Più sartoriale, meno sport. Lo stile classico batte quello da strada

- Ritorno alla forma. Da Daks trionfano i tessuti inglesi, da Tod's la giacca tecnica sartoriale. Il trend al Pitti di Firenze e durante la settimana della moda di Milano è la qualità.
- «Vi farò indossare i miei piumini pure in piena estate». Maurizio Cittone, presidente di Add: «Siamo stati i primi a dire addio alle super imbottiture per creare capi aderenti e chic».
Lo speciale comprende 2 articoli e una gallery che ripercorre la storia del piumino e del cappotto.
Più tailoring, meno street. Più sartoriale, meno sport. Le ultime collezioni maschili per l'inverno 2020 presentate al Pitti di Firenze e durante la settimana della moda di Milano si faranno ricordare per il ritorno a una ricercata eleganza. Il trend è la qualità. La conferma arriva da Tod's, che declina il suo mondo concreto e artigianale pensando a più generazioni e, soprattutto, alla velocità del mercato con zaini, stivaletti, giacche tecniche dal taglio sartoriale, piumini in pelle leggera e l'evoluzione del mitico gommino. «Abbiamo collezioni nuove ogni due mesi nei negozi», spiega Diego Della Valle, «i prodotti piacciono e con il superamento delle collezioni semestrali siamo più vicini al mercato. Un prodotto oggi dopo dieci giorni è già vecchio. Qualità e velocità è la formula vincente. Ogni stagione lanceremo uno dei nostri prodotti icona in un modo speciale».
Invece, sembra quasi che il tempo si sia fermato da Daks, marchio inglese che compie 125 anni, disegnato da Filippo Scuffi. In passerella uomo e donna (formula scelta da diversi brand) che hanno interpretato una collezione ispirata al libro Quel che resta del giorno, e che mai come questa volta ha rivelato il suo carattere britannico. Le stoffe degli archivi inglesi (check speciale disegnato appositamente per celebrare l'anniversario, spina di pesce, gessato) si traducono in pantaloni tra caccia ed equitazione, giacche da camera, cappotti a quadri, maglie dal disegno argyle in lana merino, cashmere e mohair garzato.
Ci si sposta in Umbria con la maison Lamberto Losani disegnata da Saverio Palatella. Ne esce un country dandy che sceglie un total look dove la maglieria rustica e chic la fa da padrone e che si traduce in giacconi e parka bicolore in cashmere double.
Pure Larusmiani resta nel bosco con i colori autunnali della natura. Belli il cappotto vestaglia e il bomber di seta stampa logo.
Sant'Andrea Milano detta regole chiare: blouson in shearling marrone scuro e maglia girocollo in lana marrone effetto mélange; blouson in puro cashmere nero fantasia pied de poule, con dettagli in pelle e dolcevita in cachemire e seta rosa; giacca in cashmere e seta principe di Galles con maglia polo nera.
Si ispira al mondo del polo Billionaire, il marchio di Flavio Briatore e Philipp Plein che sponsorizzerà il Monte Carlo polo team e organizzerà la prima International polo cup in territorio monegasco. La collezione per il prossimo inverno, interamente made in Italy, offre glamour esotico: giacche in coccodrillo con colletto in visone, mackintosh in astrakan, trench in coccodrillo con lavorazioni anticate o sfumate e giacche da caccia cinque tasche sono i capi chiave della collezione. In passerella modelli over 50 con i capelli argentati sfilano nei loro outfit senape e verde pavone, abbinati a risvolti in pelle di serpente, indossati con camicie di seta e colli sciallati.
Philipp Plein presenta anche la sua collezione e per celebrare il ventesimo anniversario del brand è tornato a sfilare a Milano. Ispirazione Tony Montana del film Scarface, interpretato da Al Pacino. Il dandy contemporaneo in giacca, pantaloni e T shirt diventa uno street boy che indossa sneaker abbaglianti di paillettes a zig zag, insieme a giacche decorate con motivi a stella, camouflage e animalier.
Altra musica da Les Hommes, disegnato da Tom Notte e Bart Vandebosch, dove il mondo spiritualista si unisce a quello techno in un mix di capi sartoriali e pezzi sportivi nello stesso look (abito formale, piumino colorato e sneacker).
Mescola anche Valerio Farina di Numero 00. «Questa collezione rappresenta ciò che sono io. Un ragazzo che ama vestirsi come vuole, esprimendo sé stesso, indossando un pantalone acetato con un blazer elegante, oppure un pantalone in velluto con una felpa in pile da montagna», spiega lo stilista.
