2021-10-24
Ci mancava Richard Gere. Il processo Open Arms diventa subito uno show
Parte il procedimento contro Matteo Salvini, accusato del sequestro di 147 migranti sulla nave della Ong spagnola. Anche l'attore hollywoodiano, transitato sul natante, tra i testimoni.L'ultimo valzer. Con una guest star di Hollywood come Richard Gere, la riedizione del musical di Martin Scorsese entra in cartellone a Palermo, sede il palazzo di giustizia, attore protagonista Matteo Salvini. Solo posti in piedi. Il pool di giudici guidato da Roberto Murgia ha allestito la pièce giudiziaria che tanto successo ha avuto negli ultimi 20 anni a Milano sostituendo il mattatore Silvio Berlusconi, pensionato per raggiunti limiti di età. Sarà il processo mediatico dell'anno a venire (prima udienza vera il 17 dicembre) e si avvertono già i fremiti dei loggionisti di redazione; una simile commedia li farà tornare giovani, riportandoli ai tempi di Tangentopoli. Basta cambiare il popolo dei fax con i migranti, Michele Santoro con Lilli Gruber, Primo Greganti con Mimmo Lucano e il gioco è fatto. Il resto è un classico: leader del centrodestra alla sbarra e Pd che applaude in platea. Nell'udienza di smistamento il tribunale ha accettato tutti i testimoni, anche il protagonista di Pretty Woman che nel luglio 2019, passando con lo yacht al largo della Sicilia, salì sulla Open Arms per portare viveri. È il segnale di un processo mediatico contro l'ex ministro dell'Interno di uno stato sovrano, nell'esercizio delle sue funzioni. L'accusa è sempre la stessa: sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio per avere tenuto 147 persone in standby per cinque giorni prima di autorizzarne lo sbarco a Lampedusa. In realtà non è preciso neppure il numero dei disperati sulla barca spagnola: secondo l'accusa sarebbero stati 107, poi corretti in 147, ma il natante era omologato per 19. A bordo c'erano 27 minori e uno dei capisaldi dei pm contro Salvini è contenuto in due lettere dell'allora premier Giuseppe Conte in cui sollecita il loro sbarco. Ma i minorenni furono condotti a terra, a conferma della sintonia istituzionale fra Viminale e palazzo Chigi. Il ministro dell'Interno commentò: «Prendo atto che disponi che vengano sbarcati i presunti minori e darò mio malgrado disposizioni in tal senso». Per poi aggiungere su Twitter: «Mi riferiscono da Lampedusa che già otto di loro si sono dichiarati maggiorenni. Vedremo gli altri». Ieri mattina Salvini era presente nell'aula del carcere Pagliarelli di Palermo e ha annunciato in un selfie con la gabbia alle spalle: «Il processo politico voluto dalla sinistra e dai tifosi dell'immigrazione clandestina comincia. Quanto costerà ai cittadini italiani?». Poi è entrato nel merito della vicenda: «Non mi pento di niente, ho solo fatto il mio dovere. C'è una nave spagnola che ha compiuto un abuso rifiutandosi di andare in Spagna. Andare a processo perché ho fatto il mio dovere è surreale. Infine ditemi voi quanto è serio un processo quando verrà da Hollywood a testimoniare sulla mia cattiveria Richard Gere. Ci sono 12 Paesi europei con governi anche di sinistra che chiedono muri. Non l'Italia. Poi il cattivo sarei io». Rispetto a due anni fa gli sbarchi sono quintuplicati, anche per Bruxelles la rotta orientale del Mediterraneo è un colabrodo. Salvini lancia accuse precise: «I morti sono aumentati e gli attivisti delle Ong che fanno i salvatori della patria sono complici delle morti in mare. Dietro il fenomeno ci sono motivi economici. In Italia ci sono diverse inchieste sui soldi che le organizzazioni guadagnano con questa attività. È un traffico di esseri umani e alcune sentenze in Italia, seppur di primo grado, hanno già condannato qualcuno (il riferimento all'ex sindaco di Riace è