2024-03-15
Le case degli italiani nel mirino di Pd e M5s
Giuseppe Conte ed Elly Schlein (Ansa)
L’opposizione ha sposato la stangata Ue sulle abitazioni green, che costerà 60.000 euro circa a immobile. E finge di non sapere che anche in assenza di sanzioni le proprietà perderanno valore. L’unico argine resta il centrodestra, che deve limitare i danni.Da martedì c’è un motivo in più per non votare il Pd e la sinistra ambientalista in generale. Nel caso Elly Schlein e compagni fossero al governo, gli italiani dovrebbero fare i conti con la stangata sulla casa. Come abbiamo spiegato ieri, il Parlamento europeo ha varato la cosiddetta direttiva green sulle abitazioni e prossimamente il testo sarà approvato dal Consiglio. Dopo di che, ogni Paese sarà chiamato ad applicare la norma, che per quanto ci riguarda equivarrebbe a una tassa che potrebbe arrivare a costare anche 60.000 euro per ogni appartamento. Perché dico che c’è un buon motivo per non votare gli integralisti dell’ambiente che si ritrovano a sinistra? Perché l’unico argine alla stangata sui contribuenti è dato dall’attuale maggioranza, che a Bruxelles ha votato contro il provvedimento e che dunque farà tutto ciò che è indispensabile per attutire gli effetti della direttiva europea, ma soprattutto, immagino che cercherà ogni appiglio per rinviarne l’applicazione.Diverso è il caso di Pd e 5 stelle, che adeguandosi al conformismo ambientalista hanno votato a favore delle norme con entusiasmo e che, suppongo, qualora fossero al governo farebbero tutto ciò che è nella loro disponibilità per accelerare l’introduzione della direttiva, avvicinando dunque la stangata sugli italiani. Quanti sono i nuclei familiari che con i chiari di luna attuali sarebbero in grado di investire 60.000 euro per migliorare la loro abitazione? Percentualmente assai pochi, nonostante l’Italia sia il Paese con il maggior numero di proprietari di casa. Perché non vogliono investire i loro quattrini nelle migliorie dei locali in cui abitano? Forse in quanto sono contenti di vivere in edifici malamente isolati, dove porte e finestre lasciano passare gli spifferi? Oppure perché preferiscono avere una casa in cui il riscaldamento costa un botto e i condizionatori risucchiano con la bolletta mezzo stipendio? Ovvio che no: se non ristrutturano casa è per la semplice ragione che non hanno i soldi. Un po’ come capita con l’automobile, che in tanti non cambiano non perché affezionati al modello vecchiotto comprato parecchi anni prima, ma perché non hanno i quattrini per acquistarne uno nuovo, ibrido o elettrico come piace a Bruxelles. Così per le abitazioni. A nessuno piace vivere in un appartamento poco efficiente, dove si consuma di più sia per quanto riguarda l’energia che per il riscaldamento. Ma se non si ha il denaro per mettere serramenti a tenuta stagna, pannelli solari e caldaie a pompa di calore è perché il reddito non è sufficiente e non perché siano italiani a cui piace inquinare e rilasciare nell’aria un po’ di CO2. Tuttavia, tutto ciò non entra nella testa dei burocrati europei, i quali per difendere la natura dall’inquinamento temo che un giorno arriveranno a proporre l’eliminazione dell’uomo, in quanto senza esseri viventi ci sarebbero meno emissioni (del resto non sono quei geni dell’Ue a suggerire l’abbattimento delle vacche con la scusa che i loro peti inquinano?).Risultato, i Paesi dell’Ue dovranno adottare misure per garantire una riduzione dell’energia di almeno il 16 per cento entro il 2030, cioè appena fra sei anni, che dovrà diventare del 22 entro il 2035. Le misure saranno anche più draconiane per quanto riguarda gli edifici non residenziali, vale a dire uffici e fabbriche, che in meno di dieci anni dovranno ridurre le loro emissioni e i loro consumi di almeno un quarto. A tutto ciò si accompagna lo stop alla vendita di caldaie a gas e l’eliminazione dunque degli incentivi, che inevitabilmente si tradurrà in un aumento dei costi per chi deve sostituire il proprio impianto di riscaldamento.L’obiezione di Pd e compagni è che per quanto riguarda i privati cittadini, non esiste una sanzione per chi non si adegua alle direttive, il che è vero in teoria ma non in pratica. Infatti, già ora si toccano con mano i cosiddetti effetti collaterali della misura. Se la tua casa non è green come dice l’Europa, sul mercato risulta meno appetibile e dunque qualora decidessi di venderla devi mettere in conto una diminuzione del valore che otterrai. E sempre se la tua abitazione non è verde come piace a Bruxelles diventa meno finanziabile, vale a dire che la banca, quando verrà richiesto un mutuo, sarà meno generosa (ammesso e non concesso che gli istituti di credito siano mai stati generosi) e oltre a svalutare l’immobile rivaluterà il tasso d’interesse, applicandone uno più caro. Insomma, comunque la si guardi, quella varata dall’Europa, con il voto favorevole del Pd e dei 5 stelle è una patrimoniale. Dunque, alle prossime elezioni i proprietari di casa sono avvertiti.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)