Per la prima volta si presenta Chroustyle con una collezione che esprime i valori fondanti del progetto: tendere al benessere psicofisico creando una nuova responsabilità etica e un pensiero sostenibile.
«Vi farò indossare i miei piumini pure in piena estate»

Il suo nome è Add, che in inglese significa aggiungere. «Aggiungere il piumino al blazer, al cappottino, per esprimere un concetto», spiega Maurizio Cittone, il presidente del marchio, «Il nome è rimasto nella memoria dei clienti. All'inizio li correggevamo perché si dovrebbe pronunciare “ed", ma poi si è imposto il modo di dire sbagliato, più riconoscibile».
Il brand nasce nel 1999 e si fa notare subito per aver alleggerito e rivoluzionato il mondo dei piumini. «Abbiamo ridotto i volumi, creando degli oggetti molto puliti, minimali, andando a prendere capi da donna, blouson, corpetti, cappottini, blazer e realizzandoli in piumino e nylon usando una qualità di piuma molto alta per unire isolamento termico perfetto e consistenza ridotta».
Tutto è partito da un piccolo progetto: «Sono bastati dieci capi, tutti neri, per capire che si poteva stravolgere il concetto di piumino. Dieci modelli anatomici, attillati, che riuscivano a dare il giusto comfort e, allo stesso tempo, uno stile femminile in contrasto con i piumini gonfi da pista da sci. I tagli del prêt-à-porter venivano riproposti in un mondo sport chic».
Add ha iniziato a coniugare l'eleganza con lo stile sportivo prima di altri. «C'è stato uno studio particolare alla base di questo lavoro. Ricerca di modellistica per riuscire a dare il giusto movimento a un capo pratico, giri manica stretti ma non ingessati in grado di seguire il corpo pur mantenendo la sportività. I capi potevano essere indossati sugli abiti da sera, un contrasto per non vestirsi tutti nello stesso modo».
C'è chi dice che il piumino non è chic e indossa solo cappotti, ma Cittone risponde: «Non siamo contro i cappotti. Anzi. Noi stessi ne proponiamo in misto cashmere. Ma il piumino è una categoria a parte. È uno dei capi più usati al mondo, senza distinzione di ceto sociale. Puoi avere modelli più funzionali che stilosi e altri con cui si esalta la bellezza del capo. Questo è il nostro percorso. Nel tempo l'azienda è cresciuta e le tendenze son cambiate. Se prima avevamo solo una linea anatomica ora proponiamo anche di volumi over. La moda influenza i consumi, ma poi la gente si veste come gli pare, secondo il proprio stile. Non siamo scimmiette ammaestrate. Le ragazze di oggi preferiscono il cappotto con l'interno di piumino, con un certo understatement tipico di Milano. Il piumino non si vede ma c'è».
La moda guarda sempre più alla sostenibilità, alla tutela dell'ambiente e degli animali: «Il nostro piumino viene dalla catena alimentare con una tracciabilità dell'origine. La maggior parte delle piume arriva dall'allevamento dei volatili per uso alimentare. È un sottoprodotto che altrimenti verrebbe scartato. Finché l'umanità mangerà anatre e oche si potranno utilizzare le piume. I piumini vengono selezionati a seconda delle origini degli animali. Noi scegliamo quelli europei che sono di alta qualità».
La qualità arriva anche alla confezione: «Prima di tutto il tessuto che trattiene il piumino al suo interno deve essere di prima scelta. L'altro punto sono le cuciture, che devono essere eseguite in modo che il filo chiuda in maniera ermetica. Un'altra tecnica è l'inserimento della piuma dopo la cucitura. Le macchine vengono costantemente controllate». Per Add il piumino non è solo un capo invernale. «Esatto», spiega Cittone, «proponiamo anche quello quello che definiamo il “12 mesi". Ha caratteristiche straordinarie: è soffice, leggero. Quindi restituisce a chi lo indossa sensazioni piacevoli. Nella stagione estiva ci sono escursioni termiche, il mattino e la sera. Venti grammi di piume assicurano un tepore uniforme e salutare. E lo si utilizza in tutti gli altri mesi mettendolo sotto ad altri capi».
Lo stile e il design di Add nascono a Milano, ma la produzione è in Cina: «Mi occupo di piumini da 40 anni, prima per conto terzi e poi con il nostro brand. Da sempre la produzione è in Cina, Paese che negli ultimi anni ha avuto una grande espansione logistica di strade e di trasporti. In più il livello di confezione e la qualità del lavoro manuale, fin dall'antichità, è altissimo. I costi sono saliti tantissimo, non è più la realtà di 40 anni fa».
















