Crack bancari, ai risparmiatori traditi, indennizzi per soli 845 milioni

Gli indennizzi arrivati dal Fir ai risparmiatori
Il Fondo Indennizzo Risparmiatori (Fir), istituto per rimborsare il risparmio tradito di azionisti e obbligazionisti delle sei banche italiane saltate in aria da novembre 2015 (Banca Marche, Etruria, Tercas, Ferrara) al 1° gennaio 2018 (Popolare Vicenza e Veneto Banca), ha restituito al 28 marzo scorso 845 milioni, corrispondenti all’88% delle istanze complessivamente pervenute, su un totale di 144.245 domande pervenute. Va detto che l’importo è meno la metà dei circa 2 miliardi di euro della dotazione originaria del Fir.
È quanto si legge in una relazione della commissione di inchiesta sul sistema bancario presieduta da Carla Ruocco, che ieri ha tenuto un‘audizione. La commissione tecnica insediata in seno al Fondo Indennizzo Risparmiatori ha definito 127.462 domande, suddivise, quanto al regime forfettario, in 114.718 domande accolte per un controvalore di 756 milioni e 5.173 domande rigettate. Quanto al regime ordinario, invece, le domande accolte sono state 7.099 per un controvalore di 88.310.548,88 euro, mentre sono state 472 le domande rigettate.
Nella relazione della commissione banche si legge che, «con riferimento al numero e all’importo dei pagamenti effettuati, dall’inizio dell’attività alla data del 28 marzo 2022 risultano complessivamente eseguiti n. 135.088 ordinativi secondari di pagamento per un totale di oltre 818,6 milioni erogati a titolo di indennizzo».
Come è noto, le disposizioni di pagamento a favore dei risparmiatori aventi diritto avvengono attraverso la Ragioneria Generale dello Stato, la quale successivamente finalizza i pagamenti tramite la Banca d’Italia. Infatti il pagamento degli indennizzi relativi al Fir viene effettuato a valere sullo stato di previsione del ministero dell’Economia e delle Finanze ed è predisposto ed eseguito tramite il sistema Si.co.ge (Sistema per la gestione integrata della contabilità economica e finanziaria per le Amministrazioni Centrali dello Stato). La misura dell’indennizzo erogabile è fissata dalla normativa entro il limite massimo complessivo di 100.000 euro per ciascun risparmiatore
L’intero procedimento di accesso al Fondo Indennizzo Risparmiatori, dalla presentazione della domanda di indennizzo fino alla definizione dell’attività istruttoria, è interamente telematico e dematerializzato grazie all’utilizzo della piattaforma informatica dedicata esclusivamente all’iniziativa in argomento. La finestra temporale per la presentazione delle domande di indennizzo è stata modificata più volte, anche in considerazione delle potenziali difficoltà legate alle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria da Covid-19. La legge di Bilancio 2022 ha fissato il nuovo termine al 15 marzo scorso. Per il completamento delle attività in essere relative al rimborso è stato stabilito che la commissione tecnica presieduta da Gianfranco Servello resti in carica fino al 31 luglio prorogando il termine del 31 dicembre 2021 fissato dal decreto del 4 luglio 2019.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».
- Nell’inchiesta spunta Alberto Marchesi, dal passato turbolento e gran frequentatore di sale da gioco con toghe e carabinieri
- Ora i loro legali meditano di denunciare la Procura per possibile falso ideologico.
Lo speciale contiene due articoli
92 giorni di cella insieme con Cleo Stefanescu, nipote di uno dei personaggi tornati di moda intorno all’omicidio di Garlasco: Flavius Savu, il rumeno che avrebbe ricattato il vicerettore del santuario della Bozzola accusato di molestie.
Marchesi ha vissuto in bilico tra l’abisso e la resurrezione, tra campi agricoli e casinò, dove, tra un processo e l’altro, si recava con magistrati e carabinieri. Sostiene di essere in cura per ludopatia dal 1987, ma resta un gran frequentatore di case da gioco, a partire da quella di Campione d’Italia, dove l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti è stato presidente fino a settembre.
Dopo i problemi con la droga si è reinventato agricoltore, ha creato un’azienda ed è diventato presidente del Consorzio forestale di Pavia, un mondo su cui vegliano i carabinieri della Forestale, quelli da cui provenivano alcuni dei militari finiti sotto inchiesta per svariati reati, come il maresciallo Antonio Scoppetta (Marchesi lo conosce da almeno vent’anni).












