2025-03-07
Campagna di trasparenza Naturasì: etichette con l’incasso dei contadini
Per alcuni prodotti, insieme al prezzo sarà indicato il valore corrisposto ai produttori.Quante volte prima di acquistare un prodotto ci siamo chiesti come si arriva a quel prezzo, quanto è il costo all’origine per il produttore e quanto ricarico si applica durante la filiera? E poi, quale è il giusto prezzo? La corsa al ribasso dei prezzi del cibo in atto recentemente ha conseguenze devastanti per l’agricoltura. Negli anni Settanta, in media, il 19% del prezzo del pane andava all’agricoltore mentre oggi solo il 4%. Quasi cinque volte meno. Lo stesso accade per molti altri alimenti, mentre i costi di produzione continuano a salire. Il risultato è un impoverimento del mondo agricolo e il conseguente allontanamento dei giovani da questa attività, con il rischio che venga meno il cambio generazionale in tante realtà di eccellenza. È per questo che Naturasì, una delle principali insegne del biologico in Europa, ha avviato la campagna Sosteniamo l’agricoltura che parte dal progetto di trasparenza sui prezzi. Su alcuni prodotti (dalla passata di pomodoro al pane, ma anche finocchi, arance da spremuta e kiwi), accanto al prezzo finale viene indicato il valore corrisposto agli agricoltori e ai trasformatori. Su alcune categorie il compenso per i produttori arriva a quasi il 50% del prezzo pagato alla cassa. «È necessario avviare un percorso virtuoso sul giusto prezzo del cibo a partire dal bio», ha detto il presidente e fondatore di Naturasì, Fabio Brescacin, che ieri ha presentato a Roma l’iniziativa, in una tavola rotonda con il presidente di Federbio, Maria Grazia Mammuccini, la policy manager di Ifoam organics Europe, Silvia Schmidt, e il responsabile della sezione agricoltura biodinamica presso il Goetheanum di Dornach, Ueli Hurter, e la partecipazione delle principali associazioni agricole, Coldiretti, Cia, Confagricoltura. Brescacin ha descritto la crisi in cui versa il mondo agricolo: «In Europa, negli ultimi 15 anni, sono sparite oltre 5 milioni di aziende agricole. Tra il 2005 e il 2020, quasi il 40% delle attività ha abbandonato i campi». La soluzione per invertire questa tendenza è far tornare attrattiva l’agricoltura soprattutto per i giovani. «Ma affinché ciò sia possibile bisogna garantire loro un reddito dignitoso e il rispetto per il lavoro dell’agricoltore». L’agricoltura biologica dimostra che un’altra strada è possibile. «Il grano duro biologico di Naturasì viene pagato all’agricoltore 45 centesimi al chilo, contro i 30 centesimi della filiera convenzionale», ha spiegato Brescacin. Per valorizzare il lavoro agricolo, è quindi stato lanciato il progetto di rendere trasparente la composizione del prezzo di alcuni prodotti chiave. Ad esempio, su 3,98 euro pagati per un chilo di finocchi, circa la metà (1,80 euro) vanno direttamente all’azienda agricola e il resto per logistica e trasporto, costi del punto vendita e controllo qualità anche con agronomi in campo. La stessa trasparenza è applicata alla passata di pomodoro, al pane, alle arance da spremuta e ai kiwi, con una comunicazione chiara in negozio, per informare consumatori, associazioni di categoria e istituzioni. Il presidente di Federbio ha sottolineato che secondo la Fao, i costi nascosti della produzione alimentare a livello mondiale sfiorano i 13 mila miliardi di dollari, di cui il 73% legato a danni alla salute. «Un prezzo più basso sugli scaffali significa uno più alto per le persone». Silvia Schmidt ha ricordato che il valore di un prezzo trasparente «è stato riconosciuto anche dalla Commissione europea, che ha istituito l’Osservatorio della filiera agroalimentare per aumentare la trasparenza su costi e margini».
Pedro Sánchez (Getty Images)
Alpini e Legionari francesi si addestrano all'uso di un drone (Esercito Italiano)
Oltre 100 militari si sono addestrati per 72 ore continuative nell'area montana compresa tra Artesina, Prato Nevoso e Frabosa, nel Cuneese.
Obiettivo dell'esercitazione l'accrescimento della capacità di operare congiuntamente e di svolgere attività tattiche specifiche dell'arma Genio in ambiente montano e in contesto di combattimento.
In particolare, i guastatori alpini del 32° e i genieri della Legione hanno operato per tre giorni in quota, sul filo dei 2000 metri, a temperature sotto lo zero termico, mettendo alla prova le proprie capacità di vivere, muoversi e combattere in montagna.
La «Joint Sapper» ha dato la possibilità ai militari italiani e francesi di condividere tecniche, tattiche e procedure, incrementando il livello di interoperabilità nel quadro della cooperazione internazionale, nella quale si inserisce la brigata da montagna italo-francese designata con l'acronimo inglese NSBNBC (Not Standing Bi-National Brigade Command).
La NSBNBC è un'unità multinazionale, non permanente ma subito impiegabile, basata sulla Brigata alpina Taurinense e sulla 27^ Brigata di fanteria da montagna francese, le cui componenti dell'arma Genio sono rispettivamente costituite dal 32° Reggimento di Fossano e dal 2° Régiment étranger du Génie.
È uno strumento flessibile, mobile, modulare ed espandibile, che può svolgere missioni in ambito Nazioni Unite, NATO e Unione Europea, potendo costituire anche la forza di schieramento iniziale di un contingente più ampio.
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