parte incredibile riguarda le (presunte) modifiche al regolamento sui conflitti di interessi. Anac dice di avere invitato l’Iss a essere maggiormente sensibile sul tema. Ma la realtà sembra diversa. È lo stesso Iss a dirci di essersi dotato «di un proprio regolamento sul conflitto di interessi» e a precisare che questa è stata «un’autonoma attività». Non solo. L’Iss aggiunge di aver adottato un «Codice di etica» sui conflitti di interessi già nel 2015 (con Ricciardi commissario) e di aver approvato il 30 luglio 2020 un «Regolamento per la gestione del conflitto di interessi», voluto da Silvio Brusaferro. Tale regolamento «costituisce specificazione di concetti già previsti da norme e procedure già anteriormente vigenti introducendo adeguate modalità procedurali». Siamo alla fine della storia, e proviamo a sintetizzare ciò che abbiamo appreso. 1Ricciardi ha collaborato con Big Pharma anche per i vaccini fino al 2012. Fino al 2015 ha collaborato con riviste di una lobby farmaceutica. 2 Secondo il Codacons, si tratta di conflitto d’interessi e Ricciardi non avrebbe potuto assumere gli incarichi di commissario e presidente dell’Iss. 3Un tribunale, nella primavera 2021, ha stabilito che l’Anac debba indagare e poi deliberare sulla faccenda. 4 L’Anac dice di aver svolto accertamenti e fa capire che Ricciardi non ha violato le regole. Allo stesso tempo, però, sostiene di aver invitato l’Iss a cambiarle, quelle regole, per renderle più stringenti. 5L’Iss dice di essersi già dotato da solo di un regolamento stringente, approvato nel 2020. Tale regolamento considera problematici ai fini del conflitto di interessi le collaborazioni attive fino a tre anni prima di un incarico. Se sul conflitto di interessi di Ricciardi ha ragione il Codacons (e i regolamenti Iss potrebbero far pensare che sia così), allora l’Anac ha liquidato tutto con troppa superficialità. E non ha neppure fatto pressioni per far cambiare le regole: l’Iss dice di averle cambiate in autonomia. Chi mente? E, soprattutto, perché?