2024-05-27
Comuni dem scoprono il lato oscuro del Pnrr
Antonio Decaro (Imagoeconomica)
Decaro (Anci) monta la polemica sul decreto del governo che limita la spesa corrente degli enti: «I più virtuosi taglieranno di più». In realtà, a fare da vincolo è il piano di resilienza osannato dal Pd ai tempi di Draghi.«Per non rinunciare al ridicolo» è la nuova declinazione dell’acronimo Pnrr applicata ai sindaci di centrosinistra. Stiamo ai fatti. Un decreto interministeriale firmato dai responsabili dell’Economia Giancarlo Giorgetti (Lega) e dell’Interno Matteo Piantedosi stabilisce una minima sforbiciata a bilanci dei Comuni: 100 milioni sulla spesa corrente ripartiti tra 3.700 Comuni (27.000 euro e spiccioli a municipio), altri 100 milioni chiesti a chi ha ricevuto più fondi del Pnrr e 50 milioni alle Province. Il provvedimento era lungamente annunciato perché fa parte del Patto di stabilità interno reintrodotto nel dicembre scorso e probabilmente legato al riattivarsi del Patto di stabilità europeo. Questa revisione di spesa a carico dei municipi deve andare avanti fino al 2028 consentendo al Tesoro di risparmiare 1,25 miliardi nel quadriennio. Ma alcuni giornali, in questo caso il gruppo Gedi, sono in «campagna elettorale» e quindi eri mattina La Stampa, ripresa dalla sua fotocopia Repubblica, ha tuonato sul governo che a due settimane dalle elezioni (si vota anche per molti Comuni) vuole affossare le amministrazioni locali con una bomba piazzata sotto al Pnrr e in piena confusione perché il ministro per i Rapporti con l’Europa e l’attuazione del Pnrr Raffale Fitto (Fdi) non ne sapeva nulla e avrebbe chiesto severe spiegazioni. Si sarebbe alla vigilia di una crisi perché stavolta Fratelli d’Italia, pizzicato dalla Lega sul redditometro, vorrebbe multare Giorgetti e Piantedosi con la municipale. Con tanto di cassa di risonanza da parte dei sindaci di centrosinistra. Antonio Decaro, primo cittadino di Bari - Comune dove all’assessore al Bilancio Alessandro D’Adamo è stata ritirata la delega visto che è indagato per truffa e falso ai danni dell’Europa per 8,8 milioni di euro - e presidente di lunghissimo corso dell’Anci e Michele De Pascale, sindaco di Ravenna e presidente delle Province, entrambi dem, hanno intonato una giaculatoria tipo quella di gatto Silvestro per i pelati: «Eh no, sul Pnrr non si può». Decaro sostiene che «i tagli saranno più pesanti per chi avrà costruito più asili nido, avrà acquistato più autobus elettrici o avrà realizzato più parchi pubblici: tutti investimenti che per poter funzionare richiederanno maggiore spesa corrente». De Pascale rincara: «Una follia pensare che il Pnrr possa essere un risparmio per i Comuni». La giaculatoria non finisce qui. Ci si mettono i piccoli Comuni e Dario Nardella, che lascia la poltrona di sindaco di Firenze e rende palese che l’allarme è solo strumentale alla campagna elettorale del Pd, incalza: «Invece di darci più risorse per gestire le opere che nascono con i progetti del Pnrr ci fanno dei tagli che arrivano fino al 40% e fanno entrare i territori in un tunnel buio». Peccato che non sia così. Il decreto esclude tagli a tutti i Comuni in dissesto e alle aree che hanno firmato il rilancio degli investimenti come Torino, Napoli, Palermo e Reggio Calabria. Precisa che dal taglio di spesa corrente sono escluse quelle per il welfare e il sociale. Sarebbe tempo di ricordare quando - premier Mario Draghi - Decaro osannava il Pnrr affermando: «I Comuni e le Città hanno un ruolo determinante». Ma si sapeva che i fondi del piano hanno precise destinazioni, non possono essere usati per spesa corrente. Se si fa un asilo nido con il Pnrr poi va gestito con i fondi di bilancio. Questo crea alla finanza locale un vincolo interno. Il fatto è che molti sindaci, ammaliati dalla narrazione di sinistra dell’Europa salvifica, si sono un po’ allargati. Così, premesso che Raffaele Fitto sa da sei mesi di questa manovra di bilancio, si è limitato a osservare: «I ministri Giorgetti e Piantedosi hanno proposto uno schema e, come tutti, sarà oggetto di un confronto, ma la polemica in corso è molto strumentale. Per il Pnrr non riguarda i fondi, ma la riduzione delle risorse già decisa a dicembre». Questo è quanto, ma qualcuno spera che un allarme al giorno tolga Giorgia di torno.