2018-04-20
Dopo 78 anni il marinaio torna a casa
Il Sudan ha consegnato i resti di Carlo Acefalo sola vittima del naufragio del sommergibile Macallè. Della vicenda si era occupata la «Verità» mesi fa: ora finalmente il soldato trova pace.«Ci siamo riusciti! La salma del sottocapo silurista, Carlo Acefalo, è stata consegnata all'ambasciatore d'Italia a Port Sudan!». L'annuncio di ieri su Facebook del regista argentino Ricardo Preve, accompagnato dalla foto dell'evento, è destinato a entrare nella storia della Marina Militare italiana.Le autorità del Sudan hanno finalmente consegnato all'ambasciatore Fabrizio Lobasso i resti di Carlo Acefalo, di cui la Verità aveva parlato mesi fa. Le spoglie erano rimaste sepolte per 78 anni sotto un mucchietto di sabbia e sassi, sull'isolotto di Barra Musa Khebir, senza che il governo italiano, nonostante decine di appelli, facesse nulla per riportarli a casa, consentendo così di rendere i meritati onori, oltre a una degna sepoltura nella tomba di famiglia a Castiglione Falletto, in provincia di Cuneo, a questo soldato italiano dimenticato a 5.000 chilometri da quella patria per la quale ha dato la vita (anche suo padre, Pietro, morì in guerra, nel corso del primo conflitto mondiale).Acefalo fu l'unico militare a non sopravvivere alla drammatica vicenda dell'equipaggio del sommergibile Macallè, della Marina Militare italiana, affondato alle 2 e 35 della notte tra il 13 e il 14 giugno 1940, dopo essersi incagliato sull'isolotto di Barra Musa Khebir, nel Mar Rosso, in territorio del Sudan. Il povero marinaio morì di stenti e per gli effetti dell'intossicazione da cloruro di metile, fuoriuscito dall'impianto di condizionamento del sommergibile, prima che i soccorsi arrivassero sull'isolotto sabbioso e traessero in salvo gli altri marinai italiani, 37 tra ufficiali e equipaggio.La storia del Macallè è al centro di un film girato da un regista argentino, Ricardo Preve, intitolato Tornando a casa. È stato lo stesso Preve, insieme alla sua troupe, a prendere a cuore la vicenda di Carlo Acefalo. Il regista, lo scorso gennaio, era riuscito a ottenere un primo importantissimo risultato: la salma di Carlo Acefalo era stata riesumata, i resti del sottocapo silurista erano stati estratti da quella tomba di sassi e consegnati alle autorità del Sudan. Dopo la svolta di ieri, la cassa con i resti di Acefalo, avvolta da una bandiera della marina militare italiana, si trova a Port Sudan, sotto la responsabilità del governo italiano. «Siamo tutti», commenta Preve, da Buenos Aires, «molto contenti e emozionati. Mi ha appena chiamato l'ambasciatore Lobasso per darmi la notizia. Ringraziamo il ministero degli Esteri, l'ambasciatore, l'associazione nazionale marinai d'Italia e tutti quelli che hanno permesso di ottenere questo risultato». In Argentina la storia del Macallè è seguitissima dalla popolazione, soprattutto da quando, lo scorso 15 novembre, si sono perse le tracce di un sommergibile della marina militare di Buenos Aires, l'Ara San Juan, scomparso nelle acque del sud dell'Oceano Atlantico, con a bordo 44 militari. Una tragedia, quella dell'Ara San Juan, che ha commosso il popolo argentino. Intanto, a Port Sudan, ora si attende solo che il governo italiano completi l'iter necessario a riportare a casa i resti del sottocapo silurista Carlo Acefalo.