
La nostra mente influisce sul sistema immunitario. E lo stesso vale per il cibo che mangiamo e le persone di cui ci circondiamo.Effetto placebo ed effetto nocebo sono fenomeni dimostrati a livello biochimico. L’effetto placebo è quello in base al quale, se il medico dice al paziente che una medicina lo aiuterà moltissimo, quella medicina avrà un maggiore effetto. Questo fenomeno è stato studiato in particolare dal professor Fabrizio Benedetti, neuroscienziato dell’Università di Torino, sui pazienti di chirurgia toracica. La chirurgia toracica è molto dolorosa, come quella ortopedica, ma a differenza di quest’ultima, non si possono somministrare antidolorifici quali la morfina, perché deprimono il respiro, e occorre prudenza con gli antinfiammatori, perché questi pazienti sono predisposti alla gastrite emorragica. Inoltre, le fratture costali non possono essere immobilizzate perché il torace deve potersi espandere per la respirazione. Lo studio del professor Benedetti ha dimostrato che, se un medico con un camice pulito (è molto importante anche il linguaggio non verbale) si china sul paziente che lamenta dolore, impiega qualche minuto per ascoltarlo e somministra un antidolorifico dopo aver dichiarato di essere certo che entro pochi minuti il dolore sarà scomparso, l’antidolorifico funziona di più dello stesso farmaco somministrato da un medico distratto, con il camice stazzonato, che bofonchia che gli farà dare qualcosa dall’infermiera. L’effetto placebo e l’effetto nocebo sono un esempio di psiconeuroendocrinoimmunologia, la scienza che studia l’effetto che ha la nostra mente sul cervello, sul sistema endocrino e sul sistema immunitario, e viceversa. Il nostro pensiero può modificare il cervello. Anche se non possiamo avere il controllo totale sulle nostre emozioni, possiamo raggiungere un equilibrio. Il cervello fabbrica serotonina ed endorfine che ci fanno essere più sereni, in più potenziano il sistema immunitario e questo ci protegge dalle infezioni e anche dal cancro. Quando siamo spaventati, arrabbiati, frustrati, fabbrichiamo cortisolo. Il cortisolo deprime il sistema immunitario. Il cancro è una malattia terribile che obbliga a confrontarsi con l’idea della morte. Se si guarisce, le conseguenze possono essere delle mutilazioni quali l’asportazione di una mammella o l’amputazione di un arto: questi corpi sono stati tagliati (chirurgia), bruciati (radioterapia) e avvelenati (chemioterapia). Questi corpi hanno una necessità impellente di ossitocina e endorfine. Hanno un bisogno fisico di essere carezzati. La psico oncologia è la scienza che ci aiuta a rapportarci con i malati oncologici. Se riusciamo a tenere alte le endorfine di un malato di cancro, lo stiamo aiutando a combattere la malattia. Se gli aumentiamo il cortisolo stiamo combattendo per il nemico. La prima cosa a cui ha diritto il malato di cancro è la sincerità, le persone hanno straordinarie riserve di coraggio se noi gli permettiamo di esprimerle dicendo il vero invece di erigere un muro di menzogne. Ho il terribile senso di colpa di non aver detto a mio padre che stava morendo di cancro mezzo secolo fa. Anche se eravamo sempre attorno a lui, è morto solo, separato da noi dal muro di vetro della menzogna. Non lo abbiamo salutato, non gli abbiamo detto grazie, abbiamo nascosto le cartelle cliniche. Ne La morte di Ivan Il’ič, Leone Tolstoj descrive l’assoluta solitudine in cui il protagonista viene rinchiuso perché non gli dicono la verità. Solitudine vuol dire cortisolo alto, parenti e amici che mi rassicurano che va tutto bene ma io sto sempre peggio… Nel momento in cui sappiamo di avere il cancro, sappiamo di essere in guerra e combattiamo. Io ho sempre detto ai pazienti la verità, ma la verità ha molte maniere per essere detta. Posso dire al paziente che, statisticamente, ha l’80% di possibilità di morire, oppure che ha il 20% di possibilità di guarire, e che io sono certa che lui farà parte di questo 20%. Non sto mentendo perché in questa frase il soggetto sono io ed io sono un’ottimista. Il neuroscienziato David Servan Schreiber ha scritto il libro Anticancro. All’autore era stato diagnosticato un cancro al cervello ed erano stati dati sei mesi di vita, lui è guarito. Il libro dà una serie di informazioni fondamentali, tra cui come aumentare le endorfine: il paziente deve essere circondato da una squadra, qualcuno che gli voglia bene. Qualcuno che lo vada a trovare e lo