
Altro che CO2: un’altra ipotesi tira in ballo la mala gestione delle linee elettriche.Mentre i cosiddetti esperti chiedono al presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, di proclamare al più presto l’«emergenza climatica nazionale» dopo il devastante incendio che ha distrutto le isole Hawaii (causato, secondo i suddetti, «dal cambiamento climatico»), cominciano a essere più chiare le vere cause del rogo, il più letale nella storia degli Usa dal 1918. Secondo gli scienziati interpellati dal New York Times, ad alimentare le fiamme sono state piante infiammabili non autoctone importate dall’Africa, introdotte alle Hawaii come foraggio per il bestiame e lasciate libere di proliferare dopo l’abbandono delle piantagioni di zucchero. Queste piante, che ormai occupano quasi un quarto del territorio hawaiano, crescono velocemente con le piogge, resistono alla siccità e avrebbero favorito i roghi, che hanno provocato finora almeno 96 vittime. Un’altra causa potrebbe essere stata il crollo delle linee elettriche: Hawaiian Electric è accusato di averle mantenute attive, nonostante gli avvertimenti di forti venti. Teorie ben diverse da quelle diffuse da media e scienza ufficiali, secondo i quali sarebbe l’uomo, con i suoi comportamenti, a provocare i disastri naturali. È la teoria sulla cosiddetta «origine antropica» del climate change, che scarica sul cittadino la responsabilità di tutti gli eventi catastrofici: a lui spetterebbe modificare questi comportamenti - dunque consumare meno energia, rinunciare alla mobilità e produrre meno - per «salvare il pianeta». I media sono pagati profumatamente per sostenere questa versione dei fatti: già nel 2022, una delle più grandi agenzie di stampa internazionali, l’Associated Press (Ap), ha dichiarato di aver ricevuto ben 8 milioni di dollari da organizzazioni soi-disant «filantropiche» come la Rockefeller Foundation per occuparsi dell’impatto del cambiamento climatico.Di corretto, nella teoria sull’origine antropica dei disastri, c’è soltanto il nome: non è colpa «dell’uomo» in generale, ma di alcuni uomini, se alle Hawaii sono state piantate erbe che hanno favorito il propagarsi degli incendi. Ed è sempre per colpa di alcuni uomini se i pali elettrici sono caduti sulla vegetazione.L’alibi del «cambiamento climatico» per sfuggire alle responsabilità individuali nella gestione dei territorio è ormai una via di fuga globale, che consente di diluire le responsabilità dei singoli scaricandole sulla popolazione. È successo due mesi fa anche in Canada, dove gli incendi sono stati politicizzati quanto quelli alle Hawaii: per i media sono scoppiati a causa del cambiamento climatico, gli scienziati invece li hanno attribuiti all’incuria degli amministratori locali.I cittadini romagnoli ne sanno qualcosa: dopo le alluvioni di maggio che hanno distrutto le loro case e le loro aziende, la stampa italiana ha puntato il dito sul cambiamento climatico anziché sulla cattiva gestione delle aree colpite. Ma - ha chiarito il professor Gianluca Alimonti dell’Istituto nazionale di fisica nucleare - «l’alluvione non può essere attribuita al cambiamento climatico antropogenico. L’idea secondo cui i dati pregressi non sono più utilizzabili per colpa del cambiamento climatico, che avrebbe sconvolto il regime delle precipitazioni - ha spiegato Alimonti - è da ritenere un preconcetto che rischia di favorire un approccio irrazionale a una tematica cruciale per la sicurezza delle popolazioni. Occorrerebbe tornare a sviluppare una politica lungimirante dei serbatoi e gestire le acque evitando che scendano a valle senza alcun controllo». Con buona pace del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che fino all’anno scorso rivendicava con orgoglio il rinnovo di quel «Patto per il Clima» rinnegato anche da Elly Schlein, che pure lo aveva sottoscritto.Anche gli incendi che hanno bruciato come ogni anno la Sicilia e la Sardegna non sono dovuti al «cambiamento climatico», ma all’azione di piromani impuniti da decenni. Il governo ha deciso lunedì scorso di inasprire le pene anche se in realtà, per mettere a tacere i soloni del claimatceing, sarebbe bastato applicare quelle che già c’erano.
iStock
Contro il consenso informato dei genitori sui corsi arcobaleno nelle scuole parte la crociata dei paladini dell’autodeterminazione assoluta. Che scompare magicamente quando si tratta di scegliere se far indottrinare i propri figli da sedicenti esperti di sessualità.
«Il Mostro» (Netflix)
Con Il Mostro, Stefano Sollima ricostruisce su Netflix la lunga scia di delitti che insanguinò la provincia toscana tra gli anni Sessanta e Ottanta. Una serie rigorosa, priva di finzione, che restituisce l’inquietudine di un Paese senza risposte.
2025-10-21
Dimmi La Verità | Fabio Amendolara: «L'Italia è piena zeppa di casi come quello di Garlasco»
Ecco #DimmiLaVerità del 21 ottobre 2025. Ospite Fabio Amendolara. L'argomento del giorno è: "Gli ultimi sviluppi del caso di Garlasco".