2024-12-07
Elkann-governo: una nuova piattaforma in cambio di aiuti
La trattativa: 300 milioni del Pnrr per gli stabilimenti se torneranno in Italia le utilitarie. Stellantis rientra in Acea.Definito il calendario, va adesso capito cosa succederà durante i tre vertici che nei prossimi dieci giorni potrebbero segnare il futuro di Stellantis e dell’automotive in Italia. Si parte martedì quando il Mimit ospiterà rappresentanti sindacali e delegati della multinazionale per affrontare il tema Trasnova, l’azienda della logistica che ha licenziato circa 100 lavoratori perché il gruppo italo-francese aveva deciso di internalizzato le sue attività tagliando la commessa. Si continua il 12, incontro Stellantis-sindacati, e si finisce con il redde rationem del 17, quando, sempre sede Mimit, governo e Jean-Philippe Imparato, responsabile Europa di Stellantis, metteranno sul piatto richieste e offerte per trovare la quadra. Cosa potrebbe succedere? Secondo le ricostruzioni della Verità, il ritrovato dialogo con John Elkann (presidente della multinazionale), che dopo l’addio di Carlos Tavares e nonostante continui a sfuggire al Parlamento ha di colpo cambiato atteggiamento verso il governo, riapre la partita. E del resto anche il rientro in Acea (costruttori europei) di Stellantis è un charo segnale di cambio di marcio verso l’elettrico. Ma tra i desiderata di esecutivo e parti sociali e la realtà c’è ancora distanza. È chiaro per esempio, che sul tavolo Trasnova (indotto che la multinazionale sta internalizzando) non se ne esce se Jaki non fa un passo indietro. Passo indietro che può essere a tempo, ma che comunque deve essere concreto. Concedere un po’ di mesi all’azienda della logistica, far passare la prima parte del 2025, prima di chiudere il contratto. Trasnova & C. potrebbero così cercare altri clienti. Siamo però ancora nel capo degli auspici, perché poi stringi stringi la domanda è sempre la stessa: Stellantis alla fine farà questo passo indietro. La palla è nelle mani di Elkann e Imparato anche sui cosiddetti contratti di sviluppo. In buona sostanza il governo si impegna a garantire 300/400 milioni di euro di finanziamenti per efficientare i siti italiani. In cambio però il colosso dell’automotive deve garantire i livelli occupazionali. Fino a oggi questo impegno non è arrivato e quindi anche i contratti sono rimasti nel cassetto. Così come una partita cruciale è quella che si sta giocando sulla piattaforma Small che Stellantis assegnerà in Europa nel corso del 2025. Si tratta della piattaforma per la produzione delle auto di largo consumo, quelle più popolari, le cosiddette city car. Dalla Grande Panda, per arrivare fino a Lancia Ypsilon, Alfa Romeo Junior, Fiat 600 e Jeep Avenger. Se Jaki dovesse garantire di portare in Italia la tanto agognata piattaforma sarebbe un primo segnale che le cose stanno davvero cambiando. Dove? Sembra che un’ipotesi realistica si spinga ad arrivare fino a Pomigliano, dove l’eventuale produzione di una nuova city car che si aggiungerebbe alla Panda potrebbe portare grandi benefici anche a tutto l’indotto. Sullo sfondo resta invece la questione della giagafactory. Per un motivo molto semplice. In primis, i grandi punti di domanda che aleggiano intorno al futuro dell’auto elettrica che con ogni probabilità uscirà ridimensionata rispetto alle ambizioni anche di appena pochi mesi fa. E poi perché qui la partita vede in campo anche altri protagonisti. La joint venture Acc comprende anche Mercedes e Total e il prossimo consiglio di amministrazione è previsto nel 2025. Insomma, è impossibile che possano arrivare delle novità concrete sul tema da qui ai prossimi dieci giorni. La palla è quindi completamente nelle mani di John Elkann e del comitato esecutivo che presiede e che vede tra gli esponenti di spicco anche l’ex uomo di fiducia di Sergio Marchionne, Richard Palmer.Il governo il suo l’ha fatto e ha messo le carte in tavola. Non è più tempo di incentivi, che danno una fiammata al mercato e poi non servono a nulla, ma di fondi che vadano a sostegno della filiera e di chi vuol investire in Italia. Per questo il fondo per l’automotive sarà incrementato a 750 milioni, a dispetto delle critiche dell’opposizione che chiedono di ripristinate il tesoretto creato da Mario Draghi (nella legge di bilancio è previsto un ridimensionamento di 4,6 miliardi nei prossimi sei anni) che però era destinato principalmente all’elettrico e l’elettrico in Italia non si vende. Occhio poi ai tentativi di destabilizzazione. Il fatto che prima Giuseppe Conte (con tutti i guai del M5s) e poi Elly Schlein si siano appalesati a Pomigliano non è un caso. La partita politica oggi si gioca sull’auotomotive e l’opposizione farà di tutto per sabotare il dialogo ed evitare che il governo possa intestarsi un’altra medaglia. Con Stellantis il Pd sa di giocare in casa.
Jose Mourinho (Getty Images)