2018-09-27
Il prossimo obiettivo di Di Maio è mettere le mani sull'export
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Le dimissioni di Michele Scannavini da Ice, al suo posto forse Paolo Milella, sono un campanello d'allarme per il ministro dell'Economia Giovanni Tria. Il Mise vuole accentrare tutto il commercio estero. Traballano gli incarichi di Sace Simest e Invitalia.Non c'è solo la manovra economica che sta rendendo difficili i rapporti tra il ministro Giovanni Tria e il quello per lo Sviluppo Economico Luigi Di Maio. Le dimissioni di Michele Scannavini da Ice, l'Istituto per il commercio estero, sono un campanello di allarme per le altre partecipate, in particolare quelle del Mef, che si occupano di export. L'addio di Scannavini, comunicato tramite una nota del consiglio di amministrazione nella serata di mercoledì 26 settembre («Con quest'atto Michele Scannavini ha ritenuto, per la natura fiduciaria dell'incarico, di lasciare al Governo la facoltà di nominare la persona ritenuta più idonea a perseguire le strategie e i programmi del nuovo esecutivo») si è fatto sentire nel mondo confindustriale. Ma gli echi sono arrivati fino al ministero dell'Economia, dove da più di una settimana si consuma una guerra senza esclusione di colpi, esplosa dopo l'audio di Rocco Casalino, portavoce del primo ministro Giuseppe Conte, che attaccava i tecnici del Mef, nello specifico, senza citarli, il ragioniere dello Stato Daniele Franco e il capo di gabinetto Roberto Garofoli. Il punto però è un altro. Di Maio vuole accentrare tutte le competenze sul commercio estero. Quindi in ballo non c'era solo la poltrona di Scannavini, ma anche quelle dei vertici di Sace Simest il polo dell'export e dell'internazionalizzazione di Cassa depositi e prestiti, controllata dal Tesoro. Qui siede come amministratore delegato Alessandro Decio, nominato dall'allora governo di Matteo Renzi nel 2016, quando al Mise c'era Carlo Calenda. Presidente è Beniamino Quintieri, amico di Tria da una vita. Stesso discorso vale per Invitalia, l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa sempre d di proprietà del Ministero dell'Economia. Qui il discorso è ancora più complesso. Tesauro, figlio del famoso giurista Giuseppe Tesauro, è anche presidente di Save the children e finì in un'inchiesta della Verità dello scorso anno. La sua Ong incassò 2,5 milioni di euro dal governo a trazione dem, mentre lui veniva nominato alla presidenza di quella che è considerata anche la stazione appaltante per la «progettazione e realizzazione di interventi di adeguamento strutturale e impiantistico degli immobili da destinare alle finalità dell'accoglienza» per i migranti. Al Mef si mormora che dietro l'arrembaggio alle controllate ci sia lo zampino di Michele Geraci, il sempre più potente sottosegretario allo Sviluppo Economico con il pallino della Cina. A quanto pare Geraci starebbe consigliando Di Maio anche su due nuove partite di prestigio, quella per la presidenza dell'Antitrust dove siede Giovanni Pitruzzella o anche il Garante della privacy. Non solo. Al posto di Scannavini c'è la possibilità che arrivi Paolo Milella, attuale capo di segreteria di Geraci. Il vecchio mondo dem sta crollando. Se ne è accorto Calenda che ha gestito la valorizzazione delle nostre imprese all'esterno negli ultimi anni. «Un altro risultato brillante del governo degli incapaci. Si è dimesso da Presidente dell'Ice Michele Scannavini un fuoriclasse che dopo una carriera straordinaria nel privato era venuto all'Ice x modernizzarlo e implementare il Piano Made in Italy. I miei ringraziamenti a Michele». Sono parole che non hanno scalfito neppure di un millimetro le strategie di Geraci e Di Maio.
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