2022-08-06
Nuove domande di risarcimenti a Mps. Chiesti 1,8 miliardi
Contenziosi aperti da un’unica società di consulenza. Luigi Lovaglio: «Nessun fondamento». Utili a -86%. Il titolo perde il 6,74%.Non c’è pace per il Monte dei Paschi. Nemmeno il tempo di brindare per la proroga concessa dalla Ue all’uscita del Tesoro (ancora al 64%) e per l’accordo con i sindacati sulle 3.500 uscite volontarie, che spuntano nuovi fardelli legati alle cause contro la banca senese. Proprio mentre l’istituto di Rocca Salimbeni si prepara a lanciare un delicato aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro. Nel secondo trimestre il Monte ha infatti registrato un incremento per circa 1 miliardo di euro di richieste stragiudiziali da una società di consulenza per conto di investitori istituzionali, a cui si è aggiunto ad agosto un ulteriore reclamo da 800 milioni dalla medesima società. Per un totale, quindi, di 1,8 miliardi a fronte dei quali il gruppo senese ha realizzato accantonamenti al fondo rischi e oneri negativi per 78 milioni di euro. Si tratta di richieste «seriali» del tutto «infondate» che arrivano «tutte dalla stessa società di consulenza per conto di loro clienti istituzionali. Tutto quello che arriva alla banca viene valutato con serietà e in questo caso abbiamo chiesto un parere ai nostri legali e, secondo loro, queste richieste sono estremamente dubbie quasi da non giustificare accantonamenti da parte della banca», ha assicurato l’ad Luigi Lovaglio nella conferenza telefonica con gli analisti sui conti. Lovaglio ha poi ricordato le recenti sentenze giudiziarie favorevoli a Mps (per Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, rispettivamente ex presidente ed ex direttore generale, e per Gian Luca Baldassarri, ex capo dell’area finanza dell’istituto senese, sono arrivate due assoluzioni. La prima, lo scorso 6 maggio, a Milano nell’ambito del processo di appello sul cosiddetto caso derivati, la seconda, il 14 luglio, a Firenze sempre in secondo grado e in relazione all’accusa di aver ostacolato la vigilanza nascondendo il «mandate agreement» dell’operazione Alexandria). È invece imminente il processo d’appello per altri due ex, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, che in primo grado avevano subito una condanna a sei anni per falso in bilancio e aggiotaggio. Le recenti sentenze «aprono la strada a esiti positivi anche delle cause ancora in corso», ha detto ieri Lovaglio. Insomma, le assoluzioni potrebbero avere un effetto concreto anche per il Monte abbassando il rischio legale che, solo nel processo Mussari-banche estere, si stima di circa 700 milioni. Le rassicurazioni dell’ad sono, però, servite a poco: il titolo, già in caduta libera durante la presentazione, è stato sospeso per eccesso di ribasso e ha poi chiuso la seduta in Piazza Affari con un calo del 6,74% a 0,42 euro. Ma chi è la società di consulenza citata ieri dall’ad senza fare nomi che ha fatto da collettore alle ultime cause contro il Monte? Secondo quanto appreso ieri da Milanofinanza.it, dietro le due richieste risarcitorie ci sarebbe la Martingale risk, una società di ingegneria finanziaria e di consulenza legale con sedi a Roma e Milano e controllata da Marco Fabio Delzio, ex funzionario della Banca d’Italia ed ex banker in Credit Suisse e Citigroup. Non è ancora chiaro invece quali siano gli investitori istituzionali per conto dei quali si è mosso il promotore. Di certo, Mps ha una fitta agenda da rispettare e un aumento da condurre in porto trovando investitori privati che partecipino alla ricapitalizzazione a fianco del Tesoro con almeno 700-800 milioni. L’assemblea dei soci tenuta a esprimersi in proposito si terrà il prossimo 15 settembre, dopo il via libera della Bce all’operazione atteso nelle prossime settimane. Ma già ieri Lovaglio ha detto di non prevedere che l’azionista di controllo, ovvero il Mef, possa aumentare il suo contributo relativo al sostegno all’aumento di capitale. «Nonostante le difficili condizioni di mercato procediamo per arrivare nelle migliori condizioni possibili all’operazione», ha poi aggiunto. Anche per questo è stato allargato ad altre quattro banche il consorzio di garanzia per l’aumento: Banco Santander, Barclays bank Ireland, Société générale e Stifel Europe bank, in qualità di joint bookrunners, si sono infatti unite a Bofa securities Europe, Citigroup, Credit Suisse e Mediobanca (in qualità di joint global coordinators e joint bookrunners). Nel frattempo, il Montepaschi ha comunicato ieri al mercato i conti del secondo trimestre che hanno fatto registrare un utile netto di 18 milioni, sotto le attese degli analisti. Il risultato del semestre si è dunque attestato a 27 milioni rispetto ai 202 milioni dello stesso periodo del 2021 (-86%), che risentiva di un maggior contributo dalla cessione di titoli e di quello derivante dalla valutazione delle Dta. Il risultato del secondo trimestre (pari a +18 milioni) risulta però in crescita rispetto al trimestre precedente (+10 milioni). Al 30 giugno il gruppo ha realizzato ricavi complessivi per 1,52 miliardi, in calo del 2,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I volumi di raccolta diretta, sempre al 30 giugno, si sono attestati a 84,3 miliardi in linea con i valori di fine marzo 2022, mentre la raccolta indiretta è scesa a 93,1 miliardi (- 6,8 miliardi rispetto al 31 marzo 2022). Quanto, infine, alla qualità dell’attivo, la percentuale di copertura dei crediti deteriorati si è attestata al 51,8%, in aumento rispetto al 31 marzo 2022, quando era pari al 50,8%. Ieri Mps ha finalizzato la vendita di 900 milioni di euro di Npl a Illimity, Intrum e Amco. «Con questa cessione», ha notato Lovaglio, «la banca ha già raggiunto gli obiettivi del piano strategico» circa i crediti deteriorati.