2021-02-28
Categorie a pezzi: «Oggi aperti domani si chiude, così impazziamo»
Il tira e molla mette in ginocchio le attività. E c'è chi recrimina: «Favoritismi ai teatri»«Mario Draghi decida se mangiarla al burro o al sugo». I ristoratori usano una metafora che arriva dalla cucina per portare in piazza la contraddizione dell'Italia con le porte girevoli. «Se dobbiamo stare chiusi, lo facciamo anche per un mese e non se ne parli più. Ma in questo caso devono arrivare i risarcimenti. L'unica strategia assurda è un giorno chiusi e un altro aperti, poi ancora sprangati. Roba da esaurimento nervoso e da esaurimento pazienza». A parlare è un ristoratore in Tv, il singhiozzo è insopportabile.Sul lungomare di Napoli parte la protesta contro il primo dpcm del nuovo premier, non dissimile dall'ultimo di quello vecchio. Con l'aggravante che questo vale dal 6 marzo al 6 aprile, quindi preannuncia una Pasqua blindata. Una cinquantina di operatori del settore si riversano per strada a Posillipo, il traffico va in tilt per un'ora e Draghi assaggia la contestazione. I mancati introiti presenti e i mancati ristori passati ormai sono un incubo. Il presidente Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi), Lino Enrico Stoppani, mette il dito nella piaga: «È una situazione disarmante, mortificante, davanti alla quale ci sentiamo impotenti. Il servizio al tavolo potrebbe tenere aperti in sicurezza 118.000 ristoranti. Ogni volta che si ripropone il problema chiudono le nostre attività». L'ipotesi governativa è di allargare alla zona gialla la chiusura degli esercizi, idea che metterebbe in ginocchio definitivamente il settore. A Bologna, mentre l'associazione di categoria preannuncia una manifestazione di protesta per domani a Roma, la Cna ha messo a disposizione dei cuochi inferociti anche uno psicologo. Il motivo è spiegato dallo chef Max Poggi: «È un'iniziativa contro la paura, tutti hanno bisogno di ascolto per superare il momento micidiale». La situazione è obiettivamente complessa e nei confronti del governo serve pazienza: il cambio di passo non somiglia a un cambio di canale, non esistono telecomandi con pulsanti colorati per mutare in un nanosecondo lo scenario del Paese martoriato da un anno di sgangherate direttive. In più i contagi sono obiettivamente in crescita e non si possono nascondere. I settori falcidiati dal dpcm sono quelli di sempre: bar, ristoranti, palestre, centri sportivi, piscine. Tutto chiuso dopo che i titolari avevano investito inutilmente per aprire in sicurezza. Anche le Fiere sono sul piede di guerra: rimangono serrate. «Ci pare di essere caduti dalla padella nella brace», è il commento di Ivan Scarpa, delegato per la Sardegna di Afi, l'associazione fieristi che ha organizzato a Sanremo durante il festival quattro giorni di proteste. Il danno economico nella ristorazione è enorme, 1,2 miliardi a stima Codacons, che aggiunge in un comunicato: «Questo vale Pasqua tra cibi, dolciumi e bevande messi in tavola dagli italiani, a cui si aggiungono 560 milioni dalle famiglie che decidono di mangiare al ristorante fra Pasqua e Pasquetta». L'avvocato Massimiliano Baccilieri guida una class action degli operatori e sottolinea: «Chiediamo solo di poter lavorare, con tutti i protocolli del caso». A queste cifre vanno aggiunti i 3,5 miliardi del giro d'affari del turismo. Una mazzata da tramortire King Kong. Nella stessa condizione vagano nel limbo palestre, piscine e centri sportivi che si sentono bersaglio di decisioni inique in rapporto a cinema e teatri, per i quali si prevede la riapertura al pubblico dal 27 marzo in zona gialla. Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia: «Siamo lieti che cinema e teatri tornino ad aprire, ma non possiamo non evidenziare la discriminazione illogica con un comparto come quello della ristorazione che si lascia affondare». La disparità evidenzia la forza mediatica del culturalismo di potere. Il Cts che mette la catena a ristoranti, palestre e campi da tennis è lo stesso che ha dato il via libera al protocollo firmato dal ministro della Cultura Dario Franceschini. Tutto questo a tre giorni dalla partecipata protesta dei lavoratori dello spettacolo. Andare in piazza fa scappare il virus.
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
Gabriele D'Annunzio (Getty Images)
Lo spettacolo Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini e le musiche di Sergio Colicchio, ha debuttato su RaiPlay il 10 settembre e approda su RaiTre il 12, ripercorrendo le tappe della vita del Vate, tra arte, politica e passioni.
Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (Ansa)