2021-01-16
Conte usa ristori e fisco
per raccattare senatori
Il Consiglio dei ministri sospende per soli 15 giorni le multe dell'Agenzia delle entrate e non approva gli aiuti per le imprese in crisi. Un modo per prendere tempo e dare ai traditori il modo di giustificarsiAnni fa, quando Gianfranco Fini provò a far cadere Silvio Berlusconi fondando Futuro e libertà, cioè l'Italia viva del 2010, scrissi una letterina ai traditori e fui pure sfidato a duello da un deputato che pretendeva di difendere il proprio onore con la sciabola. Al guanto lanciatomi via agenzia di stampa (anche se sono onorevoli, le regole cavalleresche le conoscono poco) risposi che l'unica arma da me impugnata nella tenzone sarebbe stata la penna, facendomi sonore risate dello sfidante. Ricordo l'episodio solo perché oggi mi viene da scrivere una letterina ai traditori al cubo, ovvero a quei parlamentari che in queste ore stanno pensando di traslocare da Italia viva al gruppo che dovrebbe salvare Conte. Quasi tutti questi signori sono stati eletti nelle liste del Pd, ma un anno e pochi mesi fa, dopo che il loro partito aveva perso le elezioni, hanno traslocato nella nuova formazione politica fondata da Matteo Renzi. Perché l'ex presidente del Consiglio abbia deciso di dar vita all'ennesimo partito dopo aver tenuto a battesimo un'alleanza con i grillini che aveva giurato e spergiurato di non volere è uno di quei misteri che nessun ragionamento politico è in grado di spiegare. Forse l'ex segretario del Pd era stanco di fare il senatore semplice di Scandicci. Forse sognava di rubare posto e voti a Nicola Zingaretti. Forse, più semplicemente, Renzi è Renzi e se non guasta qualche cosa non è contento. Sta di fatto che il 18 settembre del 2019, 13 giorni dopo il varo dell'esecutivo giallorosso, l'ex premier si è fatto un partito su misura, trascinando dietro di sé un manipolo di seguaci. Io non so che cosa avesse promesso Renzi agli onorevoli che un anno fa lo hanno seguito lasciando il Pd. Probabilmente li avrà convinti che, via lui, il partito si sarebbe sgonfiato come un pallone bucato e Italia viva sarebbe diventata la nuova Dc o il nuovo Pci. Purtroppo, il pifferaio di Rignano non è nuovo a spararle grosse, non a caso da ragazzo lo avevano soprannominato il Bomba e, successivamente, lo hanno chiamato il Bullo (copyright di Giampaolo Pansa). Come sia finita è noto: se non avesse avuto quel quarto d'ora di attenzione dovuto al sostegno al Conte bis, nessuno si sarebbe accorto né di Matteo Renzi né del drappello che lo aveva seguito. Di Teresa Bellanova, parlamentare da lui voluta alla guida dell'Agricoltura, in un anno e mezzo si ricorda solo una sanatoria per migranti che non ha sanato nulla e dunque non la si può definire una medaglia da appuntare sul petto. Insomma, da settembre a oggi, per l'ex Rottamatore rottamato e i suoi, il tempo è passato senza infamia e senza lode, ma solo con 12.000 euro di diaria mensile. Poi, prima di Natale, Renzi ha ricominciato a fare Renzi, cioè a cercare di portare a casa qualche cosa, non contento di quello che già aveva ottenuto con il suo 2,5 per cento. Per lui alzare la posta per incassare sempre di più è un dovere e dunque, guardando anche al suo futuro da segretario della Nato, l'ex presidente del Consiglio ha iniziato a pestare i piedi. Risultato, a forza di credersi il più furbo di tutti, anche di Conte, ci troviamo come ci troviamo, cioè con un debito pubblico da far paura, un mare di aziende alla canna del gas e un'epidemia fuori controllo per fermare la quale il governo non sa fare altro che chiudere tutto e dichiarare l'Italia zona rossa. E adesso il governo non si sa se sia dimissionario o no. Per questo l'altro giorno, a sintesi di una giornata in cui il fondatore di Italia viva aveva annunciato di ritirare dal governo le sue ministre, aprendo la crisi, abbiamo titolato: «Giocano d'azzardo sulla nostra pelle». I cambi di casacca, le dimissioni per avere in cambio dei posti migliori di quelli che si avevano prima, la crisi annunciata ma non formalizzata, sono tutti giochi alle spalle degli italiani i quali, senza potere fare altro, subiscono uno spettacolo indecoroso.Un esempio di ciò che sta accadendo dietro alle quinte: da quando Renzi ha sfilato Bellanova e Bonetti, ovvero due delle pedine che tenevano in piedi il governo, Conte sta cercando di ricostruire una maggioranza con i «costruttori». Una volta si chiamavano semplicemente voltagabbana, poi ai tempi di Berlusconi li hanno ribattezzati responsabili, ora siamo ai costruttori. Ma a volerli chiamare con il loro nome, sempre traditori del mandato popolare sono. Anzi, come dicevo, in questo caso traditori al cubo, perché dopo aver lasciato il Pd per Italia viva lascerebbero Italia viva per un gruppuscolo, Italia23, dove il numero ovviamente sta a indicare la data di fine legislatura. Più che la sigla di un partito si tratterebbe di una garanzia, anzi di una cambiale da riscuotere postdatata. Per Renzi una débâcle, e infatti il Rottamatore è pronto a farsi rottamare pur di non essere sconfitto e a ritornale all'ovile con la coda tra le gambeNel frattempo, al Paese che succede? Ve lo spiego subito: siccome Conte ha bisogno di prendere tempo per convincere i costruttori, all'ultimo Consiglio dei ministri non è stato approvato il decreto Ristori, quello che avrebbe dovuto mettere in tasca alle persone rimaste senza reddito un po' di soldi. In compenso, l'invio delle cartelle esattoriali è stato fatto slittare di soli 15 giorni. Due buoni motivi per tirarla in lungo e impedire a Renzi di suonare la campanella per segnalare la fine della ricreazione. Tradotto, gli italiani tirano la cinghia mentre Conte e Renzi tirano a campare.