scontato, ndr) per avere rubato grazie all'immigrazione clandestina».Alcuni dei testi ammessi hanno nomi di spicco come l'ex premier Conte, Luciana Lamorgese, Luigi Di Maio, Danilo Toninelli, Elisabetta Trenta e l'ex premier maltese Joseph Muscat. Il procuratore Francesco Lo Voi ha annunciato l'acquisizione di 59 documenti, fra i quali relazioni psicologiche e mediche delle persone a bordo, atti del governo e la sentenza del Tar che annullava il divieto di sbarco. L'invito a Richard Gere (chiesto dall'armatore della Ong, Oscar Camps) ha creato mal di pancia negli ambienti della stessa Procura, preoccupata per la deriva da avanspettacolo. «Il teste deve essere sentito in quanto possa fornire un contributo utile e non sovrabbondante», ha precisato Lo Voi. «Al di là degli aspetti di spettacolarizzazione, non credo che Gere interessi alla Procura. Ci sono ben altri e ben più qualificati testi in grado di riferire sulle condizioni dell'imbarcazione e sullo stato dei migranti». La difesa, guidata da Giulia Bongiorno, insiste sulla linea che «l'Italia non era competente ad assegnare un porto sicuro alla nave spagnola Open Arms, in quanto i salvataggi erano avvenuti fuori dalle aree di sua pertinenza» e che «quella di non permettere subito lo sbarco non fu una scelta del ministro ma di tutto l'esecutivo». Allora la strategia politica era determinata dal contratto di governo, vero e proprio decalogo del Conte 1. Poi c'è la sentenza di Catania sulla nave Gregoretti, un aspetto che rende ancora più stupefacente il processo: in nome dell'incertezza del diritto, a 207 chilometri di distanza da Palermo qualche mese fa l'operato di Salvini era stato giudicato dal gup Nunzio Sarpietro «da non luogo a procedere perché il fatto non sussiste». Infine c'è la variabile maltese. Se sarà in aula, l'ex premier Muscat potrà spiegare un aspetto importante della vicenda. Il comandante della Open Arms, Marc Reig Creus, rifiutò l'offerta de La Valletta di far sbarcare parte dei migranti, poi disse no al via libera da parte di Madrid per raggiungere Algesiras e si oppose all'offerta di essere accompagnato verso le coste iberiche da una motovedetta italiana. Infine, nonostante sapesse che stava arrivando in soccorso la nave spagnola Audaz, preferì sostare davanti a Lampedusa. Italia, solo Italia per provocazione e per non perdere una rendita di posizione cara alla sinistra della falsa compassione. È agli atti una mail della capitaneria di porto maltese alla Ong cara a Pep Guardiola che si conclude così: «Se invece di bighellonare nel Mediterraneo nonostante gli avvertimenti aveste proceduto verso il vostro porto d'origine, sareste già sbarcati».Fra le parti civili del dibattimento ci sono l'Arci Sicilia e la Mediterranea Saving Humans dell'ex tuta bianca Luca Casarini. Su tutte svetta l'Asgi, associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione, che nel 2018 ricevette un finanziamento di 385.000 dollari da Open Society foundation di George Soros e in passato ha pubblicato la rivista Diritto immigrazione e cittadinanza in collaborazione con l'ala sinistra dei pm, Magistratura democratica. Anche il sindaco Leoluca Orlando è parte civile in nome di Palermo; lui che si dimenticò di costituirsi nel processo contro «la Cupola 2.0» qui è in prima linea. In caso di condanna il leghista rischia 15 anni e la decadenza da parlamentare secondo la legge Severino. Cancellare Salvini, l'obiettivo politico è ghiotto. Sconfessata a Catania, quella che Gianrico Carofiglio definisce «giustizia poetica» torna sul palcoscenico a Palermo per The Last Waltz, l'ultimo valzer prima del referendum, nel silenzio imbarazzante delle istituzioni, Quirinale compreso. Con Richard Gere in aula un docufilm di Netflix a tesi preconfezionata è assicurato.