2022-05-07
Giallo sulla nuova fregata di Putin affondata
Gli ucraini annunciano che al largo dell’isola dei Serpenti sarebbe stata colpita la Admiral Makarov, la nave più attrezzata della flotta di Mosca. Manca la conferma. Stallo alle acciaierie Azovstal, mentre a Lugansk si va verso la spallata finale dei russi.A ormai due giorni dal 9 maggio, data simbolo per la Russia, la tensione continua a salire. Dopo i violentissimi bombardamenti della notte sulla regione di Dnipropetrovsk (Sud Est dell’Ucraina), i russi devono accusare un nuovo durissimo colpo. Il deputato ucraino Oleksiy Goncharenko ha annunciato nella mattinata di ieri che una fregata russa che si trovava al largo dell’isola dei Serpenti, lo stesso luogo dove era stato colpito e affondato lo scorso aprile l’incrociatore Moskva, è stata colpita e sarebbe in fiamme. Si tratterebbe della fregata Admiral Makarov «che sarebbe stata centrata da un missile antinave Neptune». Mentre sui canali Telegram vengono pubblicati decine di filmati falsi, numerose fonti raccontano che nell’area i russi avrebbero inviato aerei e navi da soccorso. Se davvero gli ucraini avessero affondato anche questa nave per il Cremlino sarebbe un vero disastro e non solo in termini di orgoglio e propaganda alla vigilia della parata del 9 maggio; l’Admiral Makarov è la nave più importante e tecnologicamente più avanzata della flotta del Mar Nero con base a Sebastopoli. Secondo il World Directory of Modern Warships si tratta di una fregata di classe Admiral Grigorovich, dotata di 24 missili terra-aria a medio raggio Buk e 8 missili da crociera Kalibr e con a bordo un equipaggio di circa 200 persone. Le autorità russe hanno smentito attraverso il portavoce Dmitri Peskov, che ha laconicamente dichiarato: «No, il Cremlino non ha informazioni» che è la stessa cosa che i russi dissero quando venne affondato l’incrociatore Moskva. Brutto segno, che suona quasi come una conferma. Ma gli ucraini hanno fatto tutto da soli oppure sono vere le voci che dicono che un drone americano Global Hawk si trovava in zona? Pronta la smentita Usa, ma i dubbi persistono. Secondo alcune fonti si sarebbe trattato di una vera riedizione dell’attacco al Moskva; prima un attacco condotto con i micidiali droni di fabbricazione turca BayraktarTB-2, e poi l’attacco missilistico. Questi droni che fino ad oggi hanno fatto la differenza (al pari dei satellitti) in questo conflitto, negli scorsi giorni erano entrati in azione sempre sull’Isola dei Serpenti dove avevano distrutto alcune postazioni missilistiche e una motovedetta russa. I russi confermarono l’attacco e l’abbattimento di un drone ucraino senza però mostrare le prove. Il Cremlino sempre ieri attraverso il suo portavoce Dmitry Peskov che ha parlato all’agenzia stampa russa Tass, ha preso posizione sulle celebrazioni del giorno della vittoria a Mariupol: «Tutto procede secondo i piani ma oggi è impossibile per ovvie ragioni organizzare celebrazioni per il 9 maggio nella città ucraina di Mariupol. Ci saranno certamente russi e molti altri il 9 maggio, ma non ho informazioni su una delegazione ufficiale». Aldilà dei trionfalismo degli scorsi giorni è evidente che i russi anche a Mariupol, incontrano delle difficoltà. Dmitry Peskov poi si è lanciato in un attacco alla Polonia: «Negli ultimi mesi la Polonia ha adottato una retorica molto, molto ostile ed è evidente che dalla Polonia potrebbe arrivare una minaccia all’integrità territoriale dell’Ucraina». Poi Peskov ha affermato che «la Russia non vuole annettere parte dell’Ucraina. Piuttosto è la Polonia a volerlo fare». Non si è sbloccata nemmeno ieri la situazione nell’acciaieria Azovstal di Mariupol: se è vero che è continuata l’evacuazione dei civili, la brigata Azov ha reso noto via Telegram che i russi avrebbero violato il cessate il fuoco sparando anche su un’auto dove viaggiavano dei civili e ci sarebbe stata una vittima. Nella regione di Lugansk, intanto, ci si prepara al tentativo di spallata definitiva da parte dei russi: il capo dell’amministrazione militare regionale di Lugansk, Sergii Gaidai, all’agenzia ucraina Unian, ha dichiarato: «Ci stiamo preparando per offensive più potenti nei prossimi 3 o 4 giorni. Faranno ogni sforzo per sfondare a Severodonetsk o Popasna». Gaidai, che si detto convinto che i russi non sfonderanno, ha aggiunto «che la situazione a Popasna è stata a lungo molto difficile. La città è quasi completamente distrutta, perché viene bombardata 24 ore su 24, attaccata con ogni tipo di arma». Nella guerra delle parole c’è da registrare l’intercettazione telefonica diffusa dai servizi segreti ucraini nella quale emergono le difficoltà che i soldati russi incontrano sul campo alla quali risponderebbero con veri e propri atti di auto-sabotaggio. Nell’audio si sente un carrista russo che racconta come siano sempre più frequenti gli episodi nei quali i combattenti versano sabbia nei serbatoi dei carri armati, per non attaccare: «Io non eseguo ordini stupidi, semplicemente mi rifiuto». A tal proposito negli scorsi giorni su Twitter erano state diffuse le fotografie di quattro uffici di reclutamento dati alla fiamme in altrettante città russe.