È pronta «la più grande consegna di Pfizer», che dal 2022 concorrerà con Sanofi e Novavax. Coi nuovi arrivi, saremo indipendenti da Astrazeneca. Negli Usa, Moderna chiede l'ok per la vendita diretta ai consumatori.
È pronta «la più grande consegna di Pfizer», che dal 2022 concorrerà con Sanofi e Novavax. Coi nuovi arrivi, saremo indipendenti da Astrazeneca. Negli Usa, Moderna chiede l'ok per la vendita diretta ai consumatori.«A giugno daremo la spallata con oltre 20 milioni di vaccini in arrivo, mentre è in corso la più grande consegna di vaccini Pfizer arrivata in Italia, pari a 3,4 milioni di dosi», ha detto ieri il commissario straordinario all'emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, durante l'inaugurazione dell'hub vaccinale presso la sede di Confindustria a Roma.Ma come siamo messi con le forniture? L'Osservatorio interdisciplinare yrasporto alimenti e farmaci (Oitaf) ha elaborato una stima aggiornata per le consegne dei singoli vaccini fino al primo trimestre 2022: in totale parliamo di 225,3 milioni di dosi, con una media mensile di 15 milioni. Per Astrazeneca, alla fine del trimestre luglio-agosto-settembre, sono attesi altre 24,7 milioni di dosi per un totale di 36,2 milioni (comprese quelle già ricevute), ma il rispetto delle quantità è incerto, alla luce del mancato rinnovo del contratto, in scadenza a fine giugno, da parte della Commissione europea. Sempre entro il quarto trimestre 2021 arriveranno altri 53 milioni di Pfizer-Biontech, facendo così salire il conto finale a quasi 78 milioni e considerando anche che il dato del primo trimestre del 2022 non tiene conto del nuovo contratto da 900 milioni di dosi sottoscritto da Bruxelles, con consegne entro il 2023 a partire dal 2022. Quando al monodose Johnson&Johnson, la suddivisione tra il terzo trimestre (16,1 milioni di dosi) e il quarto trimestre del 2021 (3,3 milioni) è incerta. La Ue si è detta comunque sicura del rispetto finale dell'ordine. La novità più grossa dei prossimi mesi sarà l'arrivo in forze della tedesca Curevac, la cui approvazione è prevista per giugno ma che Oitaf proietta prudenzialmente per consegne a partire da luglio. Nei primi mesi del prossimo anno arriveranno però nuovi rinforzi: 20,2 milioni di dosi del vaccino prodotto da Sanofi con Gsk e la coda dell'ordine Curevac. Infine, sono attesi 4,6 milioni di dosi di Moderna entro giugno, quasi 14 milioni entro settembre e 19,8 milioni entro dicembre. Per un totale di quasi 40 milioni, comprendendo le dosi già ricevute. A completare la previsione va inoltre ricordato che la Ue ha trattative in corso con Novavax per 200 milioni di dosi e che l'azienda prevede di iniziare le consegne nel quarto trimestre di quest'anno, ma la maggior parte del contratto verrà onorato nel 2022. Le trattative per 60 milioni di dosi con la francese Valneva (il cui impianto principale si trova nel Regno Unito) si sono invece interrotte e la società procederà con contratti con i singoli Stati. Questi dati portano a una serie di considerazioni. La più banale è che anche se Astrazeneca (dopo lo stop al rinnovo del contratto deciso dall'Ue) smettesse di consegnare del tutto a fine giugno, non sarebbe la fine del mondo. La seconda, meno intuitiva, è che il mix di vaccini disponibili nel terzo trimestre, e ancor di più quelli previsti nel quarto trimestre 2021, anche senza Astrazeneca, sarà molto più diversificato e molto diverso da quello del primo semestre. Ciò è rilevante per la terza dose e per le vaccinazioni dei più giovani (12-16 anni), ai quali secondo gli esperti potrebbe essere somministrato il vaccino Moderna, una volta che sarà approvato (cosa già avvenuta per Pfizer). La terza considerazione riguarda i futuri accordi commerciali e quindi, di riflesso, la geopolitica dei vaccini. Se, infatti, Novavax chiuderà il contratto con la Ue, Pfizer-Biontech, si troverà a fare i conti nel 2022 con nuovi e agguerriti concorrenti, cui si aggiungeranno come detto i francesi di Sanofi, che stanno attendendo il via libera al vaccino sviluppato con il gruppo britannico Gsk e, più avanti, a quello basato su mRna insieme all'americana Translate Bio (su cui non ci sono ancora contratti con l'Ue). Senza considerare Moderna, che con le tre nuove linee svizzere sparerà dosi a raffica e negli Usa ha già la stessa capacità produttiva di Pfizer. Proprio Moderna ieri ha avviato la richiesta alla Food and drug administration (Fda) per una approvazione definitiva del suo vaccino anti Covid dai 18 anni anni in su, finora somministrato con un'autorizzazione per l'uso di emergenza. La casa farmaceutica ha chiesto un esame prioritario, che richiede una decisione in sei mesi rispetto ai dieci della procedura standard. Moderna è la seconda azienda a chiedere il «full approval», dopo Pfizer: se l'Fda accenderà il semaforo verde, il vaccino potrà essere venduto direttamente ai consumatori e potrà restare sul mercato anche una volta che sarà finita la pandemia. Ad oggi, secondo i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc), negli Stati Uniti sono stati somministrati oltre 124 milioni di dosi di Moderna. Anche Novavax negli Usa potrebbe seguire la stessa strada, saltando la richiesta d'emergenza.Nel frattempo, sul fronte della campagna vaccinale, «a breve altri 800 punti vaccinali si aggiungeranno ai 2.658 già presenti, e 212 saranno di Confindustria», ha annunciato il generale Figliuolo. Domani partirà anche quello realizzato dal gruppo Unipol, a Bologna. Per nuovi hub che arrivano, altri però verranno presto chiusi perché «nel lungo periodo le palestre, i centri congressi o le stazioni dovranno tornare a svolgere i ruoli per i quali sono preposti», ha dichiarato nei giorni scorsi il ministro della Salute, Roberto Speranza. Lasciando intendere che l'eventuale richiamo sarà affidato tutto alle farmacie e ai medici di base, che dovrebbero fare almeno quattro volte le punture rispetto a quelle necessarie per il vaccino antinfluenzale, per altro con l'annuale campagna di quest'ultimo in corso.
Robert Redford (Getty Images)
Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.