faccia ridere, perché quando ridiamo fabbrichiamo endorfine. La paura gioca dalla parte del cancro, la diagnosi è un tale trauma che ne può derivare un disturbo post traumatico da stress che si somma alla malattia. Bisogna dire la verità. Lei ha una malattia importante, ma sono sicuro che guarirà. Io sono sicuro, io sono un ottimista, non sto mentendo. In questo modo, il paziente sente che siamo dalla sua parte, che teniamo a lui. Tra i libri che parlano di cancro e di morte c’è Contro l’eutanasia del professor Lucien Israel, uno dei maggiori oncologi francesi, non credente. Il professor Israel ha spiegato che nel suo reparto, tranne un caso particolare, nessuno ha mai chiesto l’eutanasia perché quando un paziente sente che qualcuno tiene veramente a lui, può essere un parente, ma anche un medico o un infermiere del reparto, allora non chiede mai l’eutanasia.Il cancro si può curare anche con l’alimentazione, che è fondamentale. Spesso, gli oncologi, per non spaventare il paziente, gli dicono di fare la stessa vita di prima, ma se è venuto il cancro allora è meglio cambiare stile di vita. Perché ci si ammala di cancro? Può esistere una predisposizione genetica. Attenzione: è una predisposizione, non è un destino, però se a questa si aggiungono fattori quali un lavoro a contatto con sostanze tossiche, l’inquinamento o il fumo, ciò può far manifestare il cancro; al contrario, anche in presenza di una predisposizione genetica, se viviamo in un posto con un basso inquinamento, non siamo fumatori, curiamo l’alimentazione, allora lo scampiamo. Anche il cibo può essere tra le cause del cancro. In passato era colpa delle muffe, ora il problema sono una serie di inquinanti. Attenzione anche allo zucchero: il diabete, l’obesità, l’Alzheimer, la depressione e il cancro si nutrono di zucchero. Lo stress fa alzare il cortisolo che abbatte il sistema immunitario. Nel momento in cui un paziente si ammala di cancro dobbiamo raccomandargli di cambiare completamente il suo stile di vita, modificare l’alimentazione. I broccoli e il tè verde hanno una potente azione anticancro. «Non è stato scientificamente dimostrato» che il tè verde abbia questa proprietà, ma in effetti i giapponesi lo hanno praticamente dimostrato, soprattutto per il cancro della prostata, inoltre una cosa che non è stata dimostrata scientificamente non vuol dire che sia falsa, significa che nessuno ha finanziato la ricerca. Quando dico ad un paziente che le nuove regole dietetiche lo aiuteranno e aiuteranno il suo sistema immunitario, lui non è più impotente, deve fare qualcosa, non è più il complemento oggetto di una serie di azioni di cui il soggetto è un altro. In aggiunta, diamo infinite possibilità alle persone che lo circondano di fargli sentire l’affetto andandolo a trovare e portandogli i cibi che gli fanno bene. Il messaggio è: ho pensato a te, mi stai a cuore. La musica aumenta le endorfine, il massaggio aumenta le endorfine, è come una carezza su corpi che sono stati tagliati bruciati e avvelenati, riattiva la circolazione linfatica, si usano oli che idratano e profumano la pelle: il corpo è al centro di un’attenzione affettuosa. Se il malato ci domanda quanto gli resta da vivere, rispondiamo la verità: che non lo sappiamo; poi dobbiamo prendere l’occasione di questa domanda per chiedergli cosa pensa della morte. Il paziente deve avere il diritto di parlare della sua paura della morte e anche della morte. Siamo enormemente facilitati se siamo credenti: se abbiamo la certezza che la morte sia un passaggio verso l’Infinito siamo in grado di consolarlo. Importantissima l’Estrema Unzione, che non è il sacramento dei moribondi, ma è il sacramento degli ammalati in seguito al quale, a volte, ci sono stati dei miglioramenti. In ogni caso, è giusto che il paziente sappia che è a rischio di morte e si riconcili con Dio.Altro punto fondamentale è dare dei consigli al paziente, deve avere qualcuno che lo guidi. Il primo consiglio è: decidi chi è la tua squadra. Hai bisogno della tua squadra, gratificala e motivala. Se della tua squadra fa parte anche tuo cognato che è senza lavoro o tuo nipote studente universitario, ogni volta che ti accompagnano da qualche parte, dagli la somma di denaro che ti puoi permettere. Anche il taxi ti costerebbe, ma soprattutto i tuoi familiari sono un dono. Devono essere ringraziati, sempre, perché sono una grazia.
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