2023-08-22
Giorgetti si prepara per la manovra: «Ma non riparta il Patto di stabilità»
Giancarlo Giorgetti (Imagoeconomica)
Il capo del Mef avverte: «Sarà complicata, non si potrà fare tutto». Poco utilizzabili le risorse dell’imposta sugli extraprofitti delle banche. E sulle pensioni ammette: «Con questa natalità nessuna riforma regge».Realpolitik o freno a mano tirato? Dal Meeting di Rimini il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, annuncia che la prossima manovra di bilancio dell’Italia «sarà complicata come quella dell’anno scorso», per questo il governo dovrà stabilire la priorità degli interventi. Da settembre, poi, l’Italia avvierà un’interlocuzione con Bruxelles per una riforma dei parametri del Patto di stabilità e crescita, sospesi durante l’emergenza pandemica. «La Commissione Ue rispetto ad altri anni fa ha completamente cambiato paradigma sulla regola del Patto di stabilità e crescita che riprenderà dal primo gennaio 2024, ma spero di no», ha detto Giorgetti, riferendosi alla sospensione della clausola durante il periodo Covid. «Siamo ancora in una situazione eccezionale e servono misure per accompagnare famiglie e imprese», ha sottolineato. «A livello Ue si capisca la dinamica e il senso del tempo» in vista dell’uscita dalla clausola generale decisa in epoca di pandemia. «Purtroppo siamo ancora in una fase di guerra in Europa e basta pensare all’inflazione, ai prezzi dell’energia legata alla guerra in Ucraina. Quindi, a settembre quando si decideranno le nuove regole di governance europee» Bruxelles ne tenga conto. Per i prossimi mesi «il governo responsabile chiede all’Ue di capire il senso della storia che stiamo vivendo, altrimenti diventa più complicato» far quadrare i conti, ha aggiunto. Sottolineando che «non facciamo un problema di debito o mancata riduzione del debito, ma vogliamo che gli investimenti siano trattati in modo privilegiato e meglio rispetto alle spese correnti. Noi non possiamo, in un momento in cui purtroppo siamo ancora una una situazione eccezionale», ha spiegato il ministro, «tornare a delle regole che ignorano la necessità di accompagnare e aiutare famiglie e imprese verso queste grandi trasformazioni che stiamo vivendo. Per questo motivo io vedo i prossimi mesi, con un governo responsabile anche in termini finanziari, ma che chiede all’Europa il senso della storia, altrimenti diventa tutti più complicato». Qualche ora dopo fonti del Mef hanno precisato che «il ministro non chiede la proroga della sospensione della clausola del Patto di stabilità in vigore fino al 31 dicembre 2023 ma ha espresso l’auspicio che entro la fine dell’anno sia approvata la riforma del Patto in modo da poter entrare in vigore al posto delle vecchie regole dal primo gennaio». Collegato da remoto (era a Tarvisio per i funerali di Stato dei due finanzieri morti durante un addestramento), Giorgetti ieri ha aperto la carrellata del governo alla kermesse di Cl durante un dialogo su «Sostenere lo sviluppo, per un’economia innovativa», con l’ad del marchio di conserve, Francesco Mutti, Stefano Barrese di Intesa Sanpaolo e la presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina. Sul fronte della manovra, il ministro ha sottolineato che «Non si potrà fare tutto, dovremmo intervenire a favore dei redditi medio bassi, ma anche utilizzare le risorse a disposizione per promuovere la crescita e premiare chi lavora», segnalando che sui media «da qualche giorno le proposte più o meno corrette o strampalate fioccano senza che i diretti interessati le conoscano». Un altro punto che potrebbe trovare spazio nella manovra riguarda le pensioni visto che lo scorso anno sono state inserite alcune misure transitorie. E anche qui Giorgetti mette le mani avanti: «Il tema della natalità è fondamentale, non c’è nessuna riforma previdenziale che tiene nel medio e nel lungo periodo con i numeri della natalità che abbiamo in questo Paese». Di certo, il governo di Giorgia Meloni ha stabilito tra le priorità la conferma del taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti, per rendere strutturale una sforbiciata alle accise che consenta di mantenere circa 100 euro in più nelle buste paga per contrastare l’inflazione, attestata al 5,9% a luglio. Ci vogliono non meno di 30 miliardi per rendere strutturale il taglio al cuneo fiscale, più una manciata di altre misure, che però sposteranno poco in termini di saldi. Nell’attesa di capire il punto di caduta sul salario minimo. E al momento, ci sono solo i quasi 6 miliardi già incamerati dal deficit aggiuntivo fissato nello scorso Def. Alcune risorse potrebbero arrivare dalla spending review nei ministeri, il Mef ha chiesto ai singoli dicasteri di presentare entro il 10 settembre una proposta con la revisione della spesa. Non saranno utilizzabili invece le risorse provenienti dalla tassa sugli extraprofitti delle banche, la cifra dovrebbe aggirarsi attorno ai 2 miliardi, visto che si tratta di un’una tantum valida per il 2023. E comunque la misura potrebbe essere rivista durante l’iter parlamentare del dl Asset e Investimenti. Giorgetti ieri non ne ha parlato direttamente ma ha tirato in ballo il ruolo e la presenza dello Stato nel mercato. «Viviamo una fase di grande cambiamenti e probabilmente confidare nella mano invisibile del mercato non è la soluzione corretta. Il ruolo dello Stato nell’economia è da approfondire», ha proseguito il ministro, aggiungendo che «in questa fase il ruolo del pubblico diventa fondamentale nell’accompagnare le transizioni e quindi nel promuovere l’imprenditoria».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.