2021-09-19
Fda sgambetta Biden sulla terza dose. «Va riservata ad anziani e fragili»
Gli esperti dell'agenzia Usa bocciano il richiamo negli under 65, sottolineando l'«incidenza più elevata» di miocarditi che si registra nei minori. E i Cdc ridimensionano la copertura dei vaccini: «Cala dopo 4 mesi».La terza dose va data solo agli over 65 e alle persone più vulnerabili. Le conclusioni del Comitato scientifico consultivo della Food and drug administration (Fda), l'agenzia federale Usa preposta alla sicurezza dei farmaci, svuotano di significato i proclami del nostro ministero della Salute. Altro che booster per tutti, magari imponendolo sempre con il ricatto del green pass come è nelle corde del governo Draghi. Gli esperti statunitensi hanno respinto in 16 contro due la richiesta di distribuire ulteriori dosi a tutti di over 16, a partire dal sesto mese dopo il completamento del ciclo vaccinale. «Non mi è chiaro se i dati che stiamo vedendo in questo momento siano applicabili o necessari per la popolazione in generale», ha affermato Michael Kurilla, scienziato del National institutes of health, riferendosi agli studi in circolazione che non supporterebbero una simile scelta. Perplessità condivisa dalla maggior parte dei componenti dell'Authority, che hanno votato quasi all'unanimità contro la proposta di una terza dose per ogni americano. Dopo l'annuncio della votazione, le azioni di Pfizer hanno chiuso in ribasso dell′ 1,3%, mentre le azioni di Biontech sono scese del 3,6%, come era prevedibile. In un documento pubblicato giorni prima della riunione del comitato consultivo, un importante gruppo di scienziati ha affermato che i dati ad oggi disponibili mostrano che la protezione del vaccino persiste contro un'evoluzione grave della malattia, anche se l'efficacia contro le forme lievi diminuisce nel tempo. Adesso arriva la decisione degli esperti della Fda, un brutto colpo per l'amministrazione Biden, che già aveva annunciato l'avvio dalla prossima settimana della campagna booster per tutti, ma anche per il nostro governo, che sta parlando con troppa disinvoltura di terzo o quarto richiamo. Sarà per questo che la decisione del Comitato scientifico dell'agenzia federale Usa occupa spazio zero nelle prime pagine dei giornaloni? Eppure quando il 23 agosto scorso la Fda diede l'approvazione definitiva al vaccino di Pfizer-Biontech per le persone dai 16 anni in su, i titoli in prima pagina si sprecarono e per giorni l'argomento preferito fu l'ormai imminente obbligatorietà della puntura anti Covid. Quando l'unico mantra è vaccinare tutti e più volte, malgrado non serva, le battute d'arresto che arrivano dagli scienziati non piacciono e vengono silenziate. Così come non viene evidenziata una grande preoccupazione emersa dalla discussione del comitato, ovvero il rischio di miocardite nella giovane popolazione maschile e che sarebbe potenziato con una terza dose indiscriminata distribuita agli over 16, ha detto Paul Offit, direttore del Vaccine education center presso il Children's Hospital di Philadelphia. Nello studio di George A. Diaz pubblicato su Jama, rispetto alle decine di casi per milione rilevate dai Cdc principalmente in individui giovani di sesso maschile entro pochi giorni dalla seconda vaccinazione, emergeva «un'incidenza più elevata» di miocarditi e pericarditi «suggerendo una sottosegnalazione degli eventi avversi del vaccino». La rivista Pediatrics riconosce che «gli studi sulla vaccinazione contro la malattia da Covid-19 hanno incluso un numero limitato di adolescenti, quindi potrebbero non aver rilevato eventi avversi rari ma importanti in questa popolazione». Riporta come esempio sette casi gravi di miocardite acuta o miopericardite in giovani dai 14 ai 19 anni, entro quattro giorni dalla seconda dose di Pfizer e avanza l'ipotesi che la miocardite o la pericardite possano essere un ulteriore evento avverso raro correlato alla reattogenicità sistemica nei giovani. In Israele, tra dicembre 2020 e maggio 2021 sono stati segnalati 275 casi di miocardite e si afferma che «esiste un legame probabile tra la somministrazione della seconda dose di vaccino Pfizer e la comparsa di miocardite tra gli uomini di età compresa tra 16 e 30 anni». Marco Cavaleri, responsabile della task force vaccini dell'Ema, ieri invece minimizzava su Repubblica. «Tra gli adolescenti, Stati Uniti e Israele hanno visto casi molto rari di miocardite, 60-70 ogni milione di vaccinati. Nulla di grave, in genere si risolvono in un paio di giorni», ha dichiarato. Il capo della strategia vaccinale dell'Agenzia europea del farmaco conferma l'ormai prossima valutazione del siero Pfizer per la fascia 6-11 anni, con approvazione a fine ottobre, «poi si scenderà d'età, fino ad arrivare ai neonati», ha annunciato. I più piccoli, se contagiati, presentano in genere manifestazioni lievi o sono asintomatici, «non sono determinanti nella diffusione del virus», hanno ricordato più di 1.300 tra medici e associazioni scientifiche che hanno sottoscritto la «Proposta di moratoria sulla vaccinazione dei bambini contro la Covid-19», mentre con la vaccinazione «sarebbero esposti a rischi di reazioni ed eventi avversi frequenti e anche severi». Non solo, i ricercatori ci stanno dicendo che i bambini devono contrarre l'infezione naturale perché non pagano un prezzo importante in termini salute e si immunizzano bene. A confermare che non è ragionevole volerli vaccinare a ogni costo, ieri il New York Times citava uno studio appena diffuso secondo il quale l'efficacia del vaccino Pfizer-Biontech contro i ricoveri da Covid cala al 77% dopo quattro mesi dalla seconda dose. Davvero vogliamo esporre al rischio di miocarditi bambini che possono contrarre il Covid nello 0,01% dei casi?
Jose Mourinho (Getty Images)