2021-07-02
Figliuolo respinge i lamenti delle Regioni. «Le dosi ci sono, dovete organizzarvi»
Francesco Paolo Figliuolo (Ansa)
Per il commissario «le 500.000 somministrazioni quotidiane saranno rispettate. Ma vanno riprogrammate le agende»Non mancano i vaccini, il problema sono sempre le Regioni che hanno male impostato le proprie agende. Come anticipato dalla Verità, sono i governatori che si accorgono di non riuscire a mantenere il ritmo richiesto e parlano di forniture che non arrivano, magari perché non riescono a piazzare le dosi che molti rifiutano. Ma «i numeri non sono un'opzione», sottolineava ieri il commissario per l'emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo, «questo mese avremo 2,6 milioni dosi di Astrazeneca per gli over 60 e 14,6 milioni di dosi di vaccini a Rna e quindi, matematicamente, riusciremo a mantenere le 500.000 somministrazioni quotidiane». Il generale, partecipando a un evento in Umbria, l'ha detto chiaramente: «Il problema di alcune Regioni è legato alle agende che sono state programmate prima che uscissero le nuove prescrizioni del Comitato tecnico scientifico, che portano ad utilizzare Astrazeneca per le seconde dosi solo degli over 60». Il commissario straordinario, sempre convinto che «a fine settembre avremo quindi vaccinato l'80% delle popolazione vaccinabile», ha centrato la questione dolente, ovvero una campagna che procede più lentamente perché le aziende sanitarie faticano a riprogrammare i calendari. Devono farlo considerando anche il farmaco anglosvedese e Johnson & Johnson, poco somministrati, invece utilizzano prevalentemente Pfizer e Moderna pure per i richiami degli over 60. Lo si vede dall'andamento delle somministrazioni nella scorsa settimana, dal 21 al 27 giugno, quando su 3,8 milioni di vaccinazioni più di 3 milioni erano state fatte con il farmaco Pfizer, 429.487 con Moderna e solo 352.728 con Astrazeneca. Appena 32.779 le dosi di J&J inoculate. Sempre ieri, il presidente della Conferenza delle Regioni e del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, era intervenuto in merito ai possibili rallentamenti della campagna vaccinale: «Faremo dalla prossima settimana degli incontri bilaterali tra la singola Regione e la struttura commissariale per trovare criticità e risolverle», ha dichiarato a SkyTg24, spiegando che «la criticità sta nell'impossibilità di usare Astrazeneca e Johnson & Johnson per gli under 60», e che «sommando Pfizer e Moderna avremo circa 800.000 dosi in meno a livello nazionale durante questo mese». Fedriga ha però aggiunto che «l'ultima fornitura di giugno è arrivata il 30, quindi di fatto è utilizzabile nel mese di luglio, e viste le riserve che in modo responsabile le Regioni avevano per avere un minimo di giorni in caso di emergenza, credo che con questo dovremmo riuscire ad affrontare tutti i problemi». Non solo, «Il commissario Figliuolo ha messo a disposizione anche la riserva per aiutare i territori che si trovassero in carenza di dosi, quindi penso che ci sarà una ricomposizione e le 500.000 dosi al giorno si raggiungeranno», ha concluso il governatore. Il generale conferma le dosi concordate, quindi per le Regioni adesso si tratta di rivedere la strategia vaccinale considerando anche il problema vaccinatori, che si prenderanno ferie e dovranno essere sostituiti con non poche difficoltà, considerato il numero sempre molto basso di personale a disposizione. Come ha ricordato nei giorni scorsi la Verità, le dosi a disposizione non mancano ma vanno sapute gestire mantenendo sempre l'equilibrio tra le tre componenti della catena logistica: vaccini, vaccinandi e vaccinatori. I primi ci sono, i secondi scarseggiano. La percentuale dei non vaccinati nella fascia 80-89 anni è del 6,8%, in quella 70-79 è del 12,3%, del 18,2% tra i 60-69, del 26,9% nella fascia 50-59, del 40,2% in quella 40-49 anni, del 52,4% fra i trentenni e del 58% tra i ventenni. Quanto ai vaccinatori, abbiamo già evidenziato il problema che nasce con le loro ferie. Proprio in tema vacanze e possibilità di dare il vaccino anche ai turisti, ha già messo le mani avanti l'assessore alla Salute dell'Emilia Romagna e coordinatore di tutti gli assessori alla Sanità della Conferenza delle Regioni, Raffaele Donini dicendo: «Avevamo dato la nostra disponibilità a vaccinare i turisti fin dall'inizio, ma per farlo dobbiamo conoscere esattamente il numero di vaccino che ci verrà consegnato». La fornitura che non arriva come tormentone che ricorre. Anche il Lazio non vede di buon occhio vaccinare i turisti perché teme di non avere abbastanza dosi, almeno secondo i calcoli dell'assessore alla Salute, Alessio D'Amato, che prevede questo mese un 35-40% di dosi in meno rispetto a quelle di giugno. Però ieri, nella Regione amministrata da Zingaretti, sono ripartite le prenotazioni per Pfizer dopo un blocco che è durato qualche giorno, ufficialmente a causa della mancanza di consegne. Mentre pochi giorni fa il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, denunciava una «gestione irresponsabile» da parte del governo nella distribuzione dei vaccini e considerava «una vergogna» che il Lazio «stessa popolazione della Campania, riceva 240.000 dosi in più della Campania». Ieri Figliuolo ha riportato un po' d'ordine nel continuo lamentarsi delle Regioni, assicurando appunto l'arrivo delle forniture necessarie. Non solo, se sarà necessario fare il terzo richiamo per il vaccino anti Covid-19, l'Italia avrà le dosi che servono, ha fatto sapere con una nota, dichiarando che «l'Italia ha già fatto le opzioni di acquisto» per i lotti destinati all'eventuale terza dose. «Noi siamo pronti e ci stiamo attrezzando. La filosofia è andare sui medici di medicina generale, le farmacie, i nosocomi ma piano piano uscire dalla logica dei grandi hub» ha aggiunto il generale